Afraate, il Saggio Persiano

Esposizione 6

I figli del Patto [1]

Traduzione italiana del testo latino estratto da "Patrologia Syriaca", Vol. 1,

a cura di R. Graffin, ed. Firmin-Diodot, Parigi 1894

1. La parola che io comunico è opportuna e degna di accettazione: "è ormai tempo di svegliarci dal sonno (Rm 13,11) e di innalzare sia i nostri cuori che le nostre mani a Dio verso il cielo perché, quando all'improvviso il Signore di casa verrà, ci trovi ancora svegli (Lc 12,37). Osserviamo il tempo stabilito dello sposo glorioso, (Mt 25,4;10) affinché possiamo entrare con Lui nella sua camera matrimoniale. Prepariamo l'olio per le nostre lampade affinché possiamo andare avanti per incontrarlo con gioia. Prepariamo le provvigioni per le nostre dimore, per la via che è stretta e stretta. (Mt 7,14) Allontaniamo e gettiamo via da noi ogni impurità, ed indossiamo abiti da sposa. (Mt 22,12) Commerciamo i talenti che abbiamo ricevuto, (Mt 25,21), per poter essere chiamati servi buoni. Cerchiamo di essere costanti nella preghiera (Rm 12,12), affinché possiamo attraversare il luogo in cui dimora la paura. Puliamo il nostro cuore dall'iniquità, affinché possiamo vedere l'Altissimo nella sua gloria. Diventiamo misericordiosi, come sta scritto, affinché Dio abbia pietà di noi. (Mt 5,7: Lc 6,36) Sia la pace fra noi, affinché possiamo essere chiamati fratelli di Cristo. Cerchiamo la fame della giustizia, affinché possiamo saziarci (Mt 5,6 dalla mensa del suo regno. Cerchiamo di essere il sale della verità (Mt 5,13), affinché non diventiamo cibo per il serpente. Purifichiamo il nostro seme dalle spine, affinché possiamo produrre frutto cento volte tante. Poniamo il nostro edificio sulla roccia, (Mt 7,24) affinché non possa essere scosso dai venti e dalle onde. Cerchiamo di essere vasi onorabili (2 Tm 2,21) affinché possiamo essere richiesti dal Signore per il Suo uso. Vendiamo tutti i nostri beni e compriamo per noi la perla, (Mt 13,46), affinché possiamo essere ricchi. Poniamo i nostri tesori in cielo, in modo (Mt 6,20) che quando saremo lì potremo aprirli e godere di essi. Visitiamo il nostro Signore nelle persone degli ammalati, (Mt 25,33-35) affinché Egli ci inviti a stare alla Sua destra. Cerchiamo di odiare noi stessi ed amare Cristo (Gv 12,25), come Egli ci ha amato e ha dato se stesso per noi. (Ef 5,2) Cerchiamo di onorare lo spirito di Cristo, affinché possiamo ricevere la grazia da Lui. Cerchiamo di essere estranei al mondo, (Gv 17,14), anche se Cristo non era del mondo. Siamo umili e miti, affinché ereditiamo la terra dei viventi; (Mt 5,5: Is 38,11; 53,8) cerchiamo di essere instancabili nel suo servizio, affinché Egli ci faccia servire nella dimora dei santi. Offriamo la Sua preghiera con purezza, perché possa avere accesso al Signore della Maestà. Partecipiamo della sua passione, così che anche noi risorgeremo nella sua risurrezione. (2 Tm 2,11-12; Fil 3,10) Portiamo il suo "segno" sui nostri corpi (Ez 9,4), affinché possiamo essere liberati dall'ira a venire. Terribile è il giorno in cui verrà e chi è capace di sopportarlo? (Gl 2,11) Furente e ardente è la sua ira (Is 13,9) e distruggerà tutti i malvagi. Poniamo sulla testa l'elmo della redenzione, (Ef 6,14-17), per non essere feriti e morire in battaglia. Cingiamo i nostri lombi con la verità, per non essere trovati impotenti nel combattimento. Alziamoci e svegliamo Cristo, affinché Egli possa far tacere le raffiche tempestose davanti a noi (Mt 8,25-27). Prendiamo come scudo contro il Malvagio l'addestramento del Vangelo del nostro Redentore (Ef 6,16). Accettiamo dal nostro Signore il potere per calpestare serpenti e scorpioni. (Lc 10,19) Mettiamo da parte la collera, con ogni furia e malizia. Che nessuna ingiuria esca dalla nostra bocca, con la quale preghiamo verso Dio. Cerchiamo di non essere maldicenti, in modo che possiamo essere liberati dalla maledizione della legge (Gal 3,10). Cerchiamo di essere lavoratori diligenti, affinché possiamo ottenere la nostra ricompensa con i primi (Mt 20,1-16); sopportiamo il peso del giorno, affinché possiamo chiedere una ricompensa più abbondante; cerchiamo di non essere lavoratori oziosi perché Nostro Signore ci ha ingaggiati nella sua vigna. (Mt 20,1) Lasciamoci piantare come tralci in mezzo alla sua vigna, perché è la vera vigna e cerchiamo di essere tralci fruttuosi, (Gv 15,1-6) per non essere sradicati dalla sua vigna. Diventiamo un odore soave, così che la nostra fragranza possa diffondersi tutto intorno a noi. Siamo poveri nel mondo e arricchiamo molti con la dottrina del nostro Signore. (Gc 2,5) Non chiamiamo nessuno nostro padre sulla terra, (Mt 23,9) affinché possiamo essere i figli del Padre che è nei cieli. Quando non abbiamo nulla è allora che possediamo tutto; (2 Cor 6,9-10) benché nessuno ci conosca, tuttavia coloro che ci conoscono sono molti. Rallegriamoci nella nostra speranza in ogni tempo, (Rm 12,12) affinché Colui che è la nostra speranza ed il nostro Redentore possa gioire in noi. Giudichiamoci giustamente e condanniamoci, per non piegare la faccia davanti ai giudici che siederanno sui troni e giudicheranno le tribù. (Mt 19,28) Prendiamo con noi, come armatura per il combattimento, (Ef 6,16) l'insegnamento del Vangelo. Bussiamo alla porta del cielo, (Mt 7,7) perché possa aprirsi davanti a noi e noi possiamo entrare in esso. Chiediamo diligentemente misericordia, affinché possiamo ricevere tutto ciò che ci è necessario. (Lc 11,8) Cerchiamo il suo Regno e la Sua giustizia, (Mt 6,33), affinché possiamo ricevere il sovrappiù sulla terra. Pensiamo alle cose di lassù, (Col 3,1-2) alle cose celesti, e meditiamole, dove Cristo è stato innalzato ed esaltato, ma abbandoniamo il mondo che non è nostro, affinché possiamo arrivare nel luogo in cui siamo stati invitati. Alziamo gli occhi verso il divino, affinché possiamo vedere lo splendore che sarà rivelato. Alziamo le ali come aquile, affinché possiamo vedere il corpo ovunque sia (Cfr. Mt 24, 28). Prepariamo come offerte i frutti desiderabili del re, il digiuno e la preghiera. Custodiamo la sua promessa in purezza, affinché possa fidarsi di noi su tutto il suo tesoro; a chiunque tratta falsamente la sua promessa, non sia permesso di entrare nella casa del tesoro. Facciamo attenzione al corpo di Cristo, affinché i nostri corpi possano sorgere al suono del corno. (1 Ts 4,16) Ascoltiamo la voce dello sposo, affinché possiamo entrare con Lui nella camera matrimoniale. Prepariamo il dono del matrimonio per il suo giorno nuziale ed usciamo per incontrarlo con gioia, (Mt 25,6) indossando l'abito sacro, affinché possiamo sedere a tavola nel posto principale degli eletti. Chiunque non avrà messo le vesti nuziali, (Mt 22,13), sarò gettato fuori nelle tenebre. Chiunque trova scuse (per non andare) al matrimonio non assapora la festa. (Lc 14,18) Chiunque ama i campi e le mercanzie, sarà escluso dalla città dei Santi. Chi non produce frutto nella vigna, sarà sradicato e cacciato nel tormento (Lc 13,6-9). Chiunque abbia ricevuto denaro dal suo Signore, lo restituisca al suo donatore con un certo aumento. (Mt 25,16) Chi desidera diventare un mercante, compri per sé il campo ed il tesoro che è in esso. (Mt 13,44) Chi riceve il buon seme, purifichi il suo campo dalle spine. (Mt 13, 7 Chiunque desideri essere un pescatore, lanci la sua rete in ogni momento. (Mt 13,47) Chiunque sia stato istruito al combattimento, si tenga lontano dal mondo. Chiunque desideri ottenere la corona, corra come il vincitore in gara (1 Cor 9,25). Chiunque desideri scendere nello stadio per gareggiare, impari a (combattere) contro il suo avversario. Chiunque voglia scendere in battaglia, prenda con sé le armi per combattere e le affili in ogni momento. Chiunque sceglie la somiglianza con gli angeli (Mt 22,30), sia estraneo per gli uomini. Chiunque prende su di sé il giogo dei santi, abolisca da sé la compravendita. Chiunque desidera possedere la propria anima (Mt 10,39), allontani da sé i guadagni del mondo. Chiunque ama la dimora che è nei cieli, non si affatichi (a costruire) una dimora di fango che cadrà. Chiunque sia in attesa di essere catturato tra le nuvole (1 Ts 4,17), non prepari per sé delle cavalcature adornate. Chiunque sia in attesa della festa matrimoniale dello sposo, non ami le feste di questo tempo presente. Chiunque desidera godere del banchetto a lui riservato, allontani da sé l'ubriachezza. Chiunque si prepara per la cena, non trovi scuse (per non partecipare), (Lc 14, 18-19), né si metta a mercanteggiare. Colui su cui cade il buon seme (Mt 13, 24-25), non permetta al maligno di seminare zizzania dentro di lui. Chiunque abbia iniziato a costruire una torre, faccia il conto di tutte le spese; (Lc 14,29) infatti, chi costruisce deve terminare (l'opera), affinché non sia deriso da quelli che passano per la via. Chiunque costruisce la sua costruzione sulla roccia, faccia profonde le sue fondamenta, affinché non possa essere abbattuta dai flutti. (Mt 7,24-25) Chiunque desidera sfuggire dall'oscurità, cammini mentre ha la luce. (Gv 12,35) Chi teme di dover fuggire in inverno, (Mt 24,20) si prepari in estate. Chiunque sia ansioso di riposare, (Eb 4,11) provveda al suo riposo per il Sabato. Chiunque implora il perdono del suo Signore, perdoni anche lui al suo debitore. (Mt 18,24) A chi non chiede indietro cento denari, il suo Signore perdona diecimila talenti. Chiunque pone i soldi del suo Signore sul tavolo [del banchiere], (Mt 25,27) non sarà definito un servo inutile. Chi ama l'umiltà, sarà erede nella terra dei viventi. Chiunque desidera fare la pace, diventerà uno dei figli di Dio. (Mt 5,9) Chi conosce la volontà del suo Signore, faccia questa volontà, per non ricevere molte percosse. (Lc 12,47) Chi purifica il suo cuore dagli inganni, i suoi occhi vedranno il Re nella sua bellezza. (Is 33,17) Chiunque riceve lo Spirito di Cristo adorni il suo uomo interiore. Chiunque è chiamato tempio di Dio, (1 Cor 3,16-17) purifichi il suo corpo da ogni impurità. Chiunque rattrista lo Spirito di Cristo, (Ef 4,30) non libera la testa dalle afflizioni. Chi riceve il corpo di Cristo, mantenga il suo corpo pulito da ogni impurità. Chiunque scaccia da sé l'uomo vecchio, (Ef 4,22) non torni alle sue precedenti opere. Chi veste l'uomo nuovo, liberi la sua anima da ogni sporcizia. Chiunque ha indossato l'armatura (dello Spirito Santo) dall'acqua (del battesimo), non tolga l'armatura per non essere condannato. Chiunque prende lo scudo (Ef 6,13-16) contro il Maligno, si tenga lontano dai dardi che gli lancia contro. In chi si tira indietro, non si compiace il suo Signore. (Eb 10,38) Chi medita la legge del suo Signore, non sarà turbato dai pensieri di questo mondo. Chi medita sulla legge del suo Signore, "è come un albero piantato lungo corsi d'acqua". (Sal 1,3) Chi ha anche fiducia nel suo Signore, è come un albero che si trova lungo il fiume. Chi ripone la sua fiducia nell'uomo riceverà le maledizioni di Geremia (Cfr. Ger 17,5). Chi è stato invitato dallo Sposo, si prepari. (Mt 22,1-6) Chi ha acceso la sua lampada, non la lasci spegnere. Chi è in attesa del grido (dell'arrivo dello sposo), metta dell'olio nel suo vaso. (Mt 25, 6) Chi è alla custodia della porta, attenda il suo Maestro. Chi ama la verginità, diventi come Elia. Chi prenda il giogo dei santi, si sieda e resti in silenzio. (Lam 3,28) Chi ama la pace, aspetti il suo Maestro nella speranza di vita. (Tt 2,13)

