REGOLA DEL MAESTRO

 (Libera traduzione da "Patrologia Latina" - J. P. Migne)

 

CAPITOLO XX

Domanda dei discepoli:

 Come ci si deve ricordare degli assenti nell'oratorio. [RB 67]

Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:

1 Quando fuori (dall’oratorio), solerti verso tutta la comunità, gli ebdomadari sono impiegati al servizio della cucina, 2 o il cellerario è occupato nella dispensa, o il custode degli strumenti e dei beni del monastero è occupato nel suo lavoro, 3 all'interno dell'oratorio i loro prepositi diranno a tutta la comunità: “Ricordatevi (di loro) davanti al Signore e pregate per coloro che sono fuori".

4 Inoltre, se c'è qualcuno che manca dall'oratorio e si occupa degli interessi del monastero o viaggia per strada, l'abate dirà a tutta la comunità di ricordare gli assenti nelle orazioni. 5 Leggiamo negli Atti degli Apostoli che pregavano così per un assente: “Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui” (At 12,5). 8 Perciò, se quelli che sono occupati altrove non sono ricordati nell'oratorio, sono proprio loro che, pur essendo fuori, ricevono da Dio tutta la ricompensa, mentre gli altri che sono dentro ne escono senza profitto. 7 Perché se quelli che sono dentro avevano il tempo di pregare, era grazie ai primi che, stando fuori, assicuravano loro con i loro impegni le cose necessarie alla vita. 8 Ed è giusto che tutti, stando dentro, ricordino l'assente nelle loro preghiere, poiché lui si occupa del bene di tutti. 9 Così come uno a nome di tutti si occupa del bene comune, così quell’uno partecipi alla preghiera di tutti.

10 D'altra parte, anche chi è occupato fuori per il bene del monastero deve osservare questo (principio): quando, all'interno dell'oratorio, le persone si inchinano per la preghiera alla fine dei Salmi, 11 egli chiederà ad alta voce all’oratorio di ricordarsi di lui: pur dicendo lui stesso l'opera di Dio nel luogo in cui è occupato.

12 In quanto agli ammalati, l'abate inviterà tutti a ricordarli ad ogni preghiera. 13 D'altra parte, se un fratello forestiero lascia il monastero, durante l'opera di Dio che seguirà l'abate dirà alla comunità di ricordarlo 14 perché questo fratello, uscendo, ha rivolto questa richiesta a tutti: “Voi avete il Signore, pregate per me e ricordatevi di me in nome del vostro angelo. "

 

CAPITOLO XXI

Domanda dei discepoli:

Come devono fare la Comunione gli ebdomadari di cucina eD il cellerario.

Il Signore ha risposto per mezzo del maestro:

1 Ora, quando nell'oratorio si sta davanti all'abate per la comunione, una volta che tutti hanno ricevuto (il bacio di) pace e l'abate ha ricevuto la comunione, nessuno prenda la comunione dopo di lui, 8 ma subito i prepositi di questi fratelli di turno nella settimana chiedano di poter uscire per far venire i loro ebdomadari all'oratorio per la comunione, completando fuori il lavoro al loro posto. 8 Una volta che questi prepositi saranno fuori, uno starà in cucina, l'altro apparecchierà le tavole.

4 Mentre (i prepositi) escono, gli ebdomadari lavino subito le mani, entrino, preghino brevemente e, dopo la preghiera, diano la pace solo all'abate; 5 a lui solo, per evitare che, dandola a tutti, non ritardino l'ora del pasto della comunità 6 e che, per essere usciti troppo tardi e non aver fatto i necessari preparativi, facciano cadere nel vizio dell'ira l'abate quando uscirà con la comunità, perché non hanno ancora preparato il necessario. 7 Quindi, dopo una breve preghiera, prenderanno subito la Comunione e berranno dal calice, poi ripeteranno brevemente di nuovo la preghiera, reciteranno il versetto a bassa voce e l'abate concluderà; in modo che escano e facciano tornare i loro preposti nell'oratorio. 8 Quando usciranno, l'abate dirà loro: "Attenti, fratelli, a non prendere cibo o bevande in anticipo su istigazione del diavolo, prima della preghiera comune che deve essere fatta per la mensa, - 9 anche se noi che siamo qui dentro non vi vediamo (quando siete) fuori, tuttavia Dio, che è presente ovunque, che vede tutto e da cui nulla è nascosto, vi guarda! – 10 per timore che, vedendovi mangiare in anticipo, non vi abbandoni nei vostri depravati pensieri (Cfr. Rm 1,28) e che i vostri furti siano imputati contro di voi a vostra condanna nel giudizio (finale)".

