Abba Isaia, Asceticon

INDICE,  LOGOS 1  e LOGOS 3

- Indice e Logos 1 estratti da "Isaia di Gaza, Asceticon", a cura di G. Giaccio, ed. Chirico 2009.

- Logos 3 estratto da "Isaia di Scete, Asceticon", a cura di L. Coco, ed. San Paolo 2011.


 INDICE

Logos 1 Norme per i fratelli che vivono con Isaia

Logos 2 Sullo spirito, secondo la sua natura

Logos 3 Regolamento dei novizi

Logos 4 Sulla coscienza di quelli che vivono in cella

Logos 5 Sui saldi precetti e l’edificazione di quanti desiderano vivere in concordia gli uni con gli altri

Logos 6 Su quelli che vogliono stare in pace

Logos 7 Sulle virtù

Logos 8 Apoftegmi

Logos 9 Precetti per quelli che si ritirano dal mondo

Logos 10 Altri apoftegmi

Logos 11 Sul granellino di senapa

Logos 12 Sul vino

Logos 13 Su quelli che hanno combattuto e vinto

Logos 14 Sul dolore

Logos 15 Non potete amare Dio e il denaro

Logos 16 Sulla gioia dell’anima che vuole essere sottomessa a Dio

Logos 17 Sui pensieri nelle opere

Logos 18 Sull’assenza di rancore

Logos 19 Sulle passioni

Logos 20 Sull’umiltà

Logos 21 Domande di Pietro all’abba sulla penitenza; le due vie

Logos 22 Sull’opera santa dell’uomo nuovo

Logos 23 Sulla perfezione

Logos 24 Sull’impassibilità I

Logos 25 All’abba Pietro suo discepolo

Logos 26 Sentenze

Logos 27 Sull’impassibilità II

Logos 28 Sulle ramificazioni della malizia

Logos 29 Lamentazioni

Logos 30 Parole degli Anziani, raccolte da Isaia

 


LOGOS 1

 Norme per i fratelli che vivono con Isaia

O voi che desiderate vivere con me, ascoltate, nel nome di Dio. Che ognuno di voi resti nella sua cella nel timore di Dio; per comando del Signore, non disprezzate il vostro lavoro, e non siate negligenti nella vostra meditazione, né nell’orazione continua; custodite il vostro cuore da pensieri estranei; non formulate giudizi su uomini e cose di questo mondo, ma esaminate piuttosto i vostri difetti e sforzatevi di camminare rettamente, invocando Dio con cuore afflitto, con lacrime e mortificazione, e così Dio vi perdonerà e custodirà, affinché non cadiate più nelle stesse cose; avendo ogni giorno la morte davanti agli occhi (Sir 28,6), preoccupandovi della vostra uscita dal corpo, di come sconfiggere le potenze delle tenebre (Col 1,13) che vi verranno incontro nell’aria (1Ts 4,17), e di essere integri e irreprensibili nell’incontro con Dio (Fil 1,10); osservando in anticipo il terribile giorno del giudizio e della retribuzione di opere, parole e pensieri di ognuno di noi (Rm 2,5s); infatti, tutto è evidente e chiaro davanti agli occhi di Colui al quale dobbiamo rendere conto (Eb 4,13).

Salvo in caso di necessità, non parlate a tavola né nell’assemblea liturgica; non correggete chi salmodia, a meno che non ve lo chieda. Lavorate ogni settimana nel timore di Dio, senza abbandonare la meditazione. Che nessuno entri nella cella del fratello, né acconsentirete a vedervi prima del tempo. Non sorvegliate il lavoro dell’altro per vedere se tuo fratello lavora più di te o viceversa. Quando svolgete un lavoro senza importanza, non parlate di cose vane (Mt 12,36), non abbiate alcuna familiarità, ma ognuno, nel timore di Dio, realizzi il suo lavoro e la sua meditazione in segreto, raccolto in se stesso. Quando finisce la riunione o vi alzate dalla tavola, non mettetevi a parlare gli uni con gli altri né di Dio né del mondo, ma ognuno entri nella sua cella per piangere sui suoi peccati. Se qualcuno ha bisogno di parlare, parli poco, con umiltà e moderazione, pensando che Dio lo osserva (Eb 4,13).

Non lamentatevi gli uni degli altri in nulla, né dite niente contro nessuno; non giudicate né disprezzate nessuno con la bocca o col cuore; non criticate mai nessuno; che la menzogna non esca mai dalla vostra bocca (Ap 14,5). Non acconsentite a parlare né ad ascoltare niente che non vi aiuti (Eb 13,9). Non ci sia malizia nel vostro cuore, né odio, né invidia verso il prossimo. Che non ci sia mai una cosa nella vostra bocca e un’altra nel vostro cuore, poiché nessuno può prendersi gioco di Dio (Gal 6,7): Egli vede tutto, tanto ciò che è nascosto quanto ciò che è manifesto (Eb 4,13). Ogni pensiero, ogni tribolazione, ogni vostra volontà, tutto ciò che dovete sopportare, non lo nascondete, ma ditelo liberamente al vostro abba e ciò che egli vi dice sforzatevi di farlo con fede.