2. Perché, amico mio, il nostro avversario è abile; colui che combatte contro di noi è furbo; contro gli uomini coraggiosi ed illustri si prepara, affinché siano indeboliti. Perché i deboli sono suoi e non combatte contro i prigionieri che per lui avevano resi schiavi (gli Israeliti) (Is 14,2). Chi ha le ali fugge da lui e le frecce che gli lancia contro non lo raggiungono. Coloro che sono spirituali lo vedono quando aggredisce e le sue armi non hanno potere sui loro corpi. Tutti i figli della luce non hanno paura di lui, perché le tenebre volano via di fronte alla luce; (1 Gv 2,8) ugualmente i figli del buon [Dio] non temono il Male, poiché Egli lo ha dato loro perché lo calpestassero coi piedi. (Lc 10,19) Quando si presenta come oscurità, essi diventano luce. E quando si insinua tra di loro come un serpente, essi diventano sale che lui non può mangiare Se per loro si rende simile all'aspide, allora diventano come bambini. (Is 11,8) Se viene da loro con le concupiscenza del cibo, essi, come il nostro Redentore, lo sottomettono col digiuno. (Mt 4,2-4) E se desidera lottare con loro con la concupiscenza degli occhi, (1 Gv 2,16) essi alzano gli occhi al cielo. Se egli desidera sconfiggerli con le lusinghe, essi non lo ascoltano. Se desidera apertamente lottare con loro, ecco che si rivestono dell'armatura e si oppongono a lui. Se desidera entrare da loro mentre dormono, si svegliano e vegliano, cantano salmi e pregano. Se li attira con i beni, essi li danno ai poveri; se li provoca come fosse una soavità, non la assaporano, sapendo che è amara. Se li infiamma con il desiderio di Eva, essi dimorano da soli e non con le figlie di Eva.

