La vita di Abba Isaia

Estratto e tradotto da "The Monastic School of Gaza (La scuola monastica di Gaza)"

Brouria Bitton-Ashkelony, Aryeh Kofsky, Ed.Brill Leiden Boston 2006 [1]

 

Abba Isaia [2], era un monaco egiziano che iniziò la sua vita monastica in un cenobio (probabilmente a Scete in Egitto) ed in seguito si isolò nel deserto. Egli attirò molti ammiratori e, per evitarli, decise di emigrare in Palestina. Dopo una visita a Gerusalemme ed ai suoi luoghi santi, si stabilì nel "deserto" vicino a Eleuteropoli [3], ed anche lì divenne noto. Perfino i membri del governo si interessarono a lui.

Infine Abba Isaia si ritirò nella regione di Gaza nella seconda metà del V secolo. Il suo arrivo originò un cambiamento significativo nel monachesimo di Gaza, rivoluzionando i suoi schemi di leadership ed influenzando ogni aspetto della sua vita. Viene citato in vari testi originari del circolo monastico di Gaza ed in una breve biografia, conservata nella sua interezza solo nella traduzione siriaca ed attribuita a Zaccaria Retore [4] che, nella generazione successiva, era vicino a questo circolo. La regione di Gaza dove egli si ritirò era vicina a Beth Dallatha, a quattro miglia da Tabata, l'attuale Oumm el Toût, città natale di Ilarione [5] ed il luogo in cui risiedette Pietro Iberico [6] negli anni 485-488, nel tentativo di sfuggire alle orde di ammiratori, sia monaci che laici, che si radunavano alla sua porta in cerca di assistenza e direzione spirituale. Lì, negli anni successivi al Concilio di Calcedonia (451), stabilì un cenobio che incorporava forme di monachesimo lauritico [7] simili al modello iniziato da Shenoute [8] in Egitto e da Gerasimo [9], nello stesso periodo, nella Valle del Giordano. Abba Isaia si ritirò nella sua cella in una vita di solitudine, mantenendo i contatti con il mondo esterno solo attraverso il suo discepolo Pietro l'Egiziano. Fece una sola eccezione, in occasione di una visita di una delegazione di monaci egiziani guidata da Giovanni Archimandrita, quando, in uno spirito di egualitarismo, aprì le sue porte a tutti. Anche in condizioni di estremo ritiro, Abba Isaia continuò la sua direzione spirituale attraverso il suo discepolo fino al giorno della sua morte nell'agosto del 491. In tal modo forgiò un modello di leadership spirituale che continuò nella prima metà del sesto secolo tra il circolo monastico di Gaza sotto Barsanufio e Giovanni [10]. Abba Isaia ebbe contatti con il noto filosofo e retore Enea di Gaza [11], che lo consultò frequentemente riguardo agli scritti filosofici di Platone, Aristotele e Plotino, anche se Abba Isaia non aveva alcuna formazione filosofica. Questa relazione attesta il contatto con il centro intellettuale che si era sviluppato a Gaza in questo periodo, fornendo prove di una certa apertura intellettuale in questo circolo. La portata di questa apertura non deve essere esagerata, tuttavia, dal momento che Abba Isaia dimostrò anche una tendenza anti-intellettuale. Questa apertura all'"intellettualismo" altalenò nelle generazioni che seguirono; si ampliò con l'inserimento dei discepoli di Pietro Iberico tra gli studenti della facoltà di legge di Beirut, guidata da Severo di Antiochia [12], e si affievolì con la tendenza anti-intellettuale riflessa nelle lettere di Barsanufio e Giovanni; ma fu di nuovo risorgente nella generazione successiva; un cambio di direzione verso una maggiore apertura è ancora una volta riconoscibile al tempo di Doroteo di Gaza [13].

Da vicino e da lontano, Abba Isaia fu assalito da domande relative a vari aspetti della vita, in particolare alla vita religiosa e monastica ed anche a problemi teologici. La biografia gli attribuisce numerosi scritti riguardanti la guida per i monaci e la politeia [14] monastica, facendo chiaramente riferimento all'opera Asceticon  che gli è attribuita. Abba Isaia, negli anni seguenti il ​​Concilio di Calcedonia divenne uno dei leader dell'opposizione anti-calcedoniana in Palestina, insieme al suo amico Pietro Iberico. Verso la fine della vita di Abba Isaia i due furono chiamati a Costantinopoli dall'imperatore Zenone (488), apparentemente per cercare di convincerli a sostenere la politica conciliante dell'henotikon [15]; ma Isaia evitò di fare il viaggio con il pretesto della malattia, mentre Pietro fuggì e si nascose in Fenicia. Abba Isaia morì nel suo monastero nell'estate del 491, lasciando il suo discepolo Pietro Egiziano  come suo erede.

