Afraate, il Saggio Persiano
Esposizione 6
I figli del Patto
[1]
Traduzione italiana del testo latino estratto da "Patrologia Syriaca", Vol. 1,
a cura di R. Graffin, ed. Firmin-Diodot, Parigi 1894
1. La parola che io comunico è opportuna e degna di accettazione: "è ormai
tempo di svegliarci dal sonno (Rm
13,11) e di innalzare sia i nostri cuori che le nostre mani a Dio verso
il cielo perché, quando all'improvviso il Signore di casa verrà, ci trovi
ancora svegli (Lc 12,37). Osserviamo il tempo stabilito dello sposo
glorioso, (Mt 25,4;10) affinché possiamo
entrare con Lui nella sua camera matrimoniale. Prepariamo l'olio per le nostre
lampade affinché possiamo andare avanti per incontrarlo con gioia. Prepariamo le
provvigioni per le nostre dimore, per la via che è stretta e stretta. (Mt 7,14)
Allontaniamo e gettiamo via da noi ogni impurità, ed indossiamo abiti da sposa.
(Mt 22,12) Commerciamo i talenti che abbiamo ricevuto, (Mt
25,21), per poter essere chiamati servi buoni. Cerchiamo di essere
costanti nella preghiera (Rm 12,12), affinché possiamo attraversare il luogo in
cui dimora la paura. Puliamo il nostro cuore dall'iniquità, affinché possiamo
vedere l'Altissimo nella sua gloria. Diventiamo misericordiosi, come sta
scritto, affinché Dio abbia pietà di noi. (Mt
5,7: Lc 6,36) Sia la pace fra noi, affinché possiamo essere chiamati
fratelli di Cristo. Cerchiamo la fame della giustizia, affinché possiamo
saziarci (Mt 5,6 dalla mensa del suo
regno. Cerchiamo di essere il sale della verità (Mt 5,13), affinché non
diventiamo cibo per il serpente. Purifichiamo il nostro seme dalle spine,
affinché possiamo produrre frutto cento volte tante. Poniamo il nostro edificio
sulla roccia, (Mt 7,24) affinché non
possa essere scosso dai venti e dalle onde. Cerchiamo di essere vasi onorabili
(2 Tm 2,21) affinché possiamo essere
richiesti dal Signore per il Suo uso. Vendiamo tutti i nostri beni e compriamo
per noi la perla, (Mt 13,46), affinché
possiamo essere ricchi. Poniamo i nostri tesori in cielo, in modo
(Mt 6,20) che quando saremo lì potremo
aprirli e godere di essi. Visitiamo il nostro Signore nelle persone degli
ammalati, (Mt 25,33-35) affinché Egli ci
inviti a stare alla Sua destra. Cerchiamo di odiare noi stessi ed amare Cristo
(Gv 12,25), come Egli ci ha amato e ha dato se stesso per noi. (Ef 5,2)
Cerchiamo di onorare lo spirito di Cristo, affinché possiamo ricevere la grazia
da Lui. Cerchiamo di essere estranei al mondo,
(Gv 17,14), anche se Cristo non era del mondo. Siamo umili e miti,
affinché ereditiamo la terra dei viventi; (Mt 5,5: Is 38,11; 53,8) cerchiamo di
essere instancabili nel suo servizio, affinché Egli ci faccia servire nella
dimora dei santi. Offriamo la Sua preghiera con purezza, perché possa avere
accesso al Signore della Maestà. Partecipiamo della sua passione, così che anche
noi risorgeremo nella sua risurrezione. (2 Tm
2,11-12; Fil 3,10) Portiamo il suo "segno" sui nostri corpi (Ez 9,4),
affinché possiamo essere liberati dall'ira a venire. Terribile è il giorno in
cui verrà e chi è capace di sopportarlo? (Gl
2,11) Furente e ardente è la sua ira (Is 13,9) e distruggerà tutti i
malvagi. Poniamo sulla testa l'elmo della redenzione,
(Ef 6,14-17), per non essere feriti e
morire in battaglia. Cingiamo i nostri lombi con la verità, per non essere
trovati impotenti nel combattimento. Alziamoci e svegliamo Cristo, affinché Egli
possa far tacere le raffiche tempestose davanti a noi (Mt 8,25-27). Prendiamo
come scudo contro il Malvagio l'addestramento del Vangelo del nostro Redentore
(Ef 6,16). Accettiamo dal nostro Signore il potere per calpestare serpenti e
scorpioni. (Lc 10,19) Mettiamo da parte
la collera, con ogni furia e malizia. Che nessuna ingiuria esca dalla nostra
bocca, con la quale preghiamo verso Dio. Cerchiamo di non essere maldicenti, in
modo che possiamo essere liberati dalla maledizione della legge (Gal 3,10).
Cerchiamo di essere lavoratori diligenti, affinché possiamo ottenere la nostra
ricompensa con i primi (Mt 20,1-16); sopportiamo il peso del giorno, affinché
possiamo chiedere una ricompensa più abbondante; cerchiamo di non essere
lavoratori oziosi perché Nostro Signore ci ha ingaggiati nella sua vigna.
(Mt 20,1) Lasciamoci piantare come tralci
in mezzo alla sua vigna, perché è la vera vigna e cerchiamo di essere tralci
fruttuosi, (Gv 15,1-6) per non essere sradicati dalla sua vigna. Diventiamo un
odore soave, così che la nostra fragranza possa diffondersi tutto intorno a noi.
Siamo poveri nel mondo e arricchiamo molti con la dottrina del nostro Signore.
(Gc 2,5) Non chiamiamo nessuno nostro padre sulla terra,
(Mt 23,9) affinché possiamo essere i
figli del Padre che è nei cieli. Quando non abbiamo nulla è allora che
possediamo tutto; (2 Cor 6,9-10) benché
nessuno ci conosca, tuttavia coloro che ci conoscono sono molti. Rallegriamoci
nella nostra speranza in ogni tempo, (Rm 12,12)
affinché Colui che è la nostra speranza ed il nostro Redentore possa gioire in
noi. Giudichiamoci giustamente e condanniamoci, per non piegare la faccia
davanti ai giudici che siederanno sui troni e giudicheranno le tribù.
(Mt 19,28) Prendiamo con noi, come
armatura per il combattimento, (Ef 6,16)
l'insegnamento del Vangelo. Bussiamo alla porta del cielo,
(Mt 7,7) perché possa aprirsi davanti a
noi e noi possiamo entrare in esso. Chiediamo diligentemente misericordia,
affinché possiamo ricevere tutto ciò che ci è necessario. (Lc 11,8) Cerchiamo il
suo Regno e la Sua giustizia, (Mt 6,33),
affinché possiamo ricevere il sovrappiù sulla terra. Pensiamo alle cose di
lassù, (Col 3,1-2) alle cose celesti, e
meditiamole, dove Cristo è stato innalzato ed esaltato, ma abbandoniamo il mondo
che non è nostro, affinché possiamo arrivare nel luogo in cui siamo stati
invitati. Alziamo gli occhi verso il divino, affinché possiamo vedere lo
splendore che sarà rivelato. Alziamo le ali come aquile, affinché possiamo
vedere il corpo ovunque sia (Cfr. Mt 24, 28). Prepariamo come offerte i frutti
desiderabili del re, il digiuno e la preghiera. Custodiamo la sua promessa in
purezza, affinché possa fidarsi di noi su tutto il suo tesoro; a chiunque tratta
falsamente la sua promessa, non sia permesso di entrare nella casa del tesoro.