3. Perché fu per mezzo di Eva che entrò in Adamo, (Gen 3, 6) e Adamo fu sedotto a causa della sua inesperienza. E di nuovo entrò in Giuseppe attraverso la moglie del suo padrone, ma Giuseppe conosceva la sua astuzia e non volle ascoltarlo (Gen 39,7-20). Tramite una donna ha combattuto con Sansone, fino a quando gli portò via il suo nazireato (Gdc 16, 4). Ruben era il primogenito di tutti i suoi fratelli, e attraverso la moglie di suo padre, (Gen 35,22) [l'avversario] gettò un'infamia su di lui. Aronne era il grande sommo sacerdote della casa d'Israele e, a causa di Miriam, sua sorella, invidiò Mosè. (Nm 12,1-2) Mosè fu mandato a liberare il popolo dall'Egitto e prese con sé una donna che lo consigliò di (commettere) azioni vergognose; il Signore si scontrò con Mosè e desiderò ucciderlo (Es 4,24-26) [2], finché non rimandò sua moglie a Madian. (Es 18,2-3) Davide fu vittorioso in tutte le sue battaglie, ma a causa di una figlia di Eva fu trovata in lui una macchia. (2 Sam 11) Ammon era bello e di aspetto gradevole, tuttavia [l'avversario] lo prese prigioniero con il desiderio di sua sorella e Assalonne lo uccise a causa dello stupro di Tamar. (2 Sam 13) Salomone fu più grande di tutti i re della terra, eppure nel tempo della sua vecchiaia le sue mogli portarono il suo cuore fuori strada. (1 Re 11, 1-4) Tramite Gezabele, figlia di Et-Baal, la malvagità di Acab aumentò e si contaminò molto. (1 Re 21-25) Inoltre, (l'avversario) tentò Giobbe attraverso i suoi figli e le sue proprietà; (Gb 1-2) quando non riuscì a prevalere su di lui, andò a prendere contro di lui la sua arma; tornò portando con sé una figlia di Eva, che aveva fatto cadere Adamo, e con la sua bocca disse a Giobbe, suo giusto marito: "Maledici Dio". (Gb 2, 9) Ma Giobbe respinse il suo consiglio. Anche il re Asa sconfisse il maledetto tra i viventi, quando volle aggredirlo attraverso sua madre. (1 Re 15,13) Poiché Asa conosceva la sua astuzia allontanò sua madre dal suo alto incarico, fece a pezzi il suo idolo e lo gettò via. Giovanni era più grande di tutti i profeti, tuttavia Erode lo uccise a causa della danza di una figlia di Eva. (Mt 14,3-12) Aman era ricco ed il terzo (come onore ricevuto) dal re, eppure sua moglie lo consigliò di far morire gli ebrei. (Est 6,13) Zimri era il capo della tribù di Simeone; eppure Cozbi, figlia dei capi di Madian, lo corruppe ed a causa di una donna ventiquattromila (uomini) di Israele caddero in un giorno. (Nm 25, 6-15)

4. Perciò, fratelli miei, se qualcuno legato da un voto o che esercita la continenza e che ama la vita solitaria, desidera che una donna, legata da un voto monastico come lui, dimori con lui, sarebbe meglio per lui in quel caso di prendere palesemente (per moglie) una donna, per non farsi prendere dalla lussuria. (1 Cor 7,9) Così pure, se la donna non si separa dal solitario, è meglio che si sposi pubblicamente. La donna dovrebbe quindi dimorare con una donna e l'uomo con un uomo. Anche se un marito decide di rimanere in santità [3], non dimori con lui la sua sposa, per timore di tornare alla sua condizione precedente e quindi essere stimato come adultero. Perciò, questo conveniente consiglio che è giusto e buono io lo do a me stesso ed a voi, miei amati monaci che non prendete moglie, ed alle vergini che non si sposano, ed a coloro che hanno amato la santità; è giusto, conveniente e dignitoso che un uomo, anche se sopporta malvolentieri, rimanga da solo. Ed infatti così gli conviene dimorare, come è scritto nel profeta Geremia: "Beato l'uomo che porterà il tuo giogo nella sua giovinezza, e siederà solo e tacerà, perché ha preso su di sé il tuo giogo". (Lam 3, 27-28) Così conviene, infatti, carissimo, a colui che prende il giogo di Cristo, (Mt 11.29-30) per preservare il suo giogo nella purezza.

5. Perché così sta scritto, carissimo, riguardo a Mosè, che dal momento in cui il Santissimo gli si rivelò, (Es 3,2) ha anche abbracciato la continenza e, dal momento in cui fu (così) santificato, sua moglie non gli prestò servizio; ma, come sta scritto: "Giosuè, figlio di Nun, fu l'inserviente di Mosè fin dall'infanzia". (Es 33,11) E di Giosuè è scritto anche, che "non si allontanava dal tabernacolo". (Es 33,11) Ed il tabernacolo non era amministrato da nessuna donna; infatti la legge non permetteva alle donne di entrare nella tenda del convegno, ma anche quando venivano a pregare, pregavano davanti alla porta della tenda del convegno e poi tornavano indietro (Cfr. Es 38,8). Inoltre, comandò ai sacerdoti che al tempo del loro servizio rimanessero continenti e non conoscessero le loro mogli. Ed anche riguardo ad Elia è scritto così, che un tempo dimorò nel monte Carmelo e in un altro al torrente Cherit, (1 Re 17,2-6) e che fu servito dal suo discepolo. E poiché il suo cuore era in cielo, gli uccello del cielo gli portavano il nutrimento; e poiché prese su di sé la somiglianza con gli angeli del cielo, quegli stessi angeli gli portarono pane e acqua quando fuggì da Gezabele.  (1 Re 19,5-7) E poiché pose tutto il suo pensiero in cielo, fu catturato in un carro di fuoco in cielo, (2 Re 2,11) e lì la sua dimora fu stabilita per sempre. Anche Eliseo seguì le orme del suo Maestro e quando abitò nella camera alta della donna Sunnamita, veniva servito dal suo discepolo. Perché così disse la Sunnamita: "Egli è un santo profeta di Dio e passa continuamente da noi. Per la sua santità conviene che noi facciamo per lui una stanza superiore e gli prestiamo il servizio che gli è [necessario]". (2 Re 4,8-10) Il servizio necessario nella stanza superiore di Eliseo era nient'altro che il letto, il tavolo, lo sgabello ed il candelabro. Ma cosa dovremmo dire di Giovanni? Sebbene abitasse tra gli uomini egli preservò la sua verginità con onore e ricevette lo Spirito di Elia. Inoltre, disse il beato Apostolo riguardo a se stesso e riguardo a Barnaba: "Non avevamo forse il potere di mangiare e bere e di condurre le mogli con noi? Tuttavia ciò non è appropriato, né giusto". (1 Cor 9,4-5: Versione armena)