Ascoltate: non trascurate l’osservanza dei miei precetti; altrimenti, perdonatemi, ma non vi consentirò di restare con me. Se li custodirete in segreto e apertamente, io parlerò a Dio per voi (Eb 13,17), ma se non li osserverete, Dio chiederà conto a voi della vostra negligenza e a me della mia inutilità. Chi custodisce i miei precetti, tanto in segreto quanto apertamente, sarà da Dio preservato da ogni male e protetto in ogni tentazione (2Pt 2,9) che sopravvenga in segreto o apertamente. Vi esorto, fratelli miei: capite perché siete usciti dal mondo e preoccupatevi della vostra salvezza, in modo che la vostra rinuncia non sia vana (1Ts 3,5) e non siate confusi davanti a Dio né davanti a coloro che hanno rinunciato al mondo per Dio, né davanti ai santi che si sono così distinti. Pertanto, l’assenza di lamentele, la mortificazione, l’umiltà, il controllo della volontà in tutto (2Cor 6,6), il non confidare nella tua giustizia (Lc 18,9), ma l’avere sempre presenti i propri peccati, genererà in te costantemente le virtù. Imparate che l’ozio, l’abbondanza e la vanagloria sciupano tutti i frutti della vita monastica.

 

 


LOGOS 3

 

Regolamento dei novizi e dei monaci delle celle

1. In primo luogo noi abbiamo bisogno di umiltà, essendo pronti in tutto, in ogni parola che ascoltiamo o in ogni azione, a dire: «Perdonami», in quanto mediante l’umiltà ogni cosa dell’Avversario si corrompe.

2. Non sopravvalutarti in nessuna opera per stare tranquillo nei tuoi pensieri.

3. Il tuo volto sia serio e mite con le persone estranee perché il timore del Signore abiti in te.

4. Se cammini per strada con i fratelli, allontanati un po’ per stare in silenzio e andando non guardare qua e là ma medita dentro di te e prega Dio in cuor tuo.

5. Nel luogo dove vai non stabilire familiarità ma sii riservato in tutto.

6. Stendi la mano verso [il cibo] che ti è messo davanti come se fossi costretto a mangiare.

7. Essendo giovane non provare a stendere la mano per portarla alla bocca di un altro.

8. Nel luogo dove dormi non ti mettere sotto la coperta con un altro e recita molte preghiere prima di addormentarti.

9. Se sei stanco per il cammino e vuoi ungerti con un po’ d’olio per la fatica della strada, ungi solo i tuoi piedi avendo la delicatezza di non mostrarli e non permettere che il tuo corpo venga unto con l’olio se non in caso di necessità o di malattia.

10. Quando stai nella tua cella, se viene un fratello estraneo da te, comportati così con lui. Ungi i suoi piedi e digli: «Fammi il favore, prendi un po’ d’olio e versalo su di te». Se non vuole farlo in buona pace, tu non insistere. Ma se è un vecchio asceta, tu costringilo a farsi ungere tutto quanto.

11. Stando a tavola con i fratelli ed essendo giovane non dire a uno: «Mangia». Ricordati invece dei tuoi peccati per non mangiare con piacere e tendi le tue mani solo verso quello che c’è davanti a te. Se c’è qualcosa davanti a un altro, tu non protendere le tue mani verso di esso.

12. Le tue vesti arrivino a coprire i tuoi piedi e le tue ginocchia unite strettamente una all’altra.

13. Se ci sono degli ospiti a tavola, offri loro con occhio gioioso (Cfr. 2 Cor 9,7) e quando hanno finito di mangiare ripeti loro due o tre volte: «Per favore, mangiate ancora un po’».

14. Quando mangi non sollevare il volto in direzione del tuo vicino, non guardare qua e là e non proferire parole vane.

15. Non tendere le tue mani verso qualcosa che vuoi senza aver detto: «Sia benedetto» (Nota: formula di cortesia del giovane nei confronti di un anziano).

16. Quando bevi dell’acqua non permettere che la tua gola faccia rumore come capita a quelli che sono nel mondo.

17. Stando con i fratelli, se ti viene da sputare, non farlo davanti a loro, ma alzati e fallo fuori.

18. Non stirarti con il corpo se degli uomini ti vedono.

19. Se ti viene uno sbadiglio, non aprire la bocca ed esso passerà.

20. Se ti viene da ruttare, non farlo.

21. Non aprire del tutto la bocca quando ridi, [è segno] di mancanza di timore.

22. Non desiderare niente del vicino, quando lo vedi, né la tunica, né la cintura, né la cocolla e non acconsentire al desiderio di farti qualcosa che gli è simile.