Facciamo attenzione al corpo di Cristo, affinché i nostri corpi possano sorgere
al suono del corno. (1 Ts 4,16) Ascoltiamo la voce dello sposo, affinché
possiamo entrare con Lui nella camera matrimoniale. Prepariamo il dono del
matrimonio per il suo giorno nuziale ed usciamo per incontrarlo con gioia, (Mt
25,6) indossando l'abito sacro, affinché possiamo sedere a tavola nel posto
principale degli eletti. Chiunque non avrà messo le vesti nuziali,
(Mt 22,13), sarò gettato fuori nelle
tenebre. Chiunque trova scuse (per non andare) al matrimonio non assapora la
festa. (Lc 14,18) Chiunque ama i campi e
le mercanzie, sarà escluso dalla città dei Santi. Chi non produce frutto nella
vigna, sarà sradicato e cacciato nel tormento (Lc 13,6-9). Chiunque abbia
ricevuto denaro dal suo Signore, lo restituisca al suo donatore con un certo
aumento. (Mt 25,16) Chi desidera
diventare un mercante, compri per sé il campo ed il tesoro che è in esso.
(Mt 13,44) Chi riceve il buon seme,
purifichi il suo campo dalle spine. (Mt 13, 7
Chiunque desideri essere un pescatore, lanci la sua rete in ogni momento.
(Mt 13,47) Chiunque sia stato istruito al combattimento, si tenga lontano dal
mondo. Chiunque desideri ottenere la corona, corra come il vincitore in gara (1
Cor 9,25). Chiunque desideri scendere nello stadio per gareggiare, impari a
(combattere) contro il suo avversario. Chiunque voglia scendere in battaglia,
prenda con sé le armi per combattere e le affili in ogni momento. Chiunque
sceglie la somiglianza con gli angeli (Mt 22,30), sia estraneo per gli uomini.
Chiunque prende su di sé il giogo dei santi, abolisca da sé la compravendita.
Chiunque desidera possedere la propria anima (Mt 10,39), allontani da sé i
guadagni del mondo. Chiunque ama la dimora che è nei cieli, non si affatichi (a
costruire) una dimora di fango che cadrà. Chiunque sia in attesa di essere
catturato tra le nuvole (1 Ts 4,17), non prepari per sé delle cavalcature
adornate. Chiunque sia in attesa della festa matrimoniale dello sposo, non ami
le feste di questo tempo presente. Chiunque desidera godere del banchetto a lui
riservato, allontani da sé l'ubriachezza. Chiunque si prepara per la cena, non
trovi scuse (per non partecipare), (Lc 14,
18-19), né si metta a mercanteggiare. Colui su cui cade il buon seme (Mt
13, 24-25), non permetta al maligno di seminare zizzania dentro di lui. Chiunque
abbia iniziato a costruire una torre, faccia il conto di tutte le spese;
(Lc 14,29) infatti, chi costruisce deve
terminare (l'opera), affinché non sia deriso da quelli che passano per la via.
Chiunque costruisce la sua costruzione sulla roccia, faccia profonde le sue
fondamenta, affinché non possa essere abbattuta dai flutti. (Mt 7,24-25)
Chiunque desidera sfuggire dall'oscurità, cammini mentre ha la luce.
(Gv 12,35) Chi teme di dover fuggire in
inverno, (Mt 24,20) si prepari in estate.
Chiunque sia ansioso di riposare, (Eb 4,11)
provveda al suo riposo per il Sabato. Chiunque implora il perdono del suo
Signore, perdoni anche lui al suo debitore. (Mt
18,24) A chi non chiede indietro cento denari, il suo Signore perdona
diecimila talenti. Chiunque pone i soldi del suo Signore sul tavolo [del
banchiere], (Mt 25,27) non sarà definito
un servo inutile. Chi ama l'umiltà, sarà erede nella terra dei viventi. Chiunque
desidera fare la pace, diventerà uno dei figli di Dio.
(Mt 5,9) Chi conosce la volontà del suo
Signore, faccia questa volontà, per non ricevere molte percosse.
(Lc 12,47) Chi purifica il suo cuore
dagli inganni, i suoi occhi vedranno
il Re nella sua bellezza. (Is 33,17)
Chiunque riceve lo Spirito di Cristo adorni il suo uomo interiore. Chiunque è
chiamato tempio di Dio, (1 Cor 3,16-17)
purifichi il suo corpo da ogni impurità. Chiunque rattrista lo Spirito di
Cristo, (Ef 4,30) non libera la testa
dalle afflizioni. Chi riceve il corpo di Cristo, mantenga il suo corpo pulito da
ogni impurità. Chiunque scaccia da sé l'uomo
vecchio,
(Ef 4,22) non torni alle sue precedenti
opere. Chi veste l'uomo nuovo,
liberi la sua anima da ogni sporcizia. Chiunque ha indossato l'armatura (dello
Spirito Santo) dall'acqua (del battesimo), non tolga l'armatura per non essere
condannato. Chiunque prende lo scudo (Ef
6,13-16) contro il Maligno, si tenga lontano dai dardi che gli lancia
contro. In chi si tira indietro,
non si compiace il suo Signore.
(Eb 10,38) Chi medita la legge del suo
Signore, non sarà turbato dai pensieri di questo mondo. Chi medita sulla legge
del suo Signore, "è come un albero
piantato lungo corsi d'acqua". (Sal 1,3) Chi ha anche fiducia nel suo
Signore, è come un albero che si trova lungo il fiume. Chi ripone la sua fiducia
nell'uomo riceverà le maledizioni di Geremia (Cfr. Ger 17,5). Chi è stato
invitato dallo Sposo, si prepari. (Mt 22,1-6) Chi ha acceso la sua lampada, non
la lasci spegnere. Chi è in attesa del grido (dell'arrivo dello sposo), metta
dell'olio nel suo vaso. (Mt 25, 6) Chi è
alla custodia della porta, attenda il suo Maestro. Chi ama la verginità, diventi
come Elia. Chi prenda il giogo dei santi, si sieda e resti in silenzio. (Lam
3,28) Chi ama la pace, aspetti il suo Maestro nella speranza di vita. (Tt 2,13)
2. Perché, amico mio, il nostro avversario è abile; colui che combatte contro di
noi è furbo; contro gli uomini coraggiosi ed illustri si prepara, affinché siano
indeboliti. Perché i deboli sono suoi e non combatte contro i prigionieri che
per lui avevano resi schiavi (gli Israeliti) (Is 14,2). Chi ha le ali fugge da
lui e le frecce che gli lancia contro non lo raggiungono. Coloro che sono
spirituali lo vedono quando aggredisce e le sue armi non hanno potere sui loro
corpi. Tutti i figli della luce non hanno paura di lui, perché le tenebre volano
via di fronte alla luce; (1 Gv 2,8) ugualmente i figli del buon [Dio] non temono
il Male, poiché Egli lo ha dato loro perché lo calpestassero coi piedi. (Lc
10,19) Quando si presenta come oscurità, essi diventano luce. E quando si
insinua tra di loro come un serpente, essi diventano sale che lui non può
mangiare Se per loro si rende simile all'aspide, allora diventano come bambini.
(Is 11,8) Se viene da loro con le concupiscenza del cibo, essi, come il nostro
Redentore, lo sottomettono col digiuno. (Mt 4,2-4) E se desidera lottare con
loro con la concupiscenza degli occhi, (1 Gv 2,16) essi alzano gli occhi al
cielo. Se egli desidera sconfiggerli con le lusinghe, essi non lo ascoltano. Se
desidera apertamente lottare con loro, ecco che si rivestono dell'armatura e si
oppongono a lui. Se desidera entrare da loro mentre dormono, si svegliano e
vegliano, cantano salmi e pregano. Se li attira con i beni, essi li danno ai
poveri; se li provoca come fosse una soavità, non la assaporano, sapendo che è
amara. Se li infiamma con il desiderio di Eva, essi dimorano da soli e non con
le figlie di Eva.