6. Quindi, fratelli, perché sappiamo e abbiamo visto che fin dall'inizio fu attraverso la donna che all'avversario fu dato accesso agli uomini, e fino alla fine lo controlla attraverso di lei, poiché lei è l'arma di Satana; per mezzo suo combatte contro gli atleti ed attraverso di lei egli suona sempre, perché è diventata una cetra per lui sin dal primo giorno. A causa sua è stata stabilita la maledizione della legge; per causa sua è stata fatta la promessa di morte ed, infatti, nel dolore partorisce i figli e li consegna alla morte. Per causa sua la terra fu maledetta, in modo che produca spine e cardi. (Gen 3,17-18) Ora tuttavia, con l'avvento della discendenza della Beata Maria, le spine vengono sradicate, il sudore viene asciugato, il fico è maledetto; (Mt 21,19) la polvere diventa sale, (Mt 5,13 la maledizione è inchiodata sulla croce, Colossesi 2,14 la punta (infiammata) della spada è rimossa dall'albero della vita (Gen 3,24) e quest'albero viene dato come cibo ai fedeli; il paradiso è promesso ai beati, alle vergini ed ai casti ed il frutto dell'albero della vita è dato come cibo ai fedeli ed alle vergini (Mt 25,1-13); per coloro che fanno la volontà di Dio la porta è aperta (Mt 7,13-14) e la strada è battuta; la fonte fluisce e dà da bere agli assetati (Gv 7,13-14); il tavolo è apparecchiato e la cena preparata; il vitello grasso è stato ucciso, "il calice della salvezza" (Sal 116 (114-115), 13) è pronto, la festa è preparata e lo Sposo è arrivato a prendere il suo posto a tavola; gli apostoli hanno fatto gli inviti e molti sono gli invitati. (Mt 22,10; Lc 14,16) Preparatevi, o eletti. La luce è sorta ed è lieta e splendida, le vesti non realizzati da mano d'uomo sono pronte. Il grido (che annuncia il matrimonio) è vicino (Mt 25,6), le tombe si apriranno (Mt 27,52) ed (i corpi) che vi sono deposti saranno rivelati. I morti risorgeranno ed i vivi voleranno per andare incontro al Re. (1 Ts 4,17) Il banchetto è pronto, il corno incoraggia e le trombe incitano (1 Cor 15,52); gli Angeli del cielo si affrettano ed il trono per il Giudice è collocato. Chi ha lavorato si rallegri; (Mt 24,31) chi è caduto abbia paura; chi ha fatto del male non si avvicina al giudice. Quelli sulla destra esultano e quelli sulla sinistra piangono e gemono. Quelli che sono nella luce risplendono e quelli che sono nell'oscurità gemono affinché qualcuno bagni la loro lingua. (Cfr. Lc 16,24) La grazia è passata e la giustizia regna; non si trova del pentimento in quel luogo. L'inverno è vicino, l'estate è passata. Il Sabato di riposo è arrivato, la fatica è cessata. La notte è passata, la luce regna. Quanto alla morte, il suo pungiglione si è rotto ed essa è inghiottito nella vita. (1 Cor 15, 54-55) Coloro che ritornano negli inferi piangono e digrignano i loro denti; quelli che vanno nel regno esultano, si rallegrano, tripudiano e cantano lodi. Quelli, infatti, che non prendono mogli sono curati dagli angeli del cielo; quelli che conservano la castità riposano nel santuario dell'Altissimo. L'Unigenito fa gioire tutti i solitari dal seno del Padre. (Gv 1,18) Là non c'è né maschio né femmina, né schiavo né libero, (Gal 3,28) ma sono tutti figli dell'Altissimo. E tutte le caste vergini, che sono spose di Cristo, fanno risplendere le loro lampade (Mt 25,10) e con lo Sposo entrano nella sua camera nuziale. Tutte coloro che sono spose di Cristo sfuggono dalla maledizione della legge e sono redente dalla condanna delle figlie di Eva, poiché non sono sposate con uomini; quelle invece che (si sono sposate e che) hanno ricevuto le maledizioni rimangono nei dolori. Non considerano per niente la morte; infatti non consegnano ad essa i figli ed al posto di un marito mortale, sono spose di Cristo. E poiché non partoriscono figli, a loro viene dato "un nome più prezioso che figli e figlie". (Is 56, 5) Ed invece dei gemiti delle figlie di Eva, pronunciano i canti dello Sposo. Le feste di nozze delle figlie di Eva [vengono celebrate] nello spazio di solo sette giorni; mentre da loro lo Sposo non si allontana in eterno. L'ornamento delle figlie di Eva è lana che si consuma e perisce; invece le loro vesti non si consumano. La vecchiaia appassisce la bellezza delle figlie di Eva; la bellezza delle (spose di Cristo) si rinnoverà nel tempo della risurrezione.

7. O vergini che vi siete promesse spose a Cristo, se uno dei monaci dirà ad una di voi: "Io vivrò con te e tu mi servirai", tu gli dirai così: "Io sono sposata con un marito Reale e servo a lui. Se io abbandono il suo servizio per servire te, il mio Sposo si adirerà con me, mi scriverà una lettera di ripudio e mi manderà via dalla sua casa. Mentre cerchi di essere onorato da me, e io di essere onorato da te, fai attenzione che non ne venga un danno su di me e su di te. Non riporre fuoco nel tuo seno, (Pr 6,27) perché non bruci le tue vesti; ma piuttosto ti basti il tuo onore ed anch'io rimarrò da sola nel mio onore; e riguardo a queste cose che lo Sposo ha preparato per la sua festa di matrimonio che durerà un'eternità, approntati un regalo di nozze e prepara la tua anima ad incontrarlo. In quanto a me, mi preparerò dell'olio per entrare con le vergini sagge e non essere tenuta fuori dalla porta con le vergini stolte. (Mt 25, 1-12)

8. Ascolta dunque, carissimo, ciò che ti scrivo, poiché tutte queste cose sono convenienti ai solitari, ai figli del Patto, ai vergini ed ai santi. Prima di tutte le cose è conveniente per l'uomo che ha posto su di sé il giogo, che la sua fede sia stabile, come ti ho scritto nella prima epistola; inoltre che egli sia zelante nel digiuno e nella preghiera; che sia fervente nell'amore di Cristo; che sia umile, mite e saggio; che la sua parola sia pacifica e piacevole; che il suo pensiero sia sincero con tutti; che pronunci le sue parole in modo ponderato; che ponga una barriera alla sua bocca davanti a parole dannose; che allontani da sé il riso avventato; che non ami l'ornamento delle vesti; neppure si lasci crescere i capelli e li adorni, o li unga con fragranti profumi; non si abbandoni alle feste, né indossi abiti splendidi; non si abbandoni temerariamente al vino. Allontani da sé i pensieri orgogliosi. Non deve preoccuparsi di avere un abbigliamento splendido o di indossare il velo. Tenga lontana da sé una lingua perfida; allontani l'invidia e l'ira; disdegni fortemente le labbra ingannevoli. Le parole che si dicono riguardo ad un uomo, quando sono dette mentre lui è assente, non le ascolti né le accolga per non peccare, prima di aver indagato. La presa in giro è una colpa odiosa e non è giusto accoglierla nel cuore. Non pratichi l'usura, non prenda interessi e non ami l'avarizia. Si lasci soggiogare, ma non soggioghi (nessuno). Inoltre, allontani da sé il clamore. Non pronunci parole scurrili, non disprezzi alcun uomo che si pente dei suoi peccati e non irrida il fratello che sta digiunando; e non sconvolga chi non può digiunare. Dove viene ricevuto, si trattenga, e dove non viene ricevuto, accetti la sua posizione. Nel momento in cui viene accolta la sua parola, parli; altrimenti, stia silenzioso. Non si faccia disprezzare per le richieste del suo ventre. Riveli il suo segreto a chi teme Dio e si guardi dal maligno. Non parli con maldicenza di un uomo malvagio o di un nemico, se dovesse capitare in una controversia, in modo che non si faccia assolutamente dei nemici. Se gli uomini lo invidiano per ciò che è buono, aumenti ancora la sua bontà e non si affligga a causa dell'invidia. Se ha qualcosa e lo dà al povero si rallegri, e non si rattristi se non ne ha. Con un uomo malvagio non stia in compagnia e con un uomo sprezzante non parli, per non venire lui stesso oltraggiato. (Pr 1,10-15; Sir 11,33) Con un bestemmiatore non si metta a disputare, per timore che il suo Signore sia bestemmiato per causa sua. Stia lontano da un calunniatore; e non cerchi di piacere a nessun uomo con l'attrattiva delle parole. Queste cose convengono ai figli del Patto che hanno preso il giogo celeste e sono discepoli di Cristo. Perché così si addice ai discepoli di Cristo: essere come Cristo loro Maestro.