23. Se ti fai un libro, non abbellirlo con ornamenti: sarebbe infatti per te una passione.

24. Se hai commesso una mancanza, non mentire per vergogna, ma fai penitenza dicendo: «Perdonami» e lo sbaglio viene superato.

25. Se qualcuno ti fa un discorso duro, non sentirti ferito nell’orgoglio, perché l’ira di Dio arriva in fretta.

26. Se uno ti ha calunniato in una qualche circostanza, non lasciarti spaventare ma fai penitenza dicendo: «Perdonami, non lo faccio più» sia che tu sappia di cosa si tratti sia che tu non lo sappia.

27. Tutte queste cose costituiscono un progresso per un giovane.

28. Se vai ad abitare insieme ad un fratello, bada a non prenderti troppa confidenza perché tu possa finire i tuoi giorni in pace.

29. Nello svolgere il tuo lavoro manuale, non disprezzarlo ma poni attenzione ad esso nel timore di Dio per non peccare per ignoranza.

30. Quando impari un lavoro, domanda a chi te lo insegna e non vergognarti di dire in continuazione: «Per favore, guarda se va bene oppure no».

31. Se un fratello ti chiama, mentre stai svolgendo un lavoro, preoccupati di vedere cosa vuole e lavora con lui, lasciando il tuo impiego.

32. Finito di mangiare, va’ nella tua cella e svolgi il tuo ufficio, senza metterti a parlare con quelli che ti recano profitto.

33. Se ci sono degli anziani che fanno discorsi su Dio, di’ al padre tuo: «Posso fermarmi ad ascoltare o devo andare in cella?», quindi fa’ di buon animo quello che egli ti dice.

34. Se ti manda fuori per una commissione, chiedigli: «Dove vuoi che vada, di cosa hai bisogno?». Quindi fa’ quello che ti dice senza aggiungere né togliere niente. (Cfr. Dt 13,1)

35. Se ascolti delle parole fuori, non prenderle per dirle a un altro quando rientri; infatti se custodisci le tue orecchie, la tua bocca non sbaglierà.

36. Se vuoi fare qualcosa e quello che abita con te non vuole, rinuncia per lui alla tua volontà perché non ci sia rivalità ed egli non ne sia rattristato.

37. Se abiti insieme ad un fratello come ospite, non dare nessun ordine e non cercare di essere suo capo.

38. Se abiti con dei fratelli, non desiderare di essere considerato alla pari nei loro discorsi.

39. Se ti ordinano di fare una cosa che tu non vuoi, combatti la tua volontà finché non la fai per non recare loro pena e non smarrire il senso della tua riservatezza e della pacifica coabitazione.

40. Se abiti con un fratello e ti dice: «Cucinami qualcosa», tu rispondigli: «Cosa vuoi che faccia?». Se ti lascia libero di scegliere dicendo: «Quello che trovi», tu preparalo con timore di Dio.

41. Se abitate insieme e c’è da fare un lavoretto, fatelo tutti insieme senza risparmiare il tuo corpo a causa di quello che possono pensare gli altri.

42. Quando ti alzi al mattino ogni giorno, prima di dedicarti al lavoro manuale, medita le parole di Dio.

43. Se c’è da sistemare qualcosa, una stuoia, un vaso, o da fare qualche altro lavoro, fallo con diligenza e non pigramente.

44. Se per una cosa c’è la ricompensa, il fratello la condivida con te e tu non essere invidioso nei suoi confronti.

45. Se c’è una piccola cosa da fare e uno dice all’altro: «Va’ a lavorare, fratello, ce la faccio da solo». Tu dagli retta, chi infatti presta ascolto, costui è grande. (Cfr. Mt 23,11)

46. Se c’è presso di te un fratello estraneo, mostrati contento nell’accoglierlo e il bagaglio che porta prendilo con gioia. Quando riparte, fa’ lo stesso. Il tuo saluto diretto a lui sia fatto con mitezza e nel timore di Dio per non infliggergli una pena. Bada di non domandargli alcunché che non ti sia utile ma fallo pregare e quando siede chiedigli: «Come stai» e fermati a queste parole e dagli un libro su cui meditare.

47. Se viene da una fatica, fallo riposare lavandogli i piedi.

48. Se fa con te discorsi che non sono convenienti, pregalo per carità dicendo: «Perdonami: sono debole e non ce la faccio a sopportare».