3. Perché fu per mezzo di Eva che entrò in Adamo, (Gen
3, 6) e Adamo fu sedotto a causa della sua inesperienza. E di nuovo entrò
in Giuseppe attraverso la moglie del suo padrone, ma Giuseppe conosceva la sua
astuzia e non volle ascoltarlo (Gen 39,7-20). Tramite una donna ha combattuto
con Sansone, fino a quando gli portò via il suo nazireato (Gdc 16, 4). Ruben era
il primogenito di tutti i suoi fratelli, e attraverso la moglie di suo padre, (Gen
35,22) [l'avversario] gettò un'infamia su di lui. Aronne era il grande
sommo sacerdote della casa d'Israele e, a causa di Miriam, sua sorella, invidiò
Mosè. (Nm 12,1-2) Mosè fu mandato a liberare il popolo dall'Egitto e prese con
sé una donna che lo consigliò di (commettere) azioni vergognose; il Signore si
scontrò con Mosè e desiderò ucciderlo (Es 4,24-26)
[2],
finché non rimandò sua moglie a Madian. (Es 18,2-3) Davide fu vittorioso in
tutte le sue battaglie, ma a causa di una figlia di Eva fu trovata in lui una
macchia. (2 Sam 11) Ammon era bello e di aspetto gradevole, tuttavia
[l'avversario] lo prese prigioniero con il desiderio di sua sorella e Assalonne
lo uccise a causa dello stupro di Tamar. (2 Sam 13) Salomone fu più grande di
tutti i re della terra, eppure nel tempo della sua vecchiaia le sue mogli
portarono il suo cuore fuori strada. (1 Re 11,
1-4) Tramite Gezabele, figlia di Et-Baal, la malvagità di Acab aumentò e
si contaminò molto. (1 Re 21-25) Inoltre, (l'avversario) tentò Giobbe attraverso
i suoi figli e le sue proprietà; (Gb 1-2) quando non riuscì a prevalere su di
lui, andò a prendere contro di lui la sua arma; tornò portando con sé una figlia
di Eva, che aveva fatto cadere Adamo, e con la sua bocca disse a Giobbe, suo
giusto marito: "Maledici Dio". (Gb 2, 9)
Ma Giobbe respinse il suo consiglio. Anche il re Asa sconfisse il maledetto tra
i viventi, quando volle aggredirlo attraverso sua madre. (1
Re 15,13) Poiché Asa conosceva la sua astuzia allontanò sua madre dal suo
alto incarico, fece a pezzi il suo idolo e lo gettò via. Giovanni era più grande
di tutti i profeti, tuttavia Erode lo uccise a causa della danza di una figlia
di Eva. (Mt 14,3-12) Aman era ricco ed il terzo (come onore ricevuto) dal re,
eppure sua moglie lo consigliò di far morire gli ebrei. (Est
6,13) Zimri era il capo della tribù di Simeone; eppure Cozbi, figlia dei
capi di Madian, lo corruppe ed a causa di una donna ventiquattromila (uomini) di
Israele caddero in un giorno. (Nm 25, 6-15)
4. Perciò, fratelli miei, se qualcuno legato da un voto o che esercita la
continenza e che ama la vita solitaria, desidera che una donna, legata da un
voto monastico come lui, dimori con lui, sarebbe meglio per lui in quel caso di
prendere palesemente (per moglie) una donna, per non farsi prendere dalla
lussuria. (1 Cor 7,9) Così pure, se la donna non si separa dal solitario, è
meglio che si sposi pubblicamente. La donna dovrebbe quindi dimorare con una
donna e l'uomo con un uomo. Anche se un marito decide di rimanere in santità
[3],
non dimori con lui la sua sposa, per timore di tornare alla sua condizione
precedente e quindi essere stimato come adultero. Perciò, questo conveniente
consiglio che è giusto e buono io lo do a me stesso ed a voi, miei amati monaci
che non prendete moglie, ed alle vergini che non si sposano, ed a coloro che
hanno amato la santità; è giusto, conveniente e dignitoso che un uomo, anche se
sopporta malvolentieri, rimanga da solo. Ed infatti così gli conviene dimorare,
come è scritto nel profeta Geremia: "Beato l'uomo che porterà il tuo giogo
nella sua giovinezza, e siederà solo e tacerà, perché ha preso su di sé il tuo
giogo". (Lam 3, 27-28) Così conviene,
infatti, carissimo, a colui che prende il giogo di Cristo, (Mt 11.29-30) per
preservare il suo giogo nella purezza.
5. Perché così sta scritto, carissimo, riguardo a
Mosè, che dal momento in cui il Santissimo gli si rivelò, (Es 3,2) ha anche
abbracciato la continenza e, dal momento in cui fu (così) santificato, sua
moglie non gli prestò servizio; ma, come sta scritto: "Giosuè, figlio di Nun,
fu l'inserviente di Mosè fin dall'infanzia". (Es
33,11) E di Giosuè è scritto anche, che "non si allontanava dal
tabernacolo". (Es 33,11) Ed il
tabernacolo non era amministrato da nessuna donna; infatti la legge non
permetteva alle donne di entrare nella tenda del convegno, ma anche quando
venivano a pregare, pregavano davanti alla porta della tenda del convegno e poi
tornavano indietro (Cfr. Es 38,8). Inoltre, comandò ai sacerdoti che al tempo
del loro servizio rimanessero continenti e non conoscessero le loro mogli. Ed
anche riguardo ad Elia è scritto così, che un tempo dimorò nel monte Carmelo e
in un altro al torrente Cherit, (1 Re 17,2-6) e che fu servito dal suo
discepolo. E poiché il suo cuore era in cielo, gli uccello del cielo gli
portavano il nutrimento; e poiché prese su di sé la somiglianza con gli angeli
del cielo, quegli stessi angeli gli portarono pane e acqua quando fuggì da
Gezabele. (1 Re 19,5-7) E poiché pose
tutto il suo pensiero in cielo, fu catturato in un carro di fuoco in cielo, (2
Re 2,11) e lì la sua dimora fu stabilita per sempre. Anche Eliseo seguì
le orme del suo Maestro e quando abitò nella camera alta della donna Sunnamita,
veniva servito dal suo discepolo. Perché così disse la Sunnamita: "Egli è un
santo profeta di Dio e passa continuamente da noi. Per la sua santità conviene
che noi facciamo per lui una stanza superiore e gli prestiamo il servizio che
gli è [necessario]". (2 Re 4,8-10) Il
servizio necessario nella stanza superiore di Eliseo era nient'altro che il
letto, il tavolo, lo sgabello ed il candelabro. Ma cosa dovremmo dire di
Giovanni? Sebbene abitasse tra gli uomini egli preservò la sua verginità con
onore e ricevette lo Spirito di Elia. Inoltre, disse il beato Apostolo riguardo
a se stesso e riguardo a Barnaba: "Non
avevamo forse il potere di mangiare e
bere e di condurre le mogli con noi? Tuttavia ciò non è appropriato, né giusto".