9. Prendiamo il modello, carissimi, dal nostro Salvatore che sebbene fosse ricco, si fece povero; (2 Cor 8, 9) (sebbene fosse) Supremo, umiliò la sua maestà; sebbene la sua dimora fosse in cielo, non aveva posto dove posare il capo; (Mt 8,20) sebbene verrà sulle nubi, (Mt 26,64) cavalcò un puledro (Gv 12,15) e così entrò in Gerusalemme; (Mt 21, 2-7) sebbene fosse Dio e Figlio di Dio, prese su di sé la somiglianza di un servo. (Fil 2, 6-8) Sebbene egli fosse (per gli altri) il riposo da ogni stanchezza, tuttavia lui stesso fu stanco della stanchezza del viaggio. Benché fosse la fonte che estingue la sete, tuttavia ebbe sete e chiese acqua da bere; (Gv 4, 6-7) Benché egli stesso fosse l'abbondanza (di cibo) e la sazietà della nostra fame, tuttavia egli stesso soffrì la fame quando andò nel deserto per essere tentato. (Mt 4, 2) Benché fosse un custode che non dorme, (Sal 121 (120),4) si assopì e dormì sulla nave in mezzo al mare. (Mt 8,24) Sebbene fosse servito nel tabernacolo del Padre, tuttavia si lasciò servire dalle mani degli uomini. Benché fosse il guaritore di tutti gli ammalati, tuttavia gli furono fissati i chiodi nelle sue mani. (Mt 9,12) Sebbene la sua bocca producesse cose buone, eppure gli diedero del fiele da bere. (Sal 69 (68),22; Mt 27,34) Anche se non ferì mai nessun uomo e non fece del male a nessuno, tuttavia fu fatto flagellare e sopportò la vergogna. (Mt 26,67) Sebbene fosse il Salvatore di tutti i mortali, si consegnò alla morte della croce.

10. Tutta questa umiltà ci ha mostrato il nostro Salvatore in se stesso. Perciò cerchiamo anche noi di umiliarci, carissimi. Quando nostro Signore è uscito dalla sua natura, ha camminato nella nostra natura. Rimaniamo anche noi nella nostra natura, in modo che nel giorno del giudizio egli ci faccia partecipare della sua natura. Nostro Signore prese da noi il pegno (della nostra natura) e se ne andò, ci lasciò la caparra (dello Spirito) (1 Cor 1,22; Ef 1,14) e fu assunto. Benché non gli mancasse niente, a causa del nostro bisogno, escogitò questo espediente. Ciò che era nostro era suo fin dall'inizio, ma ciò che era Suo, chi ce lo avrebbe dato? Ma è vero ciò che il nostro Signore ci ha promesso: Dove sono io sarete anche voi". (Gv 14, 3) Infatti, ciò che ha preso da noi è con Lui glorificato e (come) un diadema incorona il suo capo (Eb 2,9); allo stesso modo, ciò che abbiamo ricevuto da lui dobbiamo glorificarlo. Ciò che è nostro è glorificato presso di lui, quantunque (questa gloria) non faccia parte della nostra natura: glorifichiamo ciò che è suo nella sua stessa natura. Infatti, se lo glorifichiamo, andremo da lui; ciò che ha preso della nostra natura è così salito (al cielo). Ma se lo disprezziamo, egli ci toglierà ciò che ci ha dato; e se ruberemo con inganno il suo pegno, egli prenderà là ciò che è suo e ci priverà di tutto ciò che ci ha promesso. Onoriamo gloriosamente il Figlio del Re che è presso di noi, perché in suo nome ci è stato tolto il pegno (della natura umana). Chi rispetterà il Figlio del Re con onore, otterrà molti doni dal Re; ciò che è nostro siede presso di lui nella gloria, un diadema incorona la sua testa ed egli lo fa sedere con il Re. E noi che siamo poveri, che cosa dobbiamo fare per il Figlio del Re che è con noi? Non ci chiede nulla, se non che dovremmo adornare i nostri templi per lui, in modo che quando il tempo si compirà e lui tornerà dal Padre suo, lo lodi da parte nostra nella misura in cui noi lo abbiamo onorato. Quando venne da noi, non aveva nulla di nostro ed anche noi non avevamo nulla di suo, sebbene le due nature fossero sue e del Padre suo. Perché quando Gabriele fece l'annuncio alla Beata Maria, sua Genitrice, il Verbo dall'alto si mise in cammino ed arrivò, "ed il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"; (Gv 1,14) E quando ritornò da Colui che lo aveva mandato, portò via ciò che non aveva portato e se ne andò, come disse l'Apostolo: "ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli". (Ef 2, 6) E quando ritornò al Padre, ci mandò il suo Spirito e ci disse: "io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". (Mt 28,20) Cristo, infatti, siede alla destra del Padre suo e nello stesso tempo dimora tra gli uomini; egli regna sopra e sotto, secondo la saggezza del Padre, e dimora in molti, sebbene sia uno; ed egli copre con la sua stessa ombra tutti i fedeli, singolarmente, e non si rimpicciolisce, come sta scritto: "Lo dividerò tra molti"; (Is 53,12) e sebbene sia diviso tra molti, tuttavia siede alla destra del Padre. (Mc 16,19; Ef 1,20; Eb 10,12) Ed egli è in noi e noi siamo in lui, come disse: "Voi siete in me ed io sono in voi". (Gv 14,20) E in un altro luogo disse: "Io ed il Padre siamo una cosa sola". (Gv 10,30)