11 Questi (fratelli) dunque, uscendo con il cellerario dopo questo avvertimento, uno torni in cucina, l'altro completi i servizi che il suo preposito non ha svolto, 12 cioè preparino i tavoli, sistemino le panche, apparecchino i tavoli, strofinino i calici; così che l'abate, quando uscirà (dall’oratorio) con la comunità, trovi tutto preparato. 18 Senza dimenticare le razioni di pane per tutti, riposte nella cesta sospesa sopra la tavola dell'abate, 14 affinché l'abate, quando esce, trovi tutto preparato e non ci sia motivo per arrabbiarsi o pretesto di collera e di grida, ma che il monastero sia (un luogo) di silenzio e di pace.

 

CAPITOLO XXII

Domanda dei discepoli:

Una volta usciti tutti gli ebdomadari, con quale ordine devono comunicarsi, dopo l'abate, tutti gli altri che restano nell'oratorio.

Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:

1 Dopo la comunione dell'abate, si comunicherà il preposito che per il suo turno sta accanto all'abate, a cui seguiranno tutti (i fratelli) della sua decania. 2 Quando avranno finito, l'altro preposito si comunicherà e di nuovo lo seguirà tutta la sua decania. 3 E se, con l'aiuto del Signore, la comunità sarà più numerosa, continuino con lo stesso ordine. 4 Infatti devono rimanere nell’oratorio e comunicarsi secondo l'ordine ricevuto.

5 Se un fratello si inorgoglisce rispetto alla comunione e rifiuta di comunicarsi, lo si lasci stare e che se ne astenga. 6 Ma quando vorrà comunicarsi, non gli sarà permesso di comunicarsi per lo stesso periodo di tempo. Per quanto tempo egli si è inorgoglito senza nessuna ragione, per altrettanto tempo l'abate o il preposito si sdegneranno con ragione nei suoi confronti.

7 Allo stesso modo, chiunque si inorgoglisce e rifiuta di venire a tavola, lo si lasci fare ed al prossimo pasto, invece di permettergli di mangiare, lo si faccia alzare da tavola non appena si sarà seduto: 8 poiché ha rifiutato (di sedersi a tavola) quando l'abate voleva, a sua volta l'abate giustamente glielo rifiuterà quando lui lo vorrà.

9 Il posto accanto all'abate nell'oratorio sarà occupato per una giornata, a turno, dai prepositi e dagli altri fratelli, in modo che il grado di secondo rimanga sempre indeterminato. 10 Così, nessuno si sentirà sicuro ed orgoglioso del suo rango e non farà scoraggiare gli altri, 11 ma tutti si sforzeranno di compiacere con le loro buone azioni e gareggeranno per ottenere l'onore che sperano, per merito e non grazie al titolo che hanno. 12 Abbiamo intenzione di discutere di nuovo riguardo a questa questione, così come ci prescriverà il Signore.

18 Inoltre, dopo l'abate e dietro suo ordine, saranno i prepositi di entrambi i cori a recitare le antifone. 14 Quando avranno finito, sempre su ordine dell'abate, i fratelli di rango inferiore dei due cori, secondo un ordine nominale, reciteranno (le antifone) uno dopo l'altro, cioè prima (un fratello) di questo coro e poi (un fratello) dell'altro.

 


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10 dicembre 2020     a cura di Alberto "da Cormano" Grazie dei suggerimenti alberto@ora-et-labora.net