La regola “Libellus De Regularibus Obseruantiis” o "Largiente Domino"
Collegamenti con altre regole
	La Regola ed il suo autore. Vista d’assieme
	
	(Estratto e tradotto da “La Règle de 
	S. Benoît”, tome I., A. de Vogüé, Sources Chrétiennes 181, Les Editions 
	du cerf 1972)
	
	1. La RB nella famiglia delle regole (pagg. 29-30)
	
	Delle trenta o più antiche regole latine che ci sono pervenute
	
	
	
	[1], la Regula Benedicti (RB) è la terza 
	in lunghezza. Se è tre volte più corta della Regula Magistri (RM) e due 
	volte più corta della Regola di Basilio, supera di gran lunga tutte le 
	altre. Le 22 pagine che occupa nell'edizione Holste-Brockie (Brockie M.,
	Lucae Holstenii … Codex Regularum, 
	vol. I e II, Augsbourg 1759) la collocano ben al di sopra della dimensione 
	media, che è di circa dieci pagine.
	
	Quando conosciamo i legami di dipendenza letteraria che rendono tutte queste 
	regole una vera famiglia, ci chiediamo immediatamente dove si trova la RB su 
	questo albero genealogico piuttosto complicato. Non appartiene certo alla 
	prima generazione, quella delle regole madri più o meno indipendenti
	
	
	
	[2]. Il suo posto non è, a quanto pare, 
	nella seconda generazione, dove si trova la RM
	
	
	
	[3]. È alla terza generazione che sembra 
	appartenere
	
	
	
	[4], poiché dipende dalla RM, e 
	attraverso questa di Cassiano, prendendo in prestito, direttamente dalle 
	regole madri. A seconda delle regole precedenti, influenzerà a sua volta 
	quelle successive. Influenza ancora debole, anche incerta, nella quarta 
	generazione
	
	
	
	[5], ma evidente nella quinta
	
	
	
	[6] e sesta
	
	
	
	[7].
	
			
			
			
			
			
			[1] 
			Si veda M. Brockie, Lucae 
			Holstenii… .. Codex Regularum, Augsburg 1759. Delle regole 
			anteriori a Benedetto d'Aniane, solo la Regola
			Largiente Domino (Clavis 
			Patrum Latinorum 1875) si trova nel vol. II di Brockie, alle 
			pagg. 71-78. Io calcolo qui come un unico scritto la
			Regula Augustini e l'Ordo 
			monasterii che vi è annesso. Ecco, calcolata nelle pagine 
			dell'edizione Brockie, la lunghezza di ogni regola:
			RM 66; Basilio 42;
			RB 22; Donato 16; Pacomio 
			11; Fruttuoso (II) 11; Walbert 11; Isidoro 10; Ferréol 10; Cesario 
			(V) 10; Pacomio (Reg. br.) 
			8; Fruttuoso (I) 7; 
			Largiente Domino 7; 
			Aureliano (M) 6; Regola di Tarnant 6; Aureliano (V) 5; Colombano (Coen.) 
			5; Paolo e Stefano 5; IV Padri 4; Agostino 4; Regola Orientale 4; 
			Regola Cuiusdam patris 3; 
			Colombano (M) 2; Cesario (M) 2; Terza Regola dei Padri 1,5; Macario 
			1.5; Consensoria 1; Seconda Regola dei Padri 1.
			
			
			
			
			
			[2] 
			Pacomio, Basilio, Agostino, IV Padri, Seconda Regola dei Padri, alle 
			quali si può aggiungere Cassiano con le Istituzioni 1-4, pur 
			dipendendo da Pacomio. Il concetto di «generazione» è qui da 
			considerare con una certa elasticità, tenendo conto prima di tutto 
			dei rapporti letterari, ma anche, in una certa misura, della 
			posizione cronologica di ogni autore.
			
			
			
			
			
			[3] 
			RM, Paolo e Stefano, Cesario, Regola Orientale, Macario. Questi 
			scritti difficilmente attingono a fonti della prima generazione.
			
			
			
			
			
			[4] 
			Con le due regole di Aureliano e di Tarnant, che utilizzano Cesario. 
			A questo gruppo si può aggiungere la Regola-centone del florilegio 
			del Codice E (Manoscritto 
			Parisinus Lat. 12634), che è senza dubbio opera di Eugippio ed 
			utilizza come la RB due 
			fonti principali: Agostino ed il Maestro.
			
			
			
			
			
			[5]
			Colombano 
			(l’inizio della Regula 
			monachorum porta delle tracce del capitolo 5 della
			RB), 
			Isidoro, Ferréol.
			
			
			
			
			
			[6]
			Donato, 
			Walbert, Fruttuoso
			
			
			
			I 
			
			et II, 
			
			Terza Regola dei Padri, Regola
			Cuiusdam Patris. Queste 
			tre ultime non dipendono dalla
			RB.
			
			
			
			
			
			[7]
			
			
			Regola
			Largiente Domino, che 
			forse è opera di Ambrogio Autperto.
			
	
	Storia del testo
	
	(Estratto e tradotto da “La Règle du 
	Maître”, A. de Vogüé, Sources Chrétiennes 105, Les Editions du cerf 
	1964)
	
	2. Estratti e citazioni (pagg. 139-140)
	
	
	I "Praecepta ex constitutionibus 
	Patrum"
	
	In compenso, non sembra provengano da Benedetto d'Aniane tre citazioni della 
	Regola del Maestro incluse nei 
	Praecepta ex constitutionibus Patrum.
	Questa regola italiana anonima, 
	pubblicata da Don Ambrogio Amelli S.J. negli
	Annales O.S.B. 20 (1912), pagg. 
	169-193, può datare dall'inizio del IX o forse del X secolo. Essa utilizza 
	molto liberamente alcuni passaggi della RM concernenti la recita dei 
	versetti Domine Labia mea aperies et 
	Pone Domine custodiam:
	
	
	Praecepta 
	ex .....:
	 
	
	- cap. 2 = RM 
	30,12; 30,14-16 (Cfr. 32,10-11)
	
	- cap. 8 = RM 
	30,20-22 (Cfr. 32,12-13; RB 9,1 e 
	38,3)
	
	- cap. 10 = RM 
	24,11 (Cfr. 24,15; RB 38,3).
	
	Molto rilevante è la denominazione data in ogni occorrenza alla
	RM:
	Regula Patrum (cap. 2),
	auctoritatis cuiusdam sancti Patris 
	(cap. 8), auctoritas cuisdam Patris 
	(cap. 10). La RM figura così come 
	un'opera anonima. Il titolo di Regula 
	Patrum corrisponde all'Explicit 
	dei nostri manoscritti P (Parigi, Bibl. Nat. lat. 12205) e A (Monaco, 
	Staatsbibl., lat. 28118), come vedremo poi.
	
	Quanto al contenuto di queste citazioni, occorre notare che la recita dei 
	versetti di "chiusura" e di "apertura" delle labbra è allo stesso modo 
	prescritta dall'Ordo Qualiter e 
	dall'Ordo Rom. XVIII. Si tratta 
	di un utilizzo fedelmente conservato negli ambienti monastici italiani 
	dell'alto Medioevo.
	
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15 gennaio 
2021       a cura di 
Alberto "da 
Cormano"    
   
      
alberto@ora-et-labora.net