11. E se ci sarà qualcuno, con la coscienza sprovvista di conoscenza, che discuterà su questo e dirà: "Poiché Cristo è uno ed il Padre è uno, come dimorano Cristo ed il Padre suo negli uomini che credono? E in che modo gli uomini retti diventano templi di Dio nei quali Egli dimora? Se poi è così, ovvero che ad ognuno dei singoli fedeli vengono Cristo e Dio che è in Cristo; ripeto, se è così, ci sono allora molti dei ed innumerevoli Cristi? Ma ascolta, carissimo, come conviene rispondere a questo ragionamento. Colui che ha parlato così sia erudito da cose visibili. Nessuno, infatti, ignora che il sole è fisso nei cieli, eppure i suoi raggi sono sparsi sulla terra; la luce entra attraverso molte porte e finestre delle case ed ovunque cada il fulgore dell'astro, sebbene sia grande come il palmo della mano, è chiamato "sole"; e sebbene cada anche su molti luoghi, viene chiamato con lo stesso nome di "sole", ma lo stesso sole rimane nel cielo. Pertanto, se è così, vi sono molti soli? Anche l'acqua del mare è vasta, e quando ne prendi una tazza, quella si chiama "acqua"; ed anche se dovessi dividerla in mille vasi la chiamerai di nuovo "acqua". Allo stesso modo tu accendi il fuoco da un fuoco (che si trova) in diversi luoghi; ma nel luogo da cui lo prendi, quando lo accendi, non viene a mancare ed ovunque è chiamato col nome di "fuoco"; e sebbene tu lo dividi in molti luoghi, non prende nomi diversi. E quando togli la polvere dalla terra e la lanci in molti luoghi, la polvere non diminuisce, e nemmeno tu puoi chiamarla con molti nomi. Per la stessa ragione anche Dio ed il suo Cristo, sebbene siano Uno, tuttavia dimorano in molti uomini, pur rimanendo essi stessi in cielo, e non viene loro sottratto nulla, sebbene dimorino in molti, come al sole non viene sottratto nulla in cielo, quando la sua potenza cade sulla terra. Quanto più grande allora è la potenza di Dio, poiché per la potenza di Dio il sole stesso sussiste.

12. Di nuovo ti voglio ricordare, carissimo, ciò che è scritto. Così, infatti, leggiamo: quando fu troppo pesante per Mosè guidare da solo il popolo, il Signore gli disse: "Ecco! toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su settanta uomini tra gli anziani di Israele". (Nm 11,16-17) E quando prese dello spirito da Mosè ed i settanta uomini ne furono pieni, a Mosè non mancava nulla, né si poteva intuire che qualcosa fosse stato tolto dal suo Spirito. Inoltre il beato apostolo disse: "Dio divise lo Spirito di Cristo e lo mandò ai Profeti" (3 Cor (Apocrifo) 2,10) [4]. E Cristo non fu per nulla sminuito, perché "senza misura il Padre suo gli diede lo Spirito". (Gv 3,34) Con questa riflessione puoi comprendere che Cristo dimora nei fedeli; tuttavia Cristo non subisce alcuna perdita sebbene sia diviso tra molti. Perché i profeti ricevettero lo Spirito di Cristo, ognuno di loro come era in grado di portarlo. Lo Spirito di Cristo di nuovo viene riversato oggi su ogni carne (At 2,17-18: Gl 3, 1-2) e profetizzano i figli e le figlie, i vecchi ed i giovani, i servi e le serve. Qualcosa di Cristo è in noi, eppure Cristo è in cielo alla destra di Suo Padre. (Ef 1,20) Cristo non ricevette lo Spirito con misura, ma il Padre suo lo amò, gli consegnò tutto nelle sue mani e gli diede autorità su tutto il suo tesoro. Anche Giovanni disse: "Senza misura il Padre ha dato lo Spirito a Suo Figlio, ma lo ha amato e gli ha dato in mano ogni cosa". (Gv 3, 34-35) E anche nostro Signore disse: "Tutto è stato dato a me dal Padre mio". (Mt 11,27) Di nuovo disse: "Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio". (Gv 5,22) Anche l'Apostolo disse: "Tutto sarà sottomesso a Cristo, eccetto il Padre suo che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso dal Padre suo, allora anche (il Figlio) sarà sottomesso a Dio, Suo Padre, che gli ha sottomesso ogni cosa; e Dio sarà tutto in tutti ed in ogni uomo". (1 Cor 15, 27-28)

13. Nostro Signore testimonia su Giovanni, che è il più grande dei Profeti. Eppure Giovanni ricevette lo Spirito con misura, poiché lo ricevette con quella stessa misura con cui lo Spirito fu dato ad Elia. E come Elia abitava nel deserto, così anche lo Spirito di Dio condusse Giovanni nel deserto, dove abitava sui monti e nelle caverne. Gli uccelli cibavano Elia e Giovanni mangiava le cavallette che volano. (1 Re 17,6: Mt 3,4) Elia aveva i fianchi cinti con una guaina di cuoio e Giovanni aveva i lombi cinti da una cintura di cuoio. (2 Re 1,8: Mt 3,4) Gezabele perseguitò Elia ed Erodiade perseguitò Giovanni. (1 Re 19,1-2: Mc 6,19) Elia rimproverò Acab e Giovanni rimproverò Erode. (1 Re 18,17; 21,17-24: Mc 6,18: Lc 3,19) Elia divise il Giordano (2 Re 2,8) e Giovanni aprì (la strada) al battesimo. Due terzi dello spirito di Elia si posarono su Eliseo; (2 Re 2,9) Giovanni posò la mano sul nostro Redentore che ricevette lo Spirito senza misura. Elia aprì il cielo e salì; (2 Re 2,11) e Giovanni vide i cieli aperti e lo Spirito di Dio che discendeva per posarsi sul nostro Salvatore. (Mt 3,16: Mc 1,10: Lc 3,22: Gv 1,33) Eliseo ricevette due terzi dello Spirito di Elia; e il nostro Salvatore ricevette lo Spirito da Giovanni e di nuovo ricevette lo Spirito dal cielo. Eliseo prese il mantello di Elia (2 Re 2,13) ed il nostro Salvatore l'imposizione delle mani dei sacerdoti. Eliseo fece olio dall'acqua; (2 Re 4,1-7) il nostro Salvatore convertì l'acqua in vino. (Gv 2,1-11) Eliseo saziò con un po' di pane solo un centinaio di uomini; (2 Re 4,42-44) il nostro Salvatore saziò con un po' di pane cinquemila uomini, oltre alle donne ed ai bambini. (Mt 14,21) Eliseo mondò Naaman il lebbroso (2 Re 5,1-14) ed il nostro Salvatore mondò dieci [lebbrosi]. (Lc 17,12-19) Eliseo maledisse i bambini e furono divorati dagli orsi; (2 Re 2,23-24) il nostro Salvatore benedisse i bambini. (Mv 10,16) I bambini avevano oltraggiato Eliseo; (2 Re 2,23) i bambini hanno glorificato il nostro Salvatore [dicendo]: "Osanna" (Mt 21, 15). Eliseo maledisse Gecazi suo discepolo. (2 Re 5,27) Anche il nostro Salvatore maledisse Giuda suo discepolo, (Mt 26,24) ma benedisse tutti gli altri (discepoli). (Lc 24,50) Eliseo resuscitò un solo uomo morto; (2 Re 4,32-35) il nostro Salvatore ne riportò tre in vita. Sulle ossa di Eliseo un uomo si rianimò;(2 Re 13,21) quando il nostro Salvatore scese nella dimora dei morti, diede la vita a molti e li risuscitò. E molti sono i segni che lo Spirito di Cristo ricevuto dai profeti ha operato.

