SANCTI FRUCTUOSI BRACARENSIS EPISCOPI REGULA MONASTICA COMMUNIS

SAN FRUTTUOSO VESCOVO DI BRAGA

REGOLA MONASTICA COMUNE

Estratto da "Patrologia Latina Database" - Vol. 72 - Migne

Ed. Chadwyck-Healey 1996

Libera traduzione

IN NOMINE DOMINI INCIPIT PACTUM.

IN NOMINE S. TRINITATIS, PATRIS, ET FILII, ET SPIRITUS SANCTI.

NEL NOME DEL SIGNORE INIZIA IL PATTO

Nel nome della Santissima Trinità, Padre E Figlio e Spirito Santo.

Quod corde credimus, et ore proferimus. Credimus Patrem ingenitum, Filium genitum, Spiritum sanctum ab utroque procedentem. Filium solum carnem de Virgine suscepisse, et in mundum pro salute omnium in se credentium descendisse, et de Patre et Spiritu sancto nunquam recessisse. Quia ipse dixit: Ego et Pater unum sumus (Joan. X). Et: Qui me habet et Patrem habet. Et: Qui me videt, videt et Patrem (Joan. XIV). Idem vero dixit: Coelum mihi sedes est, et terra scabellum pedum meorum (Isai. LXVI). In coelo angeli totam Trinitatem adorant, et in terra Dominus hominibus praedicat, dicens: Ite, vendite omnia quae possidetis, et date pauperibus, et venite, sequimini me (Matth. XIX). Et iterum: Si quis vult post me venire, abneget semetipsum, et tollat crucem suam, et sequatur me (Luc. IX). Et alibi: Qui plus fecerit patri, aut matri, uxori, filiis, vel omnibus quae cum mundo transeunt, quam mihi, non est me dignus (Matth. X). Et iterum: Qui non odit animam suam propter me, non est me dignus (Luc. XIV). Et: Qui perdiderit eam propter me, in vitam aeternam inveniet eam (Matth. XVI).

Ciò che noi crediamo nel nostro cuore, noi professiamo anche con la nostra bocca. Crediamo nel Padre non generato, nel Figlio generato e nello Spirito Santo che procede da entrambi. Crediamo che solo il Figlio ha ricevuto la carne dalla Vergine ed è disceso nel mondo per la salvezza di tutti coloro che credono in Lui, e che Lui non ha mai lasciato il Padre e lo Spirito Santo. Egli infatti ha detto: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30). E ancora: "Chi possiede me possiede anche il Padre" e poi: "Chi vede me vede anche il Padre" (Gv 14,9). Lo stesso ha anche detto: "I cieli sono il mio trono, la terra è il mio sgabello» (Is 66,1; At 7,49). In cielo gli angeli adorano tutta la Trinità e sulla terra il Signore predica agli uomini, dicendo: "Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi" (Mt 19,21; Lc 12,33). E ancora: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24; Lc 9,23). E altrove: "Chi ama il padre o la madre, la moglie, i figli, o tutte le cose che periscono con il mondo, più di me, non è degno di me" (Mt 10,37; Lc 14,26). E di nuovo: "Chi non odia la sua vita per causa mia, non è degno di me" (Mt 10,37; Lc 14,26).  E: "Chi perde la sua vita per causa mia, la troverà nella vita eterna" (Mt 16,25; Lc 17,33; Gv 12,25).

Proinde melius multoque melius est mundum calcare, Christum audire, Evangelium complere, vitam beatam cum angelis sanctis in aeternum per omnia saecula possidere.