(1 Cor 9,4-5: Versione armena)
6. Quindi, fratelli, perché sappiamo e abbiamo visto che fin dall'inizio fu
attraverso la donna che all'avversario fu dato accesso agli uomini, e fino alla
fine lo controlla attraverso di lei, poiché lei è l'arma di Satana; per mezzo
suo combatte contro gli atleti ed attraverso di lei egli suona sempre, perché è
diventata una cetra per lui sin dal primo giorno. A causa sua è stata stabilita
la maledizione della legge; per causa sua è stata fatta la promessa di morte ed,
infatti, nel dolore partorisce i figli e li consegna alla morte. Per causa sua
la terra fu maledetta, in modo che produca spine e cardi. (Gen 3,17-18) Ora
tuttavia, con l'avvento della discendenza della Beata Maria, le spine vengono
sradicate, il sudore viene asciugato, il fico è maledetto;
(Mt 21,19) la polvere diventa sale,
(Mt 5,13 la maledizione è inchiodata sulla croce,
Colossesi 2,14 la punta (infiammata) della spada è rimossa dall'albero
della vita (Gen 3,24) e quest'albero viene dato come cibo ai fedeli; il paradiso
è promesso ai beati, alle vergini ed ai casti ed il frutto dell'albero della
vita è dato come cibo ai fedeli ed alle vergini (Mt 25,1-13); per coloro che
fanno la volontà di Dio la porta è aperta (Mt 7,13-14) e la strada è battuta; la
fonte fluisce e dà da bere agli assetati (Gv 7,13-14); il tavolo è apparecchiato
e la cena preparata; il vitello grasso è stato ucciso, "il
calice della salvezza" (Sal 116 (114-115), 13) è pronto, la festa è
preparata e lo Sposo è arrivato a prendere il suo posto a tavola; gli apostoli
hanno fatto gli inviti e molti sono gli invitati. (Mt 22,10; Lc 14,16)
Preparatevi, o eletti. La luce è sorta ed è lieta e splendida, le vesti non
realizzati da mano d'uomo sono pronte. Il grido (che annuncia il matrimonio) è
vicino (Mt 25,6), le tombe si apriranno (Mt 27,52) ed (i corpi) che vi sono
deposti saranno rivelati. I morti risorgeranno ed i vivi voleranno per andare
incontro al Re. (1 Ts 4,17) Il banchetto è pronto, il corno incoraggia e le
trombe incitano (1 Cor 15,52); gli Angeli del cielo si affrettano ed il trono
per il Giudice è collocato. Chi ha lavorato si rallegri; (Mt 24,31) chi è caduto
abbia paura; chi ha fatto del male non si avvicina al giudice. Quelli sulla
destra esultano e quelli sulla sinistra piangono e gemono. Quelli che sono nella
luce risplendono e quelli che sono nell'oscurità gemono affinché qualcuno bagni
la loro lingua. (Cfr. Lc 16,24) La grazia è passata e la giustizia regna; non si
trova del pentimento in quel luogo. L'inverno è vicino, l'estate è passata. Il
Sabato di riposo è arrivato, la fatica è cessata. La notte è passata, la luce
regna. Quanto alla morte, il suo pungiglione si è rotto ed essa è inghiottito
nella vita. (1 Cor 15, 54-55) Coloro che
ritornano negli inferi piangono e digrignano i loro denti; quelli che vanno nel
regno esultano, si rallegrano, tripudiano e cantano lodi. Quelli, infatti, che
non prendono mogli sono curati dagli angeli del cielo; quelli che conservano la
castità riposano nel santuario dell'Altissimo. L'Unigenito fa gioire tutti i
solitari dal seno del Padre. (Gv 1,18) Là non c'è né maschio né femmina, né
schiavo né libero, (Gal 3,28) ma sono
tutti figli dell'Altissimo. E tutte le caste vergini, che sono spose di Cristo,
fanno risplendere le loro lampade (Mt 25,10)
e con lo Sposo entrano nella sua camera nuziale. Tutte coloro che sono
spose di Cristo sfuggono dalla maledizione della legge e sono redente dalla
condanna delle figlie di Eva, poiché non sono sposate con uomini; quelle invece
che (si sono sposate e che) hanno ricevuto le maledizioni rimangono nei dolori.
Non considerano per niente la morte; infatti non consegnano ad essa i figli ed
al posto di un marito mortale, sono spose di Cristo. E
poiché non partoriscono figli, a loro
viene dato "un nome più prezioso che figli e figlie". (Is
56, 5) Ed invece dei gemiti delle figlie di Eva, pronunciano i canti
dello Sposo. Le feste di nozze delle figlie di Eva [vengono celebrate] nello
spazio di solo sette giorni; mentre da loro lo Sposo non si allontana in eterno.
L'ornamento delle figlie di Eva è lana che si consuma e perisce; invece le loro
vesti non si consumano. La vecchiaia appassisce la bellezza delle figlie di Eva;
la bellezza delle (spose di Cristo) si rinnoverà nel tempo della risurrezione.
7. O vergini che vi siete promesse spose a Cristo, se uno dei monaci dirà ad una
di voi: "Io vivrò con te e tu mi servirai", tu gli dirai così: "Io sono sposata
con un marito Reale e servo a lui. Se io abbandono il suo servizio per servire
te, il mio Sposo si adirerà con me, mi scriverà una lettera di ripudio e mi
manderà via dalla sua casa. Mentre cerchi di essere onorato da me, e io di
essere onorato da te, fai attenzione che non ne venga un danno su di me e su di
te. Non riporre fuoco nel tuo seno, (Pr 6,27)
perché non bruci le tue vesti; ma piuttosto ti basti il tuo onore ed
anch'io rimarrò da sola nel mio onore; e riguardo a queste cose che lo Sposo ha
preparato per la sua festa di matrimonio che durerà un'eternità, approntati un
regalo di nozze e prepara la tua anima ad incontrarlo. In quanto a me, mi
preparerò dell'olio per entrare con le vergini sagge e non essere tenuta fuori
dalla porta con le vergini stolte. (Mt 25, 1-12)
8. Ascolta dunque, carissimo, ciò che ti scrivo, poiché tutte queste cose sono
convenienti ai solitari, ai figli del Patto, ai vergini ed ai santi. Prima di
tutte le cose è conveniente per l'uomo che ha posto su di sé il giogo, che la
sua fede sia stabile, come ti ho scritto nella prima epistola; inoltre che egli
sia zelante nel digiuno e nella preghiera; che sia fervente nell'amore di
Cristo; che sia umile, mite e saggio; che la sua parola sia pacifica e
piacevole; che il suo pensiero sia sincero con tutti; che pronunci le sue parole
in modo ponderato; che ponga una barriera alla sua bocca davanti a parole
dannose; che allontani da sé il riso avventato; che non ami l'ornamento delle
vesti; neppure si lasci crescere i capelli e li adorni, o li unga con fragranti
profumi; non si abbandoni alle feste, né indossi abiti splendidi; non si
abbandoni temerariamente al vino. Allontani da sé i pensieri orgogliosi. Non
deve preoccuparsi di avere un abbigliamento splendido o di indossare il velo.
Tenga lontana da sé una lingua perfida; allontani l'invidia e l'ira; disdegni
fortemente le labbra ingannevoli. Le parole che si dicono riguardo ad un uomo,
quando sono dette mentre lui è assente, non le ascolti né le accolga per non
peccare, prima di aver indagato. La presa in giro è una colpa odiosa e non è
giusto accoglierla nel cuore. Non pratichi l'usura, non prenda interessi e non
ami l'avarizia. Si lasci soggiogare, ma non soggioghi (nessuno). Inoltre,
allontani da sé il clamore. Non pronunci parole scurrili, non disprezzi alcun
uomo che si pente dei suoi peccati e non irrida il fratello che sta digiunando;
e non sconvolga chi non può digiunare. Dove viene ricevuto, si trattenga, e dove
non viene ricevuto, accetti la sua posizione. Nel momento in cui viene accolta
la sua parola, parli; altrimenti, stia silenzioso. Non si faccia disprezzare per
le richieste del suo ventre. Riveli il suo segreto a chi teme Dio e si guardi
dal maligno. Non parli con maldicenza di un uomo malvagio o di un nemico, se
dovesse capitare in una controversia, in modo che non si faccia assolutamente
dei nemici. Se gli uomini lo invidiano per ciò che è buono, aumenti ancora la
sua bontà e non si affligga a causa dell'invidia. Se ha qualcosa e lo dà al
povero si rallegri, e non si rattristi se non ne ha. Con un uomo malvagio non
stia in compagnia e con un uomo sprezzante non parli, per non venire lui stesso
oltraggiato. (Pr 1,10-15; Sir 11,33) Con un bestemmiatore non si metta a
disputare, per timore che il suo Signore sia bestemmiato per causa sua. Stia
lontano da un calunniatore; e non cerchi di piacere a nessun uomo con
l'attrattiva delle parole. Queste cose convengono ai figli del Patto che hanno
preso il giogo celeste e sono discepoli di Cristo. Perché così si addice ai
discepoli di Cristo: essere come Cristo loro Maestro.