49. Se è malato e le sue vesti sono sporche, tu lavale; se è un semplice e le sue vesti sono sporche e strappate, tu cucile.

50. Se è un [monaco] che va in giro e presso di te ci sono dei fedeli, non presentarglielo ma fagli l’elemosina per amore di Dio.

51. Se è un fratello che passa in nome di Dio e viene da te per riposare, non voltargli la faccia ma accoglilo con gioia con i fedeli che sono venuti da te.

52. Se è un povero, non rimandarlo a mani vuote ma da’ a lui la benedizione che Dio ti ha dato nella consapevolezza che ciò che hai non è tuo ma dono di Dio.

53. Se un fratello deposita da te qualcosa, non aprirlo senza di lui per sapere cosa c’è. Se è qualcosa di assai prezioso ad essere depositato presso di te, tu digli: «Consegnamelo nelle mie mani».

54. Se vai fuori a casa di uno e costui esce e ti lascia solo, non alzare gli occhi per vedere cosa c’è in casa e non aprire niente, né finestre, né contenitori, né libri; piuttosto, quando esce, digli: «Dammi un lavoretto da fare finché non tomi». E ciò che ti propone tu fallo senza pigrizia.

55. Non lodare se non ciò che hai visto; non parlare di ciò che hai sentito come se lo avessi visto.

56. Non ingiuriare nessuno per l’aspetto.

57. Se stai in piedi per urinare o se sei seduto per un bisogno necessario, non distrarti e ricordati che Dio ti vede.

58. Se sei in piedi nella tua cella per fare il tuo ufficio, non sottovalutarlo in maniera negligente di modo che, invece di onorare Dio, tu non ti trovi a disonorarlo e rimani piuttosto nel timore di Dio. Non ti appoggiare al muro, non lasciare andare i tuoi piedi, fissandoti su uno e alleggerendo l’altro, come fanno gli insensati. Poni resistenza al tuo cuore perché non vada dietro ai tuoi desideri perché Dio possa ricevere il tuo sacrificio.

59. Se recitate i salmi insieme, ognuno di voi dica le sue preghiere. Se c’è un estraneo tra voi, pregatelo per favore perché anche lui preghi. Ripeteteglielo anche due o tre volte, senza però spirito di contesa.

60. Al momento dell’offerta [eucaristica] opponiti ai pensieri e i tuoi sensi si dispongano al timore di Dio affinché tu sia degno dei misteri e il Signore ti guarisca.

61. Se sei giovane, non ti è permesso pregare prima di tre anni. (Nota: Tempo necessario al novizio per l'apprendimento dei Salmi)

62. Il suo corpo abbia sperimentato ogni mortificazione.

63. Bada di non lasciare il tuo corpo in uno stato vergognoso per la sporcizia e che la vanagloria non te lo rubi.

64. Il giovane invece lasci se stesso nella completa trascuratezza del corpo; questo infatti è quello che gli conviene.

65. Un giovane si guardi dall’indossare un abito bello finché non sia giunto all’età adulta: è una cura per lui.

66. Fissi per il vino fino a tre bicchieri in caso di necessità.

67. Non scopra in nessun modo i suoi denti quando ride.

68. Il suo viso guardi a terra avendo vergogna.

69. Andando a dormire, la cintura sia legata e non metta le mani su di sé perché il corpo ha molte passioni a cui sta dietro il cuore.

70. Se è necessario che vada fuori, porti i sandali, fintanto che si trova nella cella si abitui a non portarli.

71. Sia santo nella sua ascesi.

72. Quando cammina, le sue mani siano strette alla cintura senza agitarle come fanno quelli del secolo.

73. Quando cammina con quelli più grandi di sé, non li preceda affatto.

74. Se un [fratello] più grande è in piedi e parla con qualcuno, non mancare di rispetto e non sederti, ma rimani in piedi finché non ti assegna un compito da svolgere.

75. Se vai in città o nel villaggio, tieni gli occhi bassi per non suscitare guerre a te stesso nella cella.

76. Quando sei fuori non dormire a casa di uno presso cui il tuo cuore teme di peccare.

77. Se stai per desinare in un posto e vieni a sapere che una donna deve mangiare là, non metterti assolutamente a sedere. È meglio infatti dare un dispiacere a chi ti ha invitato che commettere segretamente adulterio nel tuo cuore.

78. Se è possibile, non guardare neppure abiti di donne.

79. Se vai per strada e una donna ti dice: «Pace a te», tu rispondile nel tuo cuore, tenendo basso lo sguardo.

80. Se vai per strada insieme a un anziano, non dargli da portare il bagaglio che è con voi. Se trovate dei giovani fateglielo portare a condizione che chi se lo è preso vada avanti.


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14 marzo 2020                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net