EVAGRIO MONACO

LE NORME DELLA VITA MONASTICA,

UN’AGGIUNTA CONFORME ALLA PRATICA DELLA QUIETE

Estratto da "Patrologia Greca",
Vol. 40, col. 1252-1264. J.P. Migne, 1863
Libera traduzione dal latino (e dalla traduzione inglese di "Evagrius of Pontus - The Greek Ascetic Corpus", Oxford University Press 2003)

Anacoresi

1. In Geremia si dice: " Non prendere moglie, non avere figli né figlie in questo luogo, perché dice il Signore riguardo ai figli e alle figlie che nascono [1253A] [i] in questo luogo …: Moriranno di malattie strazianti" (Ger 16, 1-4). Questo testo mostra che, secondo l'Apostolo, " chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! ... La donna sposata si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito"(1 Cor. 7: 33- 34). È chiaro che l'affermazione del Profeta, “moriranno di malattie strazianti”, si riferisce non solo ai figli e alle figlie che usciranno dalla vita coniugale, ma anche ai figli ed alle figlie nati nel cuore, cioè i pensieri ed i desideri della carne; anch'essi moriranno nella condotta malata, perversa e dissoluta di questo mondo, e non raggiungeranno la vita celeste ed eterna. Ma l'Apostolo dice: "chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore" (1 Cor 7,32); egli produrrà i frutti sempre freschi [1253B] e immortali della vita eterna.



[i] Tra parentesi quadre sono indicati i numeri di colonna del vol. 40 della Patrologia Greca.

2. Tale è il monaco e così deve essere il monaco, astenendosi dalla moglie, non producendo figlio o figlia nel luogo menzionato da Geremia. Piuttosto, deve essere un soldato di Cristo, libero dalle occasioni e dalle ansie, non coinvolto in nessuna preoccupazione e attività commerciale: come dice l'Apostolo, “Nessuno, quando presta servizio militare, si lascia prendere dalle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato” (2 Tm 2,4). Il monaco segua questo corso, soprattutto perché ha abbandonato tutte le preoccupazioni materiali del mondo e si è diretto verso i meravigliosi e nobili trofei della pratica della quiete. Perché com'è bella e nobile l'ascesi che conduce alla quiete, com'è veramente bella e nobile! “Il mio giogo infatti è dolce, e [1253C] il mio peso leggero” (Mt 11,30). Dolce è questa vita, la sua pratica è una delizia!

3. Vuoi dunque, o amato, intraprendere la vita solitaria così come è e correre dietro ai trofei della quiete? Lasciati alle spalle le preoccupazioni del mondo, i Principati e le Potenze che gli sono state assegnate (Cfr. Ef 6,12); cioè, mantieniti libero dalle preoccupazioni materiali e dalle passioni, renditi indipendente da ogni desiderio, in modo che, man mano che diventi estraneo alle situazioni che ne derivano, puoi essere in grado di coltivare adeguatamente la quiete. Perché se uno non dovesse districarsi da questi, non sarebbe in grado di vivere questo condotta di vita con successo.

Cibo

Aderisci a una dieta frugale e misera, senza grandi quantità e di tipi che facilmente causano distrazioni. E se il pensiero di cibi costosi dovesse sorgere per motivi di ospitalità, lascialo lì e non dargli alcun credito, poiché l'avversario ti sta creando un inganno; [1253D] sta preparando una trappola per allontanarti dalla tua quiete. Sai come il Signore Gesù incolpa l'anima che si occupa di queste cose, vale a dire Marta: “tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno" vale a dire, dice, ascoltare la parola divina, e dopo di che tutto segue facilmente. E così aggiunge subito: "Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,41-2). Hai anche l'esempio della vedova di Sarepta: qual era l'ospitalità che offrì al profeta (1 Re 17, 10-16)? Anche se hai solo pane, sale e acqua [1256A], con questi puoi ottenere la ricompensa dell'ospitalità. E se non hai nemmeno questo, ma ricevi l'ospite con una buona disposizione e gli offri una parola utile, in questo modo potrai ottenere la ricompensa dell'ospitalità, poiché la Scrittura dice: “Una parola non vale più di un dono ricco?” (Sir 18,17).

