Regola di S. Benedetto

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso.... 41 Riporre in Dio la propria speranza, 42 attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, 43 ma essere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità.

Capitolo VII - L'umiltà: 1 La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato"... 37 E ancora: "Sia forte il tuo cuore e spera nel Signore". 38 E per dimostrare come il servo fedele deve sostenere per il Signore tutte le possibili contrarietà, esclama per bocca di quelli che patiscono: "Ogni giorno per te siamo messi a morte, siamo trattati come pecore da macello". 39 Ma con la sicurezza che nasce dalla speranza della divina retribuzione, costoro soggiungono lietamente: "E di tutte queste cose trionfiamo in pieno, grazie a colui che ci ha amato",

Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: 1 Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, 2 ma, come dice l'Apostolo: "Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio"... 21 Una volta depositato sull'altare il documento (in cui ha scritto la solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza), il novizio intoni subito il versetto: "Accoglimi, Signore, secondo la tua promessa e vivrò; e non deludermi nella mia speranza".


 

MESSAGGIO AUGURALE ALLA FAMIGLIA UMANA

 

SPERANZA DI UNA CIVILTÀ NUOVA

NEL GIOIOSO ANNUNCIO DELLA RISURREZIONE

Papa Paolo VI

Solennità della Pasqua, domenica 11 aprile 1971

Estratto da “Insegnamenti di Paolo VI” 1971 - Volume 9, pagg. 279-281

Tipografia Poliglotta Vaticana 1972


 

Alle ore 12 del solennissimo giorno della Risurrezione del Signore, dopo aver celebrato la Santa Messa per immensa moltitudine di fedeli in piazza San Pietro, Paolo VI sale all’aula della Benedizione, e dalla loggia esterna della basilica rivolge il suo Messaggio augurale di amore, letizia, prosperità a tutte le genti.

 

Fratelli e Figli!

che attendete dalle nostre labbra il messaggio pasquale!

Ascoltate: quando Noi, docili al Nostro ministero apostolico, vi parliamo da questa tribuna e guardiamo il panorama del mondo, abbiamo l’impressione d’avere dinanzi la visione d’un mare agitato, e minaccioso di più gravi tempeste. Che cosa l’uomo prepara a se stesso e alla ventura generazione con la troppo frequente e flagrante infedeltà ai sommi principi di solidarietà, di giustizia e di pace, che, edotto dalle terribili esperienze sofferte, egli stesso ha proclamati per la presente e per la futura civiltà? Non vediamo noi nuove guerre e sintomi di altre più paurose, armamenti terrorizzanti, rivoluzioni ricorrenti, lotte sociali istituzionalizzate, contestazioni endemiche, progressiva decadenza morale, insufficiente ricorso professionale e burocratico ai surrogati dell’amore verace, oblio cieco e superbo della religione insopprimibile? La Chiesa stessa non è qua e là percorsa da correnti dottrinali e disciplinari perturbatrici, che indarno si vorrebbero attribuire al soffio autentico dello Spirito vivificante?

Nello stesso tempo noi avvertiamo nell’umanità un bisogno doloroso e, in un certo senso, profetico di speranza, come del respiro per la vita. Senza speranza non si vive. L’attività dell’uomo è maggiormente condizionata dall’attesa del futuro, che dal possesso del presente. L’uomo ha bisogno di finalismo, d’incoraggiamento, di pregustamento di gioia futura. L’entusiasmo, ch’è la molla dell’azione e del rischio, non può sorgere che da speranza forte e serena. Ha bisogno l’uomo d’ottimismo sincero, non illusorio.