Originariamente scritto in greco l'Asceticon di Abba Isaia non venne tradotto in altre lingue per molto tempo. Il testo è una raccolta di brevi saggi (logoi ) simili nella loro forma e contenuto ad alcune lettere di Barsanufio e Giovanni, che riprendono lo stile degli Apophthegmata [16] piuttosto che quello delle Istruzioni di Doroteo . Molti di questi logoi sembrano essere basati sulle lettere di guida spirituale di Abba Isaia. Scritti senza l'intenzione di produrre un'opera letteraria, furono successivamente redatti da Pietro Egiziano e forse anche dai discepoli di Pietro. Il testo condivide temi centrali con la letteratura monastica egiziana, come gli Apophthegmata, le lettere di Antonio, gli scritti di Evagrio ed il corpus pacomiano, come ci si potrebbe aspettare dalle radici ascetiche egiziane di Abba Isaia. L' Ascetikon non è un testo sistematico, trasmette semplicemente insegnamenti monastici e l'esperienza maturata nelle generazioni precedenti. Rispetto agli Apophthegmata, si distingue per il suo carattere didattico e pedagogico. In sostanza, costituisce un manuale di istruzioni, opinioni e consigli, insieme a commenti ascetici su passaggi e concetti selezionati dalle Sacre Scritture che coprono la maggior parte delle situazioni della vita monastica e specificano in dettaglio i doveri principali del monaco semi-anacoretico. Si differenzia quindi dalla realtà prevalentemente eremitica degli Apophthegmata e di Evagrio [17], e si occupa di una situazione cenobitico-eremitica più complessa. Ciò preclude l'applicazione della dicotomia psicologica evagriana tra la vita eremitica del monaco e la sua vita precedente nella società, richiedendo un trattamento diverso e innovativo del complesso di sfide e problemi derivanti dal contesto monastico.


[1] Le note sono del traduttore, per la maggior parte estratte da Wikipedia.

[2] Abba Isaia viene anche nominato come Isaia di Scete o Isaia di Gaza. Molto probabilmente si tratta della stessa persona. In particolare sono di questo parere L. Regnault in "Isaie de Scété ou de Gaza? Notes critiques en marge d'une Introduction au problème isaïen", Revue d'ascétique et de mystique 46 (1970) e D.J. Chitty in "Abba Isaiah", Journal of Theological Studies 22 (1971). Non tutti gli studiosi sono dello stesso parere, per esempio R. Draguet in "Introduction au problème isaïen", CSCO 293 (1968).

[3] Eleuteropoli (Eleutheropolis) era il nome greco di una città romana in Palestina (oggi in Israele), situata 53 km a sud ovest di Gerusalemme nella pianura di Yehudà tra il ruscello Guvrin ed il ruscello Marscia. Nell'anno 200 fu promossa dall'imperatore Settimio Severo a polis e ricevette per l'occasione il nuovo nome di Eleutheropolis, che significa "la città degli uomini liberi". La città diventò molto importante, arrivando a dominare un territorio molto ampio.

[4] Zaccaria Scolastico, anche noto col nome di Zaccaria di Mitilene e Zaccaria Retore (465 circa – 553 circa), è stato un vescovo e storico bizantino.

[5] Ilarione di Gaza (Tabata, 291 – Pafo, 371) è stato un monaco cristiano romano originario della Palestina, che trascorse parte della sua vita come eremita. La sua città natale, Tabata, distava circa 5 miglia da Gaza.

[6] Pietro Iberico. - Vescovo monofisita (n. in Georgia 409 - m. Iamnia 491). Nome originale Nabarnugi, figlio di Bosmyrios re di Iberia (parte dell'odierna Georgia), inviato come ostaggio a Costantinopoli all'età di dodici anni, nel 437-438 fuggì a Gerusalemme, dove si diede alla vita ascetica con il nome di Pietro, e dove fondò il monastero detto poi degli Iberi.

[7] Nel monachesimo lauritico il monaco vive solo, per lo più in una grotta, mentre in altre grotte vicine vivono altri monaci. In alcune occasioni particolari però, come feste, uffici e preghiere speciali, tutti si riuniscono insieme per le celebrazioni. Questo monachesimo è perciò solitamente considerato lo stadio intermedio tra quello eremitico e quello cenobitico.