9. Prendiamo il modello, carissimi, dal nostro Salvatore che sebbene fosse
ricco, si fece povero; (2 Cor 8, 9)
(sebbene fosse) Supremo, umiliò la sua maestà; sebbene la sua dimora fosse in
cielo, non aveva posto dove posare il capo; (Mt
8,20) sebbene verrà sulle nubi, (Mt
26,64) cavalcò un puledro (Gv 12,15) e così entrò in Gerusalemme;
(Mt 21, 2-7) sebbene fosse Dio e Figlio
di Dio, prese su di sé la somiglianza di un servo. (Fil
2, 6-8) Sebbene egli fosse (per gli altri) il riposo da ogni stanchezza,
tuttavia lui stesso fu stanco della stanchezza del viaggio. Benché fosse la
fonte che estingue la sete, tuttavia ebbe sete e chiese acqua da bere;
(Gv 4, 6-7) Benché egli stesso fosse
l'abbondanza (di cibo) e la sazietà della nostra fame, tuttavia egli stesso
soffrì la fame quando andò nel deserto per essere tentato.
(Mt 4, 2) Benché fosse un custode che non
dorme, (Sal 121 (120),4) si assopì e dormì sulla nave in mezzo al mare.
(Mt 8,24) Sebbene fosse servito nel
tabernacolo del Padre, tuttavia si lasciò servire dalle mani degli uomini.
Benché fosse il guaritore di tutti gli ammalati, tuttavia gli furono fissati i
chiodi nelle sue mani. (Mt 9,12) Sebbene la sua bocca producesse cose buone,
eppure gli diedero del fiele da bere. (Sal 69 (68),22; Mt 27,34) Anche se non
ferì mai nessun uomo e non fece del male a nessuno, tuttavia fu fatto flagellare
e sopportò la vergogna. (Mt 26,67) Sebbene fosse il Salvatore di tutti i
mortali, si consegnò alla morte della croce.
10. Tutta questa umiltà ci ha mostrato il nostro Salvatore in se stesso. Perciò
cerchiamo anche noi di umiliarci, carissimi. Quando nostro Signore è uscito
dalla sua natura, ha camminato nella nostra natura. Rimaniamo anche noi nella
nostra natura, in modo che nel giorno del giudizio egli ci faccia partecipare
della sua natura. Nostro Signore prese da noi il pegno (della nostra natura) e
se ne andò, ci lasciò la caparra (dello Spirito) (1 Cor 1,22; Ef 1,14) e fu
assunto. Benché non gli mancasse niente, a causa del nostro bisogno, escogitò
questo espediente. Ciò che era nostro era suo fin dall'inizio, ma ciò che era
Suo, chi ce lo avrebbe dato? Ma è vero ciò che il nostro Signore ci ha promesso:
Dove sono io sarete anche voi". (Gv 14,
3) Infatti, ciò che ha preso da noi è con Lui glorificato e (come) un
diadema incorona il suo capo (Eb 2,9); allo stesso modo, ciò che abbiamo
ricevuto da lui dobbiamo glorificarlo. Ciò che è nostro è glorificato presso di
lui, quantunque (questa gloria) non faccia parte della nostra natura:
glorifichiamo ciò che è suo nella sua stessa natura. Infatti, se lo
glorifichiamo, andremo da lui; ciò che ha preso della nostra natura è così
salito (al cielo). Ma se lo disprezziamo, egli ci toglierà ciò che ci ha dato; e
se ruberemo con inganno il suo pegno, egli prenderà là ciò che è suo e ci
priverà di tutto ciò che ci ha promesso. Onoriamo gloriosamente il Figlio del Re
che è presso di noi, perché in suo nome ci è stato tolto il pegno (della natura
umana). Chi rispetterà il Figlio del Re con onore, otterrà molti doni dal Re;
ciò che è nostro siede presso di lui nella gloria, un diadema incorona la sua
testa ed egli lo fa sedere con il Re. E noi che siamo poveri, che cosa dobbiamo
fare per il Figlio del Re che è con noi? Non ci chiede nulla, se non che
dovremmo adornare i nostri templi per lui, in modo che quando il tempo si
compirà e lui tornerà dal Padre suo, lo lodi da parte nostra nella misura in cui
noi lo abbiamo onorato. Quando venne da noi, non aveva nulla di nostro ed anche
noi non avevamo nulla di suo, sebbene le due nature fossero sue e del Padre suo.
Perché quando Gabriele fece l'annuncio alla Beata Maria, sua Genitrice, il Verbo
dall'alto si mise in cammino ed arrivò, "ed
il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi";
(Gv 1,14) E quando ritornò da
Colui che lo aveva mandato, portò via ciò che non aveva portato e se ne andò,
come disse l'Apostolo: "ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei
cieli". (Ef 2, 6) E quando ritornò al
Padre, ci mandò il suo Spirito e ci disse: "io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
(Mt 28,20) Cristo, infatti,
siede alla destra del Padre suo
e nello stesso tempo dimora tra gli
uomini; egli regna sopra e sotto, secondo la saggezza del Padre, e dimora
in molti, sebbene sia uno; ed egli copre con la sua stessa ombra tutti i fedeli,
singolarmente, e non si rimpicciolisce, come sta scritto: "Lo dividerò tra
molti"; (Is 53,12) e sebbene sia
diviso tra molti, tuttavia siede alla destra del Padre. (Mc 16,19; Ef 1,20; Eb
10,12) Ed egli è in noi e noi siamo in lui, come disse: "Voi
siete in me ed io sono in voi".
(Gv 14,20) E in un altro luogo disse: "Io
ed il Padre siamo una cosa sola". (Gv 10,30)
11. E se ci sarà qualcuno, con la coscienza sprovvista di conoscenza, che
discuterà su questo e dirà: "Poiché Cristo è uno ed il Padre è uno, come
dimorano Cristo ed il Padre suo negli uomini che credono? E in che modo gli
uomini retti diventano templi di Dio nei quali Egli dimora? Se poi è così,
ovvero che ad ognuno dei singoli fedeli vengono Cristo e Dio che è in Cristo;
ripeto, se è così, ci sono allora molti dei ed innumerevoli Cristi? Ma ascolta,
carissimo, come conviene rispondere a questo ragionamento. Colui che ha parlato
così sia erudito da cose visibili. Nessuno, infatti, ignora che il sole è fisso
nei cieli, eppure i suoi raggi sono sparsi sulla terra; la luce entra attraverso
molte porte e finestre delle case ed ovunque cada il fulgore dell'astro, sebbene
sia grande come il palmo della mano, è chiamato "sole"; e sebbene cada anche su
molti luoghi, viene chiamato con lo stesso nome di "sole", ma lo stesso sole
rimane nel cielo. Pertanto, se è così, vi sono molti soli? Anche l'acqua
del mare è vasta, e quando ne prendi una tazza, quella si chiama "acqua"; ed
anche se dovessi dividerla in mille vasi la chiamerai di nuovo "acqua". Allo
stesso modo tu accendi il fuoco da un fuoco (che si trova) in diversi luoghi; ma
nel luogo da cui lo prendi, quando lo accendi, non viene a mancare ed ovunque è
chiamato col nome di "fuoco"; e sebbene tu lo dividi in molti luoghi, non prende
nomi diversi. E quando togli la polvere dalla terra e la lanci in molti luoghi,
la polvere non diminuisce, e nemmeno tu puoi chiamarla con molti nomi. Per la
stessa ragione anche Dio ed il suo Cristo, sebbene siano Uno, tuttavia dimorano
in molti uomini, pur rimanendo essi stessi in cielo, e non viene loro sottratto
nulla, sebbene dimorino in molti, come al sole non viene sottratto nulla in
cielo, quando la sua potenza cade sulla terra. Quanto più grande allora è la
potenza di Dio, poiché per la potenza di Dio il sole stesso sussiste.
12. Di nuovo ti voglio ricordare, carissimo, ciò
che
è
scritto.
Così,
infatti,
leggiamo: quando fu troppo pesante per
Mosè guidare da solo il popolo, il Signore gli disse: "Ecco! toglierò dello
spirito che è su di te e lo porrò su settanta uomini tra gli anziani di Israele".