Proprietà

4. Questo deve essere il tuo atteggiamento nei confronti dell'elemosina. Pertanto, non desiderare di possedere ricchezze per fare donazioni ai poveri, perché questo è un inganno del maligno che spesso porta alla vanagloria e proietta nella mente dei pretesti per vane preoccupazioni. Hai nel Vangelo la vedova menzionata dal Signore Gesù: con due monetine ha superato l'intenzione ed il valore offerto dai ricchi. [1256B] "Tutti infatti", dice, "hanno gettato (nel tesoro) parte del loro superfluo. Lei invece... tutto quanto aveva per vivere" (Marco 12,44).

Nel caso dei vestiti, non nutrire alcun desiderio di indumenti superflui; prevedi quelli sufficienti a soddisfare le esigenze del corpo. Piuttosto, "Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà" (Salmo 55(54),23), poiché la Scrittura dice "Egli ha cura di voi" (1 Pt 5,7). Se hai bisogno di cibo o vestiti, non vergognarti di accettare ciò che gli altri ti offrono, perché questa è una forma di orgoglio. Ma se possiedi un’eccedenza di queste cose, dalla a chi ne ha bisogno. È in questo modo che Dio vuole che i suoi figli amministrino le loro proprietà tra di loro. Per questo motivo l'Apostolo, scrivendo ai Corinzi, disse riguardo ai bisognosi: "Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza [1256C] supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: “Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno (Es 16,18)""(2 Cor 8,14-15). Avendo quindi ciò di cui hai bisogno per il presente, non preoccuparti del futuro, che sia un giorno, una settimana, un anno od alcuni mesi. Quando arriverà il domani, quel momento provvederà a ciò che è necessario, purché tu cerchi soprattutto il regno dei cieli e la giustizia di Dio. Perché il Signore dice: "Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33).

5. Non avere presso di te un giovane servitore, affinché l'avversario non provochi uno scandalo dentro di te attraverso di lui e tormenti i tuoi pensieri con preoccupazioni per cibi costosi, [1256D] perché così non potresti più preoccuparti solo per te stesso. E se ti viene il pensiero del riposo fisico, considera piuttosto ciò che è migliore, cioè la quiete spirituale. In verità, il riposo spirituale è migliore di quello del corpo. Anche se la tua intenzione è di aiutare il tuo servitore, non lasciarti persuadere. Questo non è un nostro dovere: questa incombenza spetta ad altri, cioè ai santi padri che vivono in comunità. Pensa solo al tuo vantaggio ed abbraccia le norme di vita del silenzio e della quiete.

Rapporti umani ed esilio volontario

Non mostrare amore per la convivenza con persone di mentalità materiale e coinvolte negli affari. Vivi da solo o con fratelli liberi da preoccupazioni materiali e che pensano come te. [1257A] Chi vive con coloro che sono di mentalità materiale e coinvolti in affari economici condivide completamente le loro circostanze e diventa schiavo di imposizioni umane, conversazioni oziose ed ogni sorta di altri vizi: rabbia, tristezza, follia per le cose materiali, paura e scandalo.

Non lasciarti trasportare dalle preoccupazioni per i tuoi genitori o dall'affetto per i tuoi parenti. Piuttosto, evita incontri frequenti con loro, affinché non ti sottraggano la quiete nella tua cella e ti inducano a partecipare alle loro circostanze. "Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti", dice il Signore (Mt 8,22). Se per di più la (posizione della) cella in cui vivi ti è di ostacolo, fuggi e non aver riguardo per essa; non perdere tempo perché le sei affezionato. Fa’ qualsiasi cosa per coltivare la quiete e dedicare il tuo tempo [1257B] al diligente impegno verso la volontà di Dio ed alla lotta contro i nemici invisibili.