[8] Scenute (Shenalolet, 348 circa – Sohag, 466 circa) è stato un religioso e scrittore egiziano. Venerato come santo dalla Chiesa ortodossa copta.

[9] Gerasimo (Licia, ... – Giordano, 5 marzo 475) è stato un anacoreta, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Nato in Licia, nell'Asia Minore, visse ai tempi dell'imperatore Zenone e fondò una comunità monastica nei pressi del fiume Giordano.

[10] Barsanufio, conosciuto anche come Barsanofio, (Egitto, V secolo – Tabata (o Thawatha), l'attuale Oumm el Toût nei pressi di Gaza, 540), è stato un anacoreta egiziano del V secolo; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Giovanni, detto il Profeta, dimorò nello stesso monastero di Barsanufio, di cui fu collaboratore.

[11] Enea di Gaza (... – 518 circa) è stato un filosofo neoplatonico romano poi convertitosi al cristianesimo e appartenente alla Scuola di Gaza.

[12] Severo di Antiochia, o Severo Antiocheno (Sozopoli, 465 circa – Egitto, 8 febbraio 538), è stato un arcivescovo e teologo bizantino, patriarca di Antiochia dal 512 alla morte. Severo può essere considerato il maggiore autore in materia di teologia cristiana vissuto nell'epoca giustinianea.

[13] Doroteo di Gaza (505-565), noto anche come Doroteo l'Eremita o Abba Doroteo, era un monaco cristiano e abate. Si è unito al monastero di Abba Serid (o Abba Sveridus) vicino a Gaza attraverso l'influenza degli anziani Barsanofio e Giovanni. Intorno al 540 fondò il suo monastero lì vicino e divenne abate.

[14] Politeia (πολιτεία) è un termine proveniente dal greco antico che generalmente viene tradotto in italiano con «costituzione», ma che ha in realtà un significato ben più ampio e complesso. Per i greci, esso indica al tempo stesso il regime politico, il corpo civico ed il diritto di cittadinanza, nozioni strettamente interconnesse:

[15] L'Enotico, o Henotikon (νωτικόν, henōtikón = "strumento di unione"), fu promulgato dall'imperatore bizantino Zenone (475-491) il 28 luglio 482 dietro suggerimento del patriarca di Costantinopoli Acacio (471-489) per porre fine alle controversie cristologiche che avevano diviso la cristianità in "calcedoniani" (ovvero Roma e Costantinopoli, che avevano sottoscritto i decreti del Concilio di Calcedonia) e "monofisiti", ovvero le chiese dissidenti di Antiochia ed Alessandria d'Egitto, che non avevano accettato le conclusioni del concilio.

[16] L'Apophthegmata Patrum (lett. Detti dei Padri) è il nome dato a diverse collezioni note come Detti dei Padri del Deserto, contenenti storie e detti attribuiti ai Padri ed alle Madri del deserto, risalenti approssimativamente al V secolo d.C. Questi scritti contengono storie di saggezza che descrivono le pratiche spirituali e le esperienze dei primi eremiti che vivevano nel deserto egiziano. Di solito sono scritti in forma di dialogo tra un giovane monaco e il suo padre spirituale, o come consigli dati ai visitatori. Nati come una tradizione orale in lingua copta, vennero solo successivamente trascritti in greco. Le storie erano molto famose tra i primi monaci cristiani, e apparivano in diverse forme e collezioni.

[17] Evagrio Pontico (Ibora, 345 - Egitto, 399) è stato un monaco cristiano, scrittore e asceta greco antico.  Intorno al 383 si recò in Egitto tra i padri del deserto, prima a Nitria e, due anni dopo, a Cellia, dove visse fino alla sua morte; fu discepolo di Macario l'Egiziano, che per lui fu il principale maestro dopo Gregorio di Nazianzo, e di Macario di Alessandria, dal quale apprese le pratiche dell'ascetismo. Nei suoi scritti, in particolare nel Trattato sulla preghiera e nel Praktikos, racchiuse il suo insegnamento sulla vita monastica.


Ritorno alla pagina su "La Regola di Abba Isaia"


| Ora, lege et labora | San Benedetto | Santa Regola | Attualità di San Benedetto |

| Storia del Monachesimo | A Diogneto | Imitazione di Cristo | Sacra Bibbia |


15 marzo 2020                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net