(Nm 11,16-17) E quando prese dello
spirito da Mosè ed i settanta uomini ne furono pieni, a Mosè non mancava nulla,
né si poteva intuire che qualcosa fosse stato tolto dal suo Spirito. Inoltre il
beato apostolo disse: "Dio divise lo Spirito di Cristo e lo mandò ai Profeti"
(3 Cor (Apocrifo) 2,10)
[4].
E Cristo non fu per nulla sminuito, perché "senza misura il Padre suo gli
diede lo Spirito". (Gv 3,34) Con
questa riflessione puoi comprendere che Cristo dimora nei fedeli; tuttavia
Cristo non subisce alcuna perdita sebbene sia diviso tra molti. Perché i profeti
ricevettero lo Spirito di Cristo, ognuno di loro come era in grado di portarlo.
Lo Spirito di Cristo di nuovo viene riversato oggi su ogni carne (At 2,17-18:
Gl 3, 1-2) e profetizzano i figli e le
figlie, i vecchi ed i giovani, i servi e le serve. Qualcosa di Cristo è in noi,
eppure Cristo è in cielo alla destra di Suo Padre. (Ef 1,20) Cristo non
ricevette lo Spirito con misura, ma il Padre suo lo amò, gli consegnò tutto
nelle sue mani e gli diede autorità su tutto il suo tesoro. Anche Giovanni
disse: "Senza misura il Padre ha dato lo Spirito a Suo Figlio, ma lo ha amato
e gli ha dato in mano ogni cosa". (Gv 3,
34-35) E anche nostro Signore disse: "Tutto è stato dato a me dal
Padre mio". (Mt 11,27) Di nuovo
disse: "Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al
Figlio". (Gv 5,22) Anche l'Apostolo
disse: "Tutto sarà sottomesso a Cristo, eccetto il Padre suo che gli ha
sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso dal Padre suo,
allora anche (il Figlio) sarà sottomesso a Dio, Suo Padre, che gli ha sottomesso
ogni cosa; e Dio sarà tutto in tutti ed in ogni uomo". (1
Cor 15, 27-28)
13. Nostro Signore testimonia su Giovanni, che è il più grande dei Profeti.
Eppure Giovanni ricevette lo Spirito con misura, poiché lo ricevette con quella
stessa misura con cui lo Spirito fu dato ad Elia. E come Elia abitava nel
deserto, così anche lo Spirito di Dio condusse Giovanni nel deserto, dove
abitava sui monti e nelle caverne. Gli uccelli cibavano Elia e Giovanni mangiava
le cavallette che volano. (1 Re 17,6: Mt 3,4) Elia aveva i fianchi cinti con una
guaina di cuoio e Giovanni aveva i lombi cinti da una cintura di cuoio. (2 Re
1,8: Mt 3,4) Gezabele perseguitò Elia ed Erodiade perseguitò Giovanni. (1 Re
19,1-2: Mc 6,19) Elia rimproverò Acab e Giovanni rimproverò Erode. (1 Re 18,17;
21,17-24: Mc 6,18: Lc 3,19) Elia divise il Giordano (2 Re 2,8) e Giovanni aprì
(la strada) al battesimo. Due terzi dello spirito di Elia si posarono su Eliseo;
(2 Re 2,9) Giovanni posò la mano sul nostro Redentore che ricevette lo Spirito
senza misura. Elia aprì il cielo e salì; (2 Re 2,11) e Giovanni vide i cieli
aperti e lo Spirito di Dio che discendeva per posarsi sul nostro Salvatore. (Mt
3,16: Mc 1,10: Lc 3,22: Gv 1,33) Eliseo ricevette due terzi dello Spirito di
Elia; e il nostro Salvatore ricevette lo Spirito da Giovanni e di nuovo
ricevette lo Spirito dal cielo. Eliseo prese il mantello di Elia (2 Re 2,13) ed
il nostro Salvatore l'imposizione delle mani dei sacerdoti. Eliseo fece olio
dall'acqua; (2 Re 4,1-7) il nostro Salvatore convertì l'acqua in vino. (Gv
2,1-11) Eliseo saziò con un po' di pane solo un centinaio di uomini; (2 Re
4,42-44) il nostro Salvatore saziò con un po' di pane cinquemila uomini, oltre
alle donne ed ai bambini. (Mt 14,21) Eliseo mondò Naaman il lebbroso (2 Re
5,1-14) ed il nostro Salvatore mondò dieci [lebbrosi]. (Lc 17,12-19) Eliseo
maledisse i bambini e furono divorati dagli orsi; (2 Re 2,23-24) il nostro
Salvatore benedisse i bambini. (Mv 10,16) I bambini avevano oltraggiato Eliseo;
(2 Re 2,23) i bambini hanno glorificato il nostro Salvatore [dicendo]: "Osanna"
(Mt 21, 15). Eliseo maledisse Gecazi suo discepolo. (2 Re 5,27) Anche il nostro
Salvatore maledisse Giuda suo discepolo, (Mt 26,24) ma benedisse tutti gli altri
(discepoli). (Lc 24,50) Eliseo resuscitò un solo uomo morto; (2 Re 4,32-35) il
nostro Salvatore ne riportò tre in vita. Sulle ossa di Eliseo un uomo si
rianimò;(2 Re 13,21) quando il nostro Salvatore scese nella dimora dei morti,
diede la vita a molti e li risuscitò. E molti sono i segni che lo Spirito di
Cristo ricevuto dai profeti ha operato.
14. Perciò, carissimo, abbiamo anche noi ricevuto lo Spirito di Cristo e Cristo
abita in noi, come sta scritto che lo Spirito disse per bocca del
Profeta: "Stabilirò la mia dimora in mezzo a loro e camminerò in mezzo a
loro". (Lv 26,11-12) Perciò
prepariamo i nostri templi per lo Spirito di Cristo e non contristiamolo perché
non si allontani da noi. Ricordate l'avvertimento che l'Apostolo ci dà: "E
non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per
il giorno della redenzione". (Ef
4,30) Perché dal battesimo riceviamo lo Spirito di Cristo; in quell'ora
in cui i sacerdoti invocano lo Spirito, il cielo si apre, discende ed
aleggia
sulle acque (Gen 1, 2) e
quelli che sono battezzati sono rivestiti da esso. Lo Spirito, infatti, rimane
lontano da tutti quelli che sono nati dalla carne, fino a quando giungono alla
nuova nascita dall'acqua; allora ricevono lo Spirito Santo. Perché nella prima
nascita nascono con uno spirito animale che viene creato nell'uomo e che non
muore mai, come sta scritto: "Adamo divenne un essere vivente". (Gen
2,7, 1 Cor 15,45) Ma nella seconda nascita, che avviene attraverso il
battesimo, ricevono lo Spirito Santo da parte della Divinità, ed anch'esso non è
soggetto alla morte. Perché quando gli uomini muoiono lo spirito animale è
sepolto con il corpo e la sensibilità è tolta da esso; mentre lo Spirito celeste
che ricevono ritorna alla sua natura, a Cristo. Ed entrambe queste cose
l'Apostolo ci ha fatto conoscere, dicendo: "è seppellito corpo animale,
risorge corpo spirituale". (1 Cor 15,44)
Lo Spirito ritorna di nuovo a Cristo, alla sua natura, come dice ancora
l'Apostolo: "Quando andremo in esilio dal corpo abiteremo presso il Signore".