6. Se non sei in grado di coltivare la quiete con facilità nella tua regione, indirizza il tuo scopo verso l'esilio volontario ed incita ad esso il tuo pensiero. Sii come un ottimo uomo d'affari, valutando tutto riguardo alla (coltivazione della) quiete e tieni in serbo quelle cose che la rafforzano (Cfr. 1 Ts 5,21). Anzi, io ti dico, ama l'esilio volontario, perché ti separa dalle difficoltà del tuo paese e ti permette di godere in solitudine dell'eccezionale beneficio del silenzio. Evita i soggiorni in città, persevera nello stare da solo. Perché il santo uomo (vale a dire il re Davide) disse: "Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto" (Salmo 55(54),8). Se possibile, non entrare affatto in una città, [1257C] perché non vedrai niente di opportuno, niente di utile, niente di benefico per il tuo modo di vivere. Perché ancora una volta il santo dice: "Ho visto nella città violenza e discordia" (Salmo 55(54),10). Pertanto, cerca luoghi appartati e liberi da distrazioni. Non aver paura del disagio di quei luoghi. Se lì vedi fantasie di demoni, non aver paura e non fuggire dalla regione del nostro profitto. Persevera imperterrito e vedrai “le grandi opere” di Dio (Cfr. Dt 11,2, At 2,11), l'assistenza, la sollecitudine ed ogni altra realizzazione per quanto riguarda la (nostra) sicurezza. Infatti il beato uomo dice: "Ho aspettato colui che mi salva dallo scoraggiamento e dalla rovina" (Sal 55(54),9: Volg.). Non lasciare che il desiderio di vagabondare del tuo animo vinca la tua intenzione di vita, perché "l'instabilità con la passione travolge una mente semplice" (Sap 4,12: ? [i]). A questo riguardo le tentazioni sono molte. Temi di cadere [1257D] e rimani saldo nella tua cella.



[i] Il testo della Patrologia Greca recita "inconstantia cum concupiscentia, transvertit sensum sine malitia", che ho tradotto con "l'instabilità con la passione travolge una mente semplice". Il testo dalla Volgata è: "inconstantia concupiscentiae transvertit sensum sine malitia", che andrebbe tradotto con: "il turbine della passione travolge una mente semplice".

7. Se hai amici, evita incontri frequenti con loro, perché se li incontri con lunghi intervalli sarai veramente loro d'aiuto. Ma se pensi che ti possa venire del male attraverso di loro, non avvicinarti affatto a loro, perché devi avere amici utili che contribuiscono al tuo stile di vita. Evita anche di incontrare persone malvagie e litigiose e non soffermarti con nessuno di loro. Piuttosto, evita i loro propositi malvagi, poiché non hanno alcuna relazione con Dio, [1260A] né dimorano con lui. Ti siano amici degli uomini pacifici, fratelli spirituali e santi Padri. Perché il Signore ha parlato di loro in questo modo quando ha detto: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre" (Mt 12,49-50). Non avere a che fare con persone impegnate in diverse occupazioni e con uomini d’affari e non frequentare la loro tavola, per timore che ti trascinino in mezzo ai loro stessi inganni e ti facciano deviare dalla disciplina del silenzio e della quiete, perché questa è la passione che sta dentro di loro. Non piegare l'orecchio alle loro parole e non dare ascolto ai pensieri del loro cuore, perché sono davvero dannosi. Il tuo desiderio sia diretto verso i fedeli della terra e l’impegno del tuo cuore sia quello di ambire al loro dolore. Poiché la Scrittura dice: "I miei occhi sono rivolti ai fedeli [1260B] del paese perché restino accanto a me" (Salmo 101(100),6). Ma se uno di quelli che cammina secondo l'amore di Dio viene ad invitarti a mangiare con lui e tu vuoi andare, allora va', ma torna subito alla tua cella. Se possibile, non dormire mai al di fuori di essa, in modo che la grazia della quiete possa rimanere con te sempre e tu manterrai il rispetto del tuo proposito senza ostacoli.