14. Perciò, carissimo, abbiamo anche noi ricevuto lo Spirito di Cristo e Cristo abita in noi, come sta scritto che lo Spirito disse per bocca del Profeta: "Stabilirò la mia dimora in mezzo a loro e camminerò in mezzo a loro". (Lv 26,11-12) Perciò prepariamo i nostri templi per lo Spirito di Cristo e non contristiamolo perché non si allontani da noi. Ricordate l'avvertimento che l'Apostolo ci dà: "E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione". (Ef 4,30) Perché dal battesimo riceviamo lo Spirito di Cristo; in quell'ora in cui i sacerdoti invocano lo Spirito, il cielo si apre, discende ed aleggia sulle acque (Gen 1, 2) e quelli che sono battezzati sono rivestiti da esso. Lo Spirito, infatti, rimane lontano da tutti quelli che sono nati dalla carne, fino a quando giungono alla nuova nascita dall'acqua; allora ricevono lo Spirito Santo. Perché nella prima nascita nascono con uno spirito animale che viene creato nell'uomo e che non muore mai, come sta scritto: "Adamo divenne un essere vivente". (Gen 2,7, 1 Cor 15,45) Ma nella seconda nascita, che avviene attraverso il battesimo, ricevono lo Spirito Santo da parte della Divinità, ed anch'esso non è soggetto alla morte. Perché quando gli uomini muoiono lo spirito animale è sepolto con il corpo e la sensibilità è tolta da esso; mentre lo Spirito celeste che ricevono ritorna alla sua natura, a Cristo. Ed entrambe queste cose l'Apostolo ci ha fatto conoscere, dicendo: "è seppellito corpo animale, risorge corpo spirituale". (1 Cor 15,44) Lo Spirito ritorna di nuovo a Cristo, alla sua natura, come dice ancora l'Apostolo: "Quando andremo in esilio dal corpo abiteremo presso il Signore". (2 Cor 5,8) Perché lo Spirito di Cristo, che ricevono gli spirituali, ritorna al nostro Signore; lo spirito animale è invece sepolto nella sua natura e la sensibilità è tolta da esso. Chiunque custodisce lo Spirito di Cristo in purezza, quando quello [Spirito] ritorna a Cristo gli parla così: "Il corpo presso cui sono andato e che mi ha fatto uscire dall'acqua del battesimo mi ha conservato in santità"; e lo Spirito Santo sollecita Cristo per la risurrezione di quel corpo che lo ha conservato con purezza; lo Spirito chiede di essere di nuovo congiunto ad esso affinché quel corpo possa risorgere nella gloria. Ma se un uomo riceve lo Spirito dall'acqua (del battesimo) e lo rattrista, lo Spirito esce da lui prima che muoia e ritorna secondo la sua natura a Cristo, accusando quell'uomo di averlo rattristato. E quando sarà giunto il momento della consumazione finale, avvicinandosi il tempo della Risurrezione, lo Spirito Santo che è stato conservato nella purezza, riceve una grande forza dalla sua natura, viene davanti a Cristo e sta alla porta dei sepolcri dove sono sepolti gli uomini che lo hanno custodito con purezza, attendendo il grido (della resurrezione). E non appena gli angeli avranno aperto le porte del cielo davanti al Re, (1 Ts 4,16) allora il corno suonerà e le trombe emetteranno un segnale; (1 Cor 15,52) lo Spirito che attende il grido (della resurrezione) li ascolterà, rapidamente aprirà le tombe e farà risorgere i corpi e tutto ciò che è stato sepolto in esse, e li vestirà della gloria che è arrivata con lui; lo stesso [Spirito] starà dentro per la risurrezione del corpo e la gloria starà fuori per l'ornamento del corpo. Lo spirito animale sarà inghiottito dallo Spirito celeste e l'uomo intero diventerà spirituale, poiché il suo corpo è posseduto (dallo Spirito). La morte sarà inghiottita dalla vittoria, (1 Cor 15,54) ed il corpo dallo Spirito; e per il potere dello Spirito quell'uomo volerà incontro al Re (1 Ts 4,17) e lo riceverà con gioia. Cristo si mostrerà benigno verso il corpo che ha conservato il Suo Spirito con purezza.

15. Questo è lo Spirito che i Profeti hanno ricevuto, ed anche noi [abbiamo ricevuto], e non si trova in ogni momento in coloro a cui è stato dato; ma a volte va da Colui che lo ha inviato ed a volte ritorna da colui che lo ha accolto. Ascolta ciò che il nostro Signore ha detto: "Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli che credono in me, perché i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio". (Mt 18,10) Questo Spirito, quindi, procede di continuo e sta davanti a Dio, vede il Suo volto e chiunque offende il tempio in cui dimora, egli lo accusa dinanzi a Dio.

16. Ti voglio anche mostrare dalle Scritture che lo Spirito non si trova in ogni tempo in coloro che lo hanno ricevuto. Così, infatti, sta scritto: "Lo Spirito del Signore si era ritirato da Saul", (1 Sam 16,14) (Spirito) che aveva ricevuto quando fu unto, (1 Sam 16,3) perché lo contristò; "e cominciò a turbarlo un cattivo spirito, venuto dal Signore"; ogni volta che era afflitto dallo spirito malvagio, Davide suonava l'arpa e lo Spirito Santo, che Davide aveva ricevuto quando fu unto, ritornava; e lo spirito del male che stava irritando Saul fuggiva davanti a lui. (1 Sam 14-23) Quindi, lo Spirito Santo che Davide aveva ricevuto non si trovava con lui in ogni momento. Quando suonava l'arpa, allora veniva. Perché, infatti, se fosse stato sempre con lui, non gli avrebbe permesso di peccare con la moglie di Uria. (2 Sam 11) Quando pregò per i suoi peccati e confessò le sue iniquità davanti a Dio disse così: "Non privarmi del tuo Santo Spirito" (Sal 51, 13). Anche riguardo ad Eliseo sta scritto così: "Mentre suonava la cetra, allora lo spirito venne a lui e profetizzava dicendo: Così dice il Signore: non vedrai il vento né la pioggia, tuttavia in questo alveo si faranno molti fosse". (2 Re 3, 15-17) Ed anche quando la donna Sunammita venne a lui a causa di suo figlio che era morto, egli le disse: "Il Signore me ne ha nascosto (il motivo); non me l’ha rivelato". (2 Re 4,27) Invece quando il re di Israele gli mandò qualcuno per ucciderlo, lo Spirito lo informò prima che il messaggero arrivasse da lui, e disse: "Ecco! Quel figlio d'iniquità ha mandato uno a tagliarmi la testa". (2 Re 6,32) E di nuovo gli fece conoscere l'abbondanza che sarebbe arrivata in Samaria il giorno dopo. (2 Re 7,1-2) Ed infine, lo Spirito lo informò quando Gecazi rubò l'argento e lo nascose. (2 Re 5,26)