(2 Cor 5,8) Perché lo Spirito di Cristo,
che ricevono gli spirituali, ritorna al nostro Signore; lo spirito animale è
invece sepolto nella sua natura e la sensibilità è tolta da esso. Chiunque
custodisce lo Spirito di Cristo in purezza, quando quello [Spirito] ritorna a
Cristo gli parla così: "Il corpo presso cui sono andato e che mi ha fatto uscire
dall'acqua del battesimo mi ha conservato in santità"; e lo Spirito Santo
sollecita Cristo per la risurrezione di quel corpo che lo ha conservato con
purezza; lo Spirito chiede di essere di nuovo congiunto ad esso affinché quel
corpo possa risorgere nella gloria. Ma se un uomo riceve lo Spirito dall'acqua
(del battesimo) e lo rattrista, lo Spirito esce da lui prima che muoia e ritorna
secondo la sua natura a Cristo, accusando quell'uomo di averlo rattristato. E
quando sarà giunto il momento della consumazione finale, avvicinandosi il tempo
della Risurrezione, lo Spirito Santo che è stato conservato nella purezza,
riceve una grande forza dalla sua natura, viene davanti a Cristo e sta alla
porta dei sepolcri dove sono sepolti gli uomini che lo hanno custodito con
purezza, attendendo il grido (della resurrezione). E non appena gli angeli
avranno aperto le porte del cielo davanti al Re, (1
Ts 4,16) allora il corno suonerà e le trombe emetteranno un segnale; (1
Cor 15,52) lo Spirito che attende il grido (della resurrezione) li ascolterà,
rapidamente aprirà le tombe e farà risorgere i corpi e tutto ciò che è stato
sepolto in esse, e li vestirà della gloria che è arrivata con lui; lo stesso
[Spirito] starà dentro per la risurrezione del corpo e la gloria starà fuori per
l'ornamento del corpo. Lo spirito animale sarà inghiottito dallo Spirito celeste
e l'uomo intero diventerà spirituale, poiché il suo corpo è posseduto (dallo
Spirito). La morte sarà inghiottita dalla vittoria, (1
Cor 15,54) ed il corpo dallo Spirito; e per il potere dello Spirito
quell'uomo volerà incontro al Re (1 Ts 4,17) e lo riceverà con gioia. Cristo si
mostrerà benigno verso il corpo che ha conservato il Suo Spirito con purezza.
15. Questo è lo Spirito che i Profeti hanno ricevuto, ed anche noi [abbiamo
ricevuto],
e non si trova in ogni momento in coloro a cui è stato dato; ma a volte va da
Colui che lo ha inviato ed a volte ritorna da colui che lo ha accolto. Ascolta
ciò che il nostro Signore ha detto: "Guardate di non disprezzare uno solo di
questi piccoli che credono in me, perché i loro angeli nei cieli vedono sempre
la faccia del Padre mio". (Mt 18,10)
Questo Spirito, quindi, procede di continuo e sta davanti a Dio, vede il Suo
volto e chiunque offende il tempio in cui dimora, egli lo accusa dinanzi a Dio.
16. Ti voglio anche mostrare dalle Scritture che lo Spirito non si trova in ogni
tempo in coloro che lo hanno ricevuto. Così, infatti, sta scritto: "Lo
Spirito del Signore si era ritirato da Saul", (1 Sam 16,14) (Spirito) che
aveva ricevuto quando fu unto, (1 Sam 16,3) perché lo contristò; "e
cominciò a turbarlo un cattivo spirito, venuto dal Signore"; ogni volta che
era afflitto dallo spirito malvagio, Davide suonava l'arpa e lo Spirito Santo,
che Davide aveva ricevuto quando fu unto, ritornava; e lo spirito del male che
stava irritando Saul fuggiva davanti a lui. (1 Sam 14-23) Quindi, lo Spirito
Santo che Davide aveva ricevuto non si trovava con lui in ogni momento. Quando
suonava l'arpa, allora veniva. Perché, infatti, se fosse stato sempre con lui,
non gli avrebbe permesso di peccare con la moglie di Uria. (2 Sam 11) Quando
pregò per i suoi peccati e confessò le sue iniquità davanti a Dio disse così: "Non
privarmi del tuo Santo Spirito"
(Sal 51, 13). Anche riguardo ad Eliseo sta scritto così: "Mentre
suonava la cetra, allora lo spirito venne a lui e profetizzava dicendo:
Così dice il Signore: non vedrai il vento né la pioggia, tuttavia in questo
alveo si faranno molti fosse". (2 Re 3,
15-17) Ed anche quando la donna Sunammita venne a lui a causa di suo
figlio che era morto, egli le disse: "Il
Signore me ne ha nascosto (il motivo); non me l’ha rivelato".
(2 Re 4,27) Invece quando il re di
Israele gli mandò qualcuno per ucciderlo, lo Spirito lo informò prima che il
messaggero arrivasse da lui, e disse: "Ecco! Quel figlio d'iniquità ha
mandato uno a tagliarmi la testa". (2 Re
6,32) E di nuovo gli fece conoscere l'abbondanza che sarebbe arrivata in
Samaria il giorno dopo. (2 Re 7,1-2) Ed infine, lo Spirito lo informò quando
Gecazi rubò l'argento e lo nascose. (2 Re 5,26)
17. Pertanto, amico mio, quando lo Spirito Santo si allontana dall'uomo che l'ha
ricevuto, finché [lo Spirito] non ritorna e viene a lui, allora Satana si
scontra con quell'uomo per farlo precipitare (nel peccato) e perché lo Spirito
Santo lo abbandoni del tutto; infatti, finché lo Spirito è con l'uomo, Satana
teme di avvicinarsi a lui. Ed osserva, carissimo, che anche il nostro Signore,
che nacque da quello
Spirito, fu tentato (da Satana) solo dopo che ricevette nel battesimo lo Spirito
dall'alto. "Allora Gesù fu condotto dallo
Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo". (Mt 4,1) A sua volta
così succede per l'uomo: nella stessa ora in cui percepisce in se stesso che non
è fervido nello Spirito e che il suo cuore è incline al pensiero di questo
mondo, sappia che lo Spirito non è con lui. Si alzi, preghi e vegli affinché lo
Spirito di Dio possa tornare da lui e non sia sopraffatto dall'avversario. Un
ladro non penetra in una casa finché non vede che il suo padrone se ne è andato.
Così anche Satana non può avvicinarsi a quella casa che è il nostro corpo,
finché lo Spirito di Cristo non si allontana da esso. Sappi anche, carissimo,
che il ladro non sa assolutamente se il padrone di casa è dentro o no, se prima
non accosta l'orecchio e non
guarda. Se sente la voce del padrone della casa al suo interno che dice: "Devo
andare a fare un viaggio". Quando poi si informa e vede che il padrone di casa
ha deciso di svolgere le sue faccende, allora arriva il ladro, penetra nella
casa e ruba. Ma se sente la voce del padrone di casa ammonire e comandare i suoi
domestici affinché sorveglino e custodiscano la sua casa, dicendo loro: "Anch'io
sto in casa", allora il ladro avrà paura e fuggirà, perché non sia preso e
catturato. Così anche Satana. Egli non sa in anticipo e non prevede quando lo
Spirito se ne andrà, così che possa venire a derubare l'uomo; ma anche lui
ascolta, guarda e procede; e se sente un uomo in cui Cristo dimora che parla con
parole vergognose, o si adira, o litiga, o contende, allora Satana capisce che
Cristo non è con lui; allora viene e realizza la sua volontà in lui. Cristo,
infatti, rimane e dimora nei miti e negli umili, in coloro che temono la sua
parola, come dice per mezzo del profeta: "Su chi volgerò lo sguardo e presso
chi dimorerò, se non presso i miti, gli umili e coloro che tremano alla mia
parola?". (Is 66, 2) Ed il Signore
disse, "Chi osserva i miei comandamenti e conserva il mio amore, ... Noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui".
(Gv 14,21-23) Ma se (Satana) sente che un
uomo è vigilante, prega e medita nella Legge del Signore di giorno e di notte,
allora si allontana da quest'uomo, perché sa che Cristo è con lui. E se tu
dovessi dire: "Satana è multiforme? Infatti, ecco che combatte con molti.
Ascolta ed impara da ciò che ti ho dimostrato sopra riguardo a Cristo, ovvero
che, pur essendo diviso tra molti, eppure non ne viene affatto diminuito.
Infatti, come la casa è completamente illuminata da quel poco di luce solare che
entra dalla sua finestra, così l'uomo in cui entra un po' di Satana è
completamente oscurato. Ascolta le parole dell'Apostolo: "Se Satana si
maschera da angelo di luce, non è gran cosa se anche i suoi ministri si
mascherano da ministri di giustizia". (2 Cor
11, 14-15) E di nuovo nostro Signore disse ai suoi apostoli: "Ecco, io
vi ho dato il potere di camminare sopra tutta la potenza del nemico".