8. Non diventare un amante dei cibi raffinati o degli inganni di uno stile di vita permissivo. Perché "quella che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta", come dice l'Apostolo (1 Tm 5,6). Non riempirti il ventre di cibi preferiti dalle persone del mondo, per timore che sorga in te una voglia per questi (cibi) e che questa susciti il desiderio di mangiare alle loro tavole. Perché fu detto: "Non lasciatevi sedurre dalla sazietà del ventre" (Pr 24,15: LXX). Se ti vedi spesso invitato fuori dalla tua cella, rifiuta (gli inviti). [1260C] Una permanenza prolungata fuori dalla tua cella è dannosa: ti priva della grazia, offusca il tuo pensiero, spegne il tuo desiderio. Nota come una bottiglia di vino lasciata a giacere immobile al suo posto per molto tempo rende il vino limpido, stabile e profumato. Ma se viene portata qua e là, lascia il vino agitato e torbido ed allo stesso tempo mostra la sgradevolezza proveniente dall’anomalia della feccia. Confronta te stesso quindi con questo esempio e trai beneficio dall'esperienza. Rompi le relazioni con una moltitudine di persone, per evitare che la tua mente si distragga e disturbi il ritmo della quiete.

Lavoro manuale

Pensa a lavorare con le tue mani, per quanto ti è possibile sia di notte che di giorno, in modo da non essere un peso per nessuno, e inoltre puoi essere in grado di offrire donazioni, [1260D] come consigliò e disse il santo apostolo Paolo (1 Ts 2,9; 2 Ts 3,8). In questo modo puoi anche vincere il demone dell'accidia ed eliminare tutti gli altri desideri ispirati dal nemico. Il demone dell'accidia è in agguato per la pigrizia ed "Il pigro brama", come dice (la Scrittura) (Pr 13,4).

Evita il peccato del dare e ricevere pagamenti. Quindi, che si tratti di vendita o di acquisto, accetta una piccola perdita sul giusto prezzo, per il timore di farti condurre nelle vie dell'avidità a causa dalla pignoleria per quanto riguarda il prezzo. In questo modo cadresti in rapporti d’affari che causano danni all'anima, come le controversie, gli spergiuri [1261 A] ed i baratti in nome della tua parola, ed in tali cose getteresti disonore e vergogna sull’onorevole dignità del nostro proposito. Tenendo presente questo, guardati bene dal comprare e vendere. Se scegli l'alternativa migliore e questa possibilità è disponibile per te, getta questa tua preoccupazione su un'altra persona degna di fiducia, in modo che facendo ciò in modo gioioso e pacifico tu possa possedere una buona e gioiosa speranza.

Compunzione

9. Tali sono i preziosi consigli che la via della quiete è in grado di offrirti. E ora ti esporrò il significato del resto dei pensieri che si trovano in essa; tu ascoltami e fai ciò che ti ingiungo. Seduto nella tua cella, raccogli la tua mente, presta attenzione al giorno della tua morte e poi guarda la morte del tuo corpo. Considera la situazione, accetta la fatica e la sofferenza, condanna la vanità di questo mondo, [1261B] e preoccupati di agire con disciplina ed assiduità, in modo da poter rimanere sempre nello stesso proposito di praticare la quiete, senza incorrere nell’incostanza. Richiama alla mente anche lo stato attuale delle creature nell'inferno; considera come vanno le cose per le anime che sono lì, in quale sorta di doloroso silenzio, in quale terribile gemito, in quale grande paura ed angoscia, considera quale attesa, quale dolore incessante e quale pianto senza fine delle anime. Ma ricorda anche il giorno della risurrezione e della presentazione davanti a Dio; immagina quale terribile e spaventoso giudizio porta allo scoperto ciò che è in serbo per i peccatori: vergogna davanti a Dio ed al suo Cristo, agli angeli, agli arcangeli, alle Potenze ed a tutta l'umanità; e poi, tutte le forme di punizione: il fuoco che non si estingue ed il verme che non muore (Cfr. Is 66,24, Mc 9,48), gli inferi, le tenebre, [1261C] lo stridore di denti su tutte queste cose, i terrori ed i tormenti. Ma presenta anche le cose buone in serbo per i giusti: la fiducia in Dio Padre e nel suo Cristo, negli Angeli, negli Arcangeli, nelle Potenze ed in tutto il popolo, il regno ed i suoi doni, la gioia e l'allegria. Tieni davanti a te il ricordo di entrambe queste possibilità e, riguardo al giudizio dei peccatori, gemi, piangi e rivestiti di lutto, per paura di trovarti in mezzo a loro. Ma delle cose buone in serbo per i giusti, rallegrati, sii contento e felice. Cerca con impazienza di rallegrarti di questi ultimi e di prendere le distanze dai primi. Fai attenzione a non dimenticarli mai, sia che ti trovi nella tua cella o fuori da qualche parte. Non distaccare il tuo pensiero dal ricordo di queste cose, [1261D] in modo che attraverso di esse tu possa sfuggire a pensieri spregevoli e dannosi.