Proinde divino ardore accensi, ecce nos omnes, qui subter notandi sumus, Deo et tibi domino et Patri nostro tradimus animas nostras, ut secundum edictum apostolorum, et regulam, et sicuti sancta Patrum praecedentium sanxit auctoritas, uno nos in coenobio, Christo praecedente, teque docente, habitemus. Et quidquid pro salute animarum nostrarum annuntiare, docere, agere, increpare, imperare, excommunicare, secundum regulam emendare, volueris, humili corde, deposita omni arrogantia, intenta mente, desiderioque ardente, divina gratia opitulante, inexcusabiliter, Domino favente, omnia adimplebimus. Quod si aliquis ex nobis, contra regulam et tuum praeceptum, murmurans, contumax, inobediens, vel calumniator exstiterit, tunc habeas potestatem omnes in unum congregare, et, lecta coram omnibus regula, publice culpam probare, et flagella, seu excommunicationem, secundum intuitum culpae, unusquisque suum reatum convictus suscipiat.

Quindi è meglio, molto meglio, disprezzare il mondo, ascoltare Cristo, adempiere il Vangelo e possedere una vita beata con i santi angeli in eterno per tutti i secoli.

Così, infervorati di ardore divino, ecco che tutti noi, i cui nomi sono qui controfirmati, affidiamo le nostre anime a Dio e a te, nostro maestro e nostro padre, affinché possiamo vivere in un monastero sotto la guida di Cristo e sotto il tuo insegnamento, secondo la disposizione degli apostoli e la Regola, e come sancito dalla sacra autorità dei Padri del passato. Qualunque cosa, per la sicurezza delle nostre anime, tu voglia pronunciare, insegnare, eseguire, rimproverare, comandare, scomunicare o correggere in conformità con la Regola, noi la eseguiremo interamente con umile cuore, mettendo da parte ogni arroganza, con animo intento, con zelo ardente, con l'aiuto della grazia divina, senza scusanti, e con la benevolenza del Signore. Se uno di noi si mostrerà mormoratore, arrogante, disobbediente o diffamatorio nei confronti della Regola e del tuo comando, allora avrai il potere di riunirci tutti in un’assemblea e, letta la Regola in presenza di tutti, la colpa sarà corretta pubblicamente ed ogni colpevole riceverà ciò che gli spetta: la sferzata o la scomunica.

Si quis sane ex nobis contra regulam occulte cum parentibus, germanis, filiis, cognatis, vel propinquis, aut certe cum fratre secum habitante consilium de absente supradicto Patre nostro inierit, habeas potestatem in unumquemque qui hoc facinus tentaverit, ut per sex menses indutus tegmine raso aut cilicio, discinctus, et discalceatus, in solo pane et aqua, in cella obscura excommunicatus sit. Quod si aliquis istam prona sua voluntate noluerit agere poenitentiam, extensus nudo corpore, septuaginta et duo flagella suscipiat; et deposita veste monasterii, indutus quod in introitu exutus est scissum, notabili cum confusione a coenobio expellatur. Et hoc de viris sive feminis dicimus. Promittimus etiam Deo et tibi Patri nostro, ut si quis sine benedictione fratrum, aut tuo imperio, per vitium ad alia loca ad habitandum transire voluerit, habeas potestatem incautam ejus persequi voluntatem, qui hoc tentaverit, et comprehensum cum senioribus judicum, ad regulae censuram reducere; et si aliquis eum defendere voluerit episcopus, vel ejus qui sequitur ordo, aut laicus, et tua admonitione audita apud se eum retinere voluerit, communicatio illius cum diabolo sit, et participatio cum Juda Iscariot in inferno; et in praesenti saeculo excommunicatus permaneat ab omni coetu Christiano, et nec in finem viaticum accipiat, qui hoc fecerit.