(Lc 10,19) E le Scritture ci hanno fatto
sapere che (Satana) ha un esercito ed anche dei ministri; e Giobbe disse
riguardo a lui: "Dio lo ha fatto perché conduca la sua guerra". (Gb
40,14) Questi ministri, quindi, che egli ha, li manda nel mondo per fare
la guerra. Tuttavia, sappi che non combatte apertamente perché, dal momento
della venuta del nostro Salvatore, [Dio] ha dato potere su di lui; saccheggia e
ruba solamente.
18. Ma ti voglio chiarire, carissimo, quel discorso dell'Apostolo, del quale si
scandalizzano gli insegnamenti che sono strumenti del
maligno e le dottrine ingannevoli. Perché l'Apostolo disse: "
Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che
il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne
spirito datore di vita".
(1 Cor 15, 44-45) Quindi, dicono [gli
eretici] che ci saranno due Adami. Ma [l'Apostolo] ha detto: "E come eravamo
simili all’Adamo terreno, così saremo simili all’Adamo celeste". (1
Cor 15,49) L'Adamo terreno, infatti, fu colui che peccò; mentre l'Adamo
celeste è il nostro Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo. Coloro, quindi, che
ricevono lo Spirito di Cristo saranno simili all'Adamo celeste, che è il nostro
Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo; perché ciò che è animale deve essere
inghiottito dallo spirituale, come ti ho scritto sopra. E l'uomo che addolora lo
spirito di Cristo sarà animale nella sua risurrezione; perché lo spirito celeste
non è con lui, spirito che potrebbe inghiottire l'animale; ma quando risorgerà
continuerà a rimanere nel suo stato naturale, non rivestito dello Spirito.
Poiché si è denudato dello Spirito di Cristo, sarà consegnato alla completa
nudità. Chiunque, invece, onora lo Spirito e lo custodisce in sé con purezza, in
quel giorno lo Spirito Santo lo proteggerà, diventerà un uomo tutto spirituale e
non sarà trovato nudo, come disse l'Apostolo: "E quando ci saremo vestiti,
non potremo essere trovati nudi". (2 Cor 5,
3) E di nuovo disse: "Dormiremo tutti, ma nella risurrezione non tutti
saremo trasformati". (2 Cor 15,51) Ed ancora: "È
necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d’incorruttibilità e
questo corpo mortale si vesta d’immortalità. Quando poi questo corpo
corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale
d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata
inghiottita nella vittoria". (1 Cor 15,
53-54) Disse anche: "in un istante, in un batter d’occhio, ... i morti
risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati". 81
Cor 15,52) E coloro che saranno trasformati indosseranno la forma di
quell'Adamo celeste e diventeranno spirituali; coloro invece che non sono
trasformati, continueranno a rimanere nello spirito di animale, nella natura da
cui è stato creato Adamo, cioè nella polvere; e continueranno a rimanere nella
loro natura nella terra inferiore, mentre i celesti saranno catturati in cielo,
(1 Ts 4,17) innalzati dallo Spirito che hanno indossato, ed essi erediteranno il
regno che era stato preparato per loro sin dal principio. Mentre quelli che sono
animali rimarranno sulla terra per il peso dei loro corpi, e "torneranno
negli inferi" (Sal 9, 18), "dove sarà
pianto e stridore di denti" (Mt 8, 12).
19. Mentre scrivo, carissimo, richiamo alla memoria queste cose per te e per me
stesso.
Perciò
ama la verginità, condivisione celeste e comunione degli angeli. Perché,
infatti, non c'è nulla di paragonabile ad essa ed in coloro che sono così, in
loro dimora Cristo. Il tempo dell'estate è vicino, il fico germoglia e le
foglie sono uscite; (Mt
24,32: Ct 2,13) i segni che il nostro Redentore ha dato hanno cominciato
ad adempirsi. Poiché disse: "Si solleverà
nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno carestie e pestilenze
e fatti terrificanti dal cielo". (Lc 21,
10-11) Ed ecco! Tutte queste cose si stanno compiendo ai nostri giorni.
20. Perciò leggi ciò che ti ho scritto, tu ed i fratelli membri del Patto
monastico che amano la verginità. E stai in guardia contro i dileggiatori. A
chiunque disprezza e deride suo fratello, la parola scritta nel Vangelo si
applica in modo appropriato, vale a dire quando nostro Signore volle mettere in
guardia dagli avari e dai farisei. Di loro sta scritto: "Perché erano
attaccati al denaro, si facevano beffe di lui".
(Lc 16,14) Così anche ora, coloro che non
sono d'accordo con queste cose ci deridono allo stesso modo. Leggi, quindi, ed
impara; sii zelante nel leggere e nel fare; la Legge di Dio sia la tua
meditazione in ogni momento (Sal 119 (118), 97). E quando avrai letto questa
epistola, per la tua vita ti supplico, carissimo, alzati, prega e ricordati di
me peccatore nella tua preghiera.
Termina l'Esposizione sui figli del Patto
[1]
Nel IV secolo, quando tutti i battezzati non erano obbligati a condurre
una vita severamente ascetica, fece la sua comparsa l'istituzione dei
cosiddetti figli e figlie del patto o dell' alleanza (υiοί της διαθήκης
- benai qeyama e benat qeyama), come risulta dalle opere di Efrem e
Afraate, dagli Atti dei martiri e da altri documenti.
Questi sono
un'istituzione tipica della chiesa sira. Il termine qeyama (patto o
alleanza), resiste alle traduzioni. I testi che lo riportano non lo
spiegano mai, né parlano mai dell'istituzione. Sappiamo solo che nella
Bibbia sira il termine qeyama serve a tradurre l'ebraico berith,
l'alleanza stabilita da Dio con Abramo e Davide.
È molto
probabile che un'aggregazione così arcaica godesse di grande elasticità
nei fatti. I figli del patto vivevano coi loro familiari o completamente
da soli; spesso formavano piccoli gruppi intorno a una chiesa. Tutti
dovevano restare celibi, astenersi da vino e carne, portare un abito
speciale, ecc. Per la disciplina e il mantenimento dipendevano
generalmente dal clero, che per lo più era reclutato tra le sue fila.
Pregavano con frequenza. Prendevano parte attiva alle celebrazioni
liturgiche. Le figlie del patto solevano servire la comunità cristiana
con azioni caritative, come la cura dei malati. A quanto pare
l'istituzione del "matrimonio spirituale" o la convivenza di un asceta
con una vergine fu tollerata per qualche tempo e in seguito proibita
severamente. Si tratta insomma di un monachesimo urbano, simile a quello
che fioriva in altre regioni.
Estratto da
"Il monachesimo primitivo in
Siria e in Palestina" di Fotios Ioannidis. Dal sito www.academia.edu
N.d.T.: Il
testo latino utilizza sempre il termine "monachus"
per designare i figli (o membri) del Patto. Nel testo italiano compare
solo raramente il termine "monaco".
[2]
Questo episodio è raccontato nella Bibbia in un modo non molto chiaro e
quindi è stato soggetto a diverse interpretazioni, tra cui questa che
riferisce Afraate ed nella quale si attribuisce a Sipporà, moglie di
Mosè, la responsabilità dell'ira del Signore contro Mosè.
[3]
In Afraate il termine "santità" denota la continenza sessuale di una
persona, nonostante sia maritata.
[4]
La cosiddetta "Terza lettera
apocrifa ai Corinzi" era una volta considerata canonica nella Chiesa
siriaca primitiva. Fu poi abbandonata ed il suo testo è ora conosciuto
solo da un antico papiro e da traduzioni armene, copte e latine. Il
famoso teologo siriaco Efrem l'ha inclusa nel suo "Commento
alle Epistole Paoline".
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28 ottobre 2019 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net