Digiuno

10. Digiuna per quanto più puoi davanti al Signore. Il digiuno purifica completamente le tue trasgressioni ed i tuoi peccati; abbellisce l'anima, santifica il tuo modo di pensare, scaccia i demoni e ti prepara ad essere vicino a Dio. Mangiando una volta al giorno, non desiderare di mangiare un secondo pasto per non diventare dissipatore e disturbare il tuo pensiero. Così potrai sia accumulare l’eccedenza a scopo di opere di beneficenza, sia mettere a morte le passioni del corpo. Ma se dovesse avvenire una visita di fratelli e tu dovessi mangiare una seconda ed una terza volta, non essere scontroso o abbattuto; rallegrati piuttosto che sei obbediente alla necessità e, mangiando un secondo o terzo pasto, rendi grazie a Dio che hai adempiuto la legge dell'amore [1264A] e che hai Dio stesso come Colui che dispone per la tua vita. Ci saranno anche momenti in cui sopraggiungerà la malattia del corpo e sarà necessario mangiare una seconda e terza volta o anche più spesso: il tuo spirito sia pronto (ad affrontare) questi tempi. Non è necessario attenersi alle attività corporali (ascetiche) della nostra professione anche in tempi di malattia, ma è necessario rinunciare ad alcune di esse, per poter praticare di nuovo queste stesse attività della nostra vita ascetica quando si torna in salute. Riguardo all'astinenza dai cibi, la parola divina non ci proibì di mangiare nulla, ma disse: “Vi do tutto questo, come già le verdi erbe; mangiatene senza distinzione "(Gen 9,3; 1 Cor 10,25); e "Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo" (Mt 15,11). Pertanto, l'astinenza dal cibo deve essere una questione di nostra libera scelta ed un impegno ascetico dell'anima.

Preghiera

11. Sopporta volentieri la privazione del sonno, il dormire per terra [1264B] e tutte le altre austerità aspettando con impazienza la gloria futura che ti sarà rivelata con tutti i santi. Poiché la Scrittura dice: "Le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi" (Rm 8,18). Se sei scoraggiato, prega come dice la Scrittura (cfr. Gc 5,13). Prega con timore e tremore, con sforzo, con attenzione e vegliando. Questo è il modo in cui devi pregare, soprattutto a causa dei nostri nemici invisibili maligni e pieni di malizia che ci vogliono trattare con insolenza. Quando ci vedono impegnati nella preghiera, allora si oppongono con forza a noi, insinuando nella nostra mente cose che non si devono accogliere o pensare durante il tempo della preghiera, in modo che possano indisporre il nostro spirito e rendere [1264D] la domanda e la supplica della nostra preghiera inutili, vuote e senza profitto. La preghiera, la domanda e la supplica diventano veramente vuote ed inutili quando non vengono eseguite, come abbiamo detto, con timore e tremore, con attenzione e vigilanza. Se poi qualcuno si avvicina ad un re umano con paura, tremore e vigilanza e presenta una petizione in questo modo, tanto più non dovrebbe presentarsi in modo simile a Dio, il Signore di tutti, ed a Cristo, il Re dei re e Principe dei principi. e quindi fare la sua petizione e supplica? Perché sia gloria a Dio per sempre. Amen.


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7 aprile 2021           a cura di Alberto "da Cormano"      Grazie dei suggerimenti      alberto@ora-et-labora.net