I sermoni di Fausto di Riez

 

Fonte Wikipedia sotto le voci: Eusèbe d'Émèse e Eusèbe gallican.

 

Nel vol. 58 della Patrologia Latina di J. P. Migne, oltre al "De gratia Dei et libero arbitrio" ed a una serie di Epistolae, si trovano 8 Sermones indirizzati ai monaci.

Inoltre sotto il nome Faustus Rhegiensis (Incertus) vi sono altri tre Sermones.

Questi sermoni ai monaci, chiamati anche omelie, ci sono pervenuti anche nella collezione di Eusebio Gallicano, monaco e vescovo del VII secolo, ma sono sicuramente da ascrivere a Fausto.

Eusebio Gallicano (o Eusebio della Gallia, in latino Eusebius Gallicanus ) è l'autore fittizio di una raccolta di settantasei sermoni religiosi in latino formatasi in Gallia durante la tarda antichità o l'alto medioevo. Alcuni manoscritti nominano l'autore come un misterioso "Eusebio" (che fu identificato nel Medioevo con Eusebio d'Emesa [1]), ma è chiaro che molti di questi sermoni sono dovuti ad uno o più predicatori attivi in Gallia nel V secolo (con successivi rimaneggiamenti). L'unico nome proposto all'unanimità è quello di Fausto di Riez.

Questi sermoni sono di vari tipi: alcuni sono omelie festive, altri commemorazioni di personaggi santi come Genesio d'Arles, Onorato d'Arles, Massimo di Riez, altri affrontano questioni morali o punti della dottrina cristiana. Dieci sono indirizzati ai monaci (formando un blocco, dal n° XXXV al XLIV). La collezione sarebbe stata costituita come un'antologia di sermoni modello per l'addestramento dei predicatori. Questi testi non sono molto originali nei loro temi, nemmeno nelle loro formulazioni, e vi sono molti brani identici o simili che si ritrovano nell'uno o nell'altro. Alcuni si ritrovano nelle raccolte di sermoni attribuite a Cesario d'Arles.

Nei manoscritti, le dieci omelie ad monachos venivano spesso riprodotte separatamente, a volte senza il nome di un autore, o attribuite a volte a Fausto di Riez, a volte a Cesario d'Arles, a volte ad Eusebio d'Emesa. La prima edizione stampata del Rinascimento riguardava queste dieci omelie e conservava il terzo nome dell'autore: Divi Eusebii episcopi Emiseni Homiliæ decem ad monachos, veteris monastices sanctimonia atque eruditione spectabiles ( Colonia , 1531 ).

Nei tempi moderni, la collezione è stata in qualche modo trascurata dagli studiosi, forse messa in ombra dalla più grande opera di Cesario d'Arles: l'Eusebio Gallicano è anche una delle più notevoli mancanze della Patrologia Latina di Jacques Paul Migne.

Nel Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum - CSEL, vol. 21, si trovano 31 sermoni di Fausto di Riez, due dei quali (il 23 ed il 24 indirizzati ai monaci) sono uguali ai primi due della Patrologia Latina.

 


[1] Eusebio d'Emesa, o Eusebio Emeseno, vescovo d' Emesa, oggi Homs, città della Siria presso il Monte Libano ed  antica sede metropolitana della provincia romana della Fenicia Seconda (o Fenicia Libanese) nella diocesi civile d'Oriente e nel patriarcato di Antiochia. Eusebio era nato in Edessa, città della Mesopotamia, circa nel 300. Fu discepolo di Eusebio di Cesarea e molto caro all'imperatore Costanzo che l'avrebbe voluto promuovere alla sede patriarcale di Alessandria; ma Eusebio la rifiutò per ricevere poco tempo dopo la sede di Emesa. Morì circa nel 359.

Compose diverse opere ed inoltre sono conosciute col suo nome numerose omelie o sermoni che sono invece più certamente attribuibili a Bruno di Segni, Eucherio di Lione, Fausto di Riez, Cesario d'Arles ed altri.

Questa raccolta di omelie è contenuta in certi manoscritti sotto il nome di un misterioso "Eusebio" che nel Medio Evo è stato erroneamente identificato in Eusebio d'Emesa.

Questo autore sconosciuto viene inoltre citato come Eusebio Gallicano o Pseudo Eusebio Gallicano o Pseudo Eusebio d'Emesa.


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25 marzo 2020        a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net