Ebbene, uomini amici che ci ascoltate: noi siamo in grado oggi di rivolgere a voi un messaggio di speranza. La causa dell’uomo, non solo non è perduta, ma è in sicuro vantaggio. Le grandi idee, che formano i fari del mondo moderno, non si spegneranno. L’unità del mondo si farà. La dignità della persona umana sarà, non soltanto formalmente, ma realmente riconosciuta. L’intangibilità della vita, dal seno materno all’ultima vecchiaia, avrà comune ed effettivo suffragio. Le indebite disuguaglianze sociali saranno colmate. I rapporti fra i Popoli saranno pacifici, ragionevoli e fraterni. Non l’egoismo, non la prepotenza, non l’indigenza, non la licenza dei costumi, non la ignoranza, non le tante deficienze che ancora caratterizzano e affliggono la società contemporanea, impediranno d’instaurare un vero ordine umano, un bene comune, una civiltà nuova. Non potrà certamente essere abolita la debolezza umana, non l’usura delle mete raggiunte, non il dolore, non il sacrificio, non la morte temporale; ma ogni umana miseria potrà avere assistenza e conforto; anzi conoscerà quel supervalore che il nostro segreto può conferire ad ogni umana decadenza. La speranza non si spegnerà; appunto per la virtù di questo segreto, che oggi per nessuno che ci ascolta è tale. Voi lo intendete: è il segreto, anzi è l’annuncio pasquale.

Ogni speranza si fonda sopra una certezza, sopra una verità, che nel dramma umano non può essere soltanto sperimentale e scientifica. Si fonda la vera speranza, che deve sorreggere l’intrepido cammino dell’uomo, sopra la fede. La quale appunto, nel linguaggio biblico, «è fondamento delle cose sperate» (Hebr. 11, 1); e nella realtà storica è l’avvenimento, è Colui, che oggi noi celebriamo: Gesù risorto!

Non è sogno, non è utopia, non è mito; è realismo evangelico.

E su questo realismo noi credenti fondiamo la nostra concezione della vita, della storia, della civiltà stessa terrena, che la nostra speranza trascende, ma nello stesso tempo spinge alle sue ardite e fidenti conquiste.

Non è questo il momento, nel quale Noi vi dobbiamo spiegare le valide ragioni di questo paradosso, come cioè noi, uomini della speranza trascendente ed eterna, possiamo anche sostenere, e con quale vigore!, le speranze dell’orizzonte temporale e presente: ne ha sapientemente e distesamente parlato il Concilio (Cfr. Gaudium et Spes). Ma è questo il momento in cui la nostra voce si fa eco di quella del vincitore, Cristo Signore: «Abbiate fiducia, Io ho vinto il mondo» (Io. 16, 33), e di quella dell’interprete evangelista: «Questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede» (Io. 5, 4); intendendo qui per mondo tutto ciò che di caduco e di perverso ha la scena naturale dell’umana esistenza.

Noi guardiamo ancora da questo podio, vogliamo dire dall’altezza apostolica del nostro umile ministero, il panorama che si apre al nostro sguardo, e vediamo voi, uomini che lavorate e soffrite, voi che tendete ogni sforzo per guidare la società verso la giustizia e la pace, voi giovani avidi di autenticità e di dedizione, voi innumerevoli schiere di gente buona ed onesta, che dà senso, in silenzio, con la preghiera e con l’opera, con la fedeltà e con il sacrificio alla propria giornata nel tempo, voi sofferenti e disillusi d’un benessere ormai tramontato, e soprattutto voi, credenti con noi nel Cristo risorto e a Lui consacrati; e allora il nostro animo si riempie di gaudio e di speranza, e a tutti annuncia: «Siate felici nel Signore, sempre; ancora vi ripeto, siate felici!» (Phil. 4, 4). Cristo è risorto! Alleluia!

 

A tutti coloro che ci ascoltano, di espressione italiana: Buona Pasqua!

- di espressione francese: Saintes et joyeuses Fêtes de Pâques!

- di espressione inglese: A happy, blessed and peaceful Easter to you all!

- di espressione spagnola: Paz, felicidad y alegria en Cristo resucitado!

- di espressione portoghese: Muito boas Festas!

- di espressione tedesca: Gesegnete, frohe Ostern!

- di espressione olandese: Zalig Pasen!

- di espressione polacca: Wesolégo Alleluja!

- di espressione slovacca: Vesela Velka Noc!

- di espressione ceca: Radóstne velìko noze!

- di espressione ucraina: Kristós vosskrièss!

- di espressione russa: Kristós vosskrièsse!

- di espressione greca: Christós anésti!

- di espressione cinese: Fu Hua Ju Que!

- di espressione viet-namese: Chuc Mung le Phuc Singh!

- di espressione araba: Al Massih Game Haggan Game!

 


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14 febbraio 2023                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net