Se qualcuno di noi dovesse tramare segretamente con i suoi genitori, fratelli, figli, parenti o vicini di casa, o soprattutto con un confratello in assenza del nostro Padre di cui sopra, avrai il potere su chiunque avesse tentato un tale crimine di interdirlo o di scomunicarlo e di confinarlo in una cella buia per sei mesi con solo pane e acqua, con indosso un cilicio od un indumento raso, senza cingolo e senza scarpe. Se un monaco non è disposto a sottostare ad una tale penitenza con pieno consenso, egli deve essere steso nudo e gli si diano settantadue colpi con una frusta; sia privato dei vestiti del monastero e sia espulso dall'istituzione con riconoscibile disonore, indossando i vestiti che portava con sé quando è entrato, ma lacerati. E questo lo dichiariamo sia per gli uomini che per le donne. Promettiamo anche a Dio ed a te, nostro Padre, che se qualcuno, con peccaminosità, va altrove a vivere senza la benedizione dei fratelli od il tuo comando, avrai il potere di perseguire la volontà imprudente di qualsiasi monaco che abbia provato una tale cosa, e di prenderlo e portarlo davanti ai giudici e di ridurlo alla censura della Regola: e se qualche vescovo o qualcuno dello stesso ordine o qualunque laico desiderasse difenderlo e, dopo aver sentito il tuo parere, desiderasse mantenere l'autore della colpa nella sua casa, la sua associazione sarà con il diavolo e la sua comunione con Giuda Iscariota all'inferno: chi agirà così nel mondo attuale sarà scomunicato da ogni assemblea Cristiana e nemmeno alla fine della sua vita potrà ricevere l’Estrema Unzione.

Tibi vero domino nostro suggerimus, si velles, quod credi certe nefas est, et quod Deus fieri non patiatur, aliquem ex nobis injuste, aut superbe, aut iracunde habere, aut certe unum diligere, et alterum livoris odio contemnere, unum imperare, alterum adulare, sicut vulgus habet, tunc habeamus et nos concessam a Deo potestatem, non superbe, non iracunde, per unamquamque decaniam praeposito nostro querimoniam inferre; et praepositus tibi domino nostro humiliter pedes deosculari, et nostram querelam ad singula pandere; et tu patienter jubeas auscultare, et in communi regula cervicem humiliare, et corripere, et emendare.

Tuttavia ti ricordiamo, signore nostro, che se tu dovessi trattare uno di noi ingiustamente o con orgoglio o rabbia - il che non è ragionevole credere e che Dio non possa permettere che ciò accada - o se tu dovessi amare uno e mostrare odio e rancore per un altro, o se tu dovessi dominare uno ma adulare un altro, come spesso fa la gente, allora avremo il diritto, concessoci da Dio, di presentare al priore la nostra lamentela, senza orgoglio e senza rabbia, attraverso il decano; il priore  dovrà umilmente baciare i tuoi piedi, signore nostro, e  dovrà presentarti i dettagli della nostra lagnanza. Tu dovrai essere disposto ad ascoltare con pazienza ed a chinare la testa con umiltà alla Regola comune ed a correggere e riformare te stesso.

Quod si te minime corripere volueris, tunc habeamus et nos potestatem caetera monasteria commonere, aut certe episcopum, qui sub regula vivit, vel catholicum Ecclesiae defensorem comitem, et advocare ad nostram collationem, ut coram ipsis te corripias, et coeptam regulam perficias; et nos simus discipuli, subditi, seu adoptivi filii, humiles, obedientes in omnibus quae oportet; et tu demum Christo sine macula offeras nos illaesos. Amen.

 Haec sunt nomina quae manu sua unusquisque subscriptionem vel signum in hoc pacto fecit, id est, ille, ille; vel illa, illaque.

 Se tu non sarai disposto a correggere te stesso, allora potremo anche avere il potere di consultare altri monasteri, oppure un vescovo che vive sotto la Regola, o un conte cattolico difensore della Chiesa, e potremo invitarli ad incontrarci affinché tu, in loro presenza, ti possa correggere e rispettare i principi della Regola; noi dobbiamo comportarci come tuoi discepoli sottomessi o come bambini adottati, umili, obbedienti in tutte le cose necessarie e, quando noi moriremo, tu potrai offrirci a Cristo redenti e senza macchia. Amen.

Questi sono i nomi di coloro che hanno sottoscritto questo patto con la propria mano o con il segno. Cioè il tale ed il tal altro; o la tale e la tal altra.


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6 Febbraio 2016                 a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net