17. Pertanto, amico mio, quando lo Spirito Santo si allontana dall'uomo che l'ha ricevuto, finché [lo Spirito] non ritorna e viene a lui, allora Satana si scontra con quell'uomo per farlo precipitare (nel peccato) e perché lo Spirito Santo lo abbandoni del tutto; infatti, finché lo Spirito è con l'uomo, Satana teme di avvicinarsi a lui. Ed osserva, carissimo, che anche il nostro Signore, che nacque da quello Spirito, fu tentato (da Satana) solo dopo che ricevette nel battesimo lo Spirito dall'alto. "Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo". (Mt 4,1) A sua volta così succede per l'uomo: nella stessa ora in cui percepisce in se stesso che non è fervido nello Spirito e che il suo cuore è incline al pensiero di questo mondo, sappia che lo Spirito non è con lui. Si alzi, preghi e vegli affinché lo Spirito di Dio possa tornare da lui e non sia sopraffatto dall'avversario. Un ladro non penetra in una casa finché non vede che il suo padrone se ne è andato. Così anche Satana non può avvicinarsi a quella casa che è il nostro corpo, finché lo Spirito di Cristo non si allontana da esso. Sappi anche, carissimo, che il ladro non sa assolutamente se il padrone di casa è dentro o no, se prima non accosta l'orecchio e non guarda. Se sente la voce del padrone della casa al suo interno che dice: "Devo andare a fare un viaggio". Quando poi si informa e vede che il padrone di casa ha deciso di svolgere le sue faccende, allora arriva il ladro, penetra nella casa e ruba. Ma se sente la voce del padrone di casa ammonire e comandare i suoi domestici affinché sorveglino e custodiscano la sua casa, dicendo loro: "Anch'io sto in casa", allora il ladro avrà paura e fuggirà, perché non sia preso e catturato. Così anche Satana. Egli non sa in anticipo e non prevede quando lo Spirito se ne andrà, così che possa venire a derubare l'uomo; ma anche lui ascolta, guarda e procede; e se sente un uomo in cui Cristo dimora che parla con parole vergognose, o si adira, o litiga, o contende, allora Satana capisce che Cristo non è con lui; allora viene e realizza la sua volontà in lui. Cristo, infatti, rimane e dimora nei miti e negli umili, in coloro che temono la sua parola, come dice per mezzo del profeta: "Su chi volgerò lo sguardo e presso chi dimorerò, se non presso i miti, gli umili e coloro che tremano alla mia parola?". (Is 66, 2) Ed il Signore disse, "Chi osserva i miei comandamenti e conserva il mio amore, ... Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". (Gv 14,21-23) Ma se (Satana) sente che un uomo è vigilante, prega e medita nella Legge del Signore di giorno e di notte, allora si allontana da quest'uomo, perché sa che Cristo è con lui. E se tu dovessi dire: "Satana è multiforme? Infatti, ecco che combatte con molti. Ascolta ed impara da ciò che ti ho dimostrato sopra riguardo a Cristo, ovvero che, pur essendo diviso tra molti, eppure non ne viene affatto diminuito. Infatti, come la casa è completamente illuminata da quel poco di luce solare che entra dalla sua finestra, così l'uomo in cui entra un po' di Satana è completamente oscurato. Ascolta le parole dell'Apostolo: "Se Satana si maschera da angelo di luce, non è gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia". (2 Cor 11, 14-15) E di nuovo nostro Signore disse ai suoi apostoli: "Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra tutta la potenza del nemico". (Lc 10,19) E le Scritture ci hanno fatto sapere che (Satana) ha un esercito ed anche dei ministri; e Giobbe disse riguardo a lui: "Dio lo ha fatto perché conduca la sua guerra". (Gb 40,14) Questi ministri, quindi, che egli ha, li manda nel mondo per fare la guerra. Tuttavia, sappi che non combatte apertamente perché, dal momento della venuta del nostro Salvatore, [Dio] ha dato potere su di lui; saccheggia e ruba solamente.

18. Ma ti voglio chiarire, carissimo, quel discorso dell'Apostolo, del quale si scandalizzano gli insegnamenti che sono strumenti del maligno e le dottrine ingannevoli. Perché l'Apostolo disse: " Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita". (1 Cor 15, 44-45) Quindi, dicono [gli eretici] che ci saranno due Adami. Ma [l'Apostolo] ha detto: "E come eravamo simili all’Adamo terreno, così saremo simili all’Adamo celeste". (1 Cor 15,49) L'Adamo terreno, infatti, fu colui che peccò; mentre l'Adamo celeste è il nostro Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo. Coloro, quindi, che ricevono lo Spirito di Cristo saranno simili all'Adamo celeste, che è il nostro Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo; perché ciò che è animale deve essere inghiottito dallo spirituale, come ti ho scritto sopra. E l'uomo che addolora lo spirito di Cristo sarà animale nella sua risurrezione; perché lo spirito celeste non è con lui, spirito che potrebbe inghiottire l'animale; ma quando risorgerà continuerà a rimanere nel suo stato naturale, non rivestito dello Spirito. Poiché si è denudato dello Spirito di Cristo, sarà consegnato alla completa nudità. Chiunque, invece, onora lo Spirito e lo custodisce in sé con purezza, in quel giorno lo Spirito Santo lo proteggerà, diventerà un uomo tutto spirituale e non sarà trovato nudo, come disse l'Apostolo: "E quando ci saremo vestiti, non potremo essere trovati nudi". (2 Cor 5, 3) E di nuovo disse: "Dormiremo tutti, ma nella risurrezione non tutti saremo trasformati". (2 Cor 15,51) Ed ancora: "È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d’incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d’immortalità. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria". (1 Cor 15, 53-54) Disse anche: "in un istante, in un batter d’occhio, ... i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati". 81 Cor 15,52) E coloro che saranno trasformati indosseranno la forma di quell'Adamo celeste e diventeranno spirituali; coloro invece che non sono trasformati, continueranno a rimanere nello spirito di animale, nella natura da cui è stato creato Adamo, cioè nella polvere; e continueranno a rimanere nella loro natura nella terra inferiore, mentre i celesti saranno catturati in cielo, (1 Ts 4,17) innalzati dallo Spirito che hanno indossato, ed essi erediteranno il regno che era stato preparato per loro sin dal principio. Mentre quelli che sono animali rimarranno sulla terra per il peso dei loro corpi, e "torneranno negli inferi" (Sal 9, 18), "dove sarà pianto e stridore di denti" (Mt 8, 12).

19. Mentre scrivo, carissimo, richiamo alla memoria queste cose per te e per me stesso. Perciò ama la verginità, condivisione celeste e comunione degli angeli. Perché, infatti, non c'è nulla di paragonabile ad essa ed in coloro che sono così, in loro dimora Cristo. Il tempo dell'estate è vicino, il fico germoglia e le foglie sono uscite; (Mt 24,32: Ct 2,13) i segni che il nostro Redentore ha dato hanno cominciato ad adempirsi. Poiché disse: "Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno carestie e pestilenze e fatti terrificanti dal cielo". (Lc 21, 10-11) Ed ecco! Tutte queste cose si stanno compiendo ai nostri giorni.

20. Perciò leggi ciò che ti ho scritto, tu ed i fratelli membri del Patto monastico che amano la verginità. E stai in guardia contro i dileggiatori. A chiunque disprezza e deride suo fratello, la parola scritta nel Vangelo si applica in modo appropriato, vale a dire quando nostro Signore volle mettere in guardia dagli avari e dai farisei. Di loro sta scritto: "Perché erano attaccati al denaro, si facevano beffe di lui". (Lc 16,14) Così anche ora, coloro che non sono d'accordo con queste cose ci deridono allo stesso modo. Leggi, quindi, ed impara; sii zelante nel leggere e nel fare; la Legge di Dio sia la tua meditazione in ogni momento (Sal 119 (118), 97). E quando avrai letto questa epistola, per la tua vita ti supplico, carissimo, alzati, prega e ricordati di me peccatore nella tua preghiera.

Termina l'Esposizione sui figli del Patto



[1] Nel IV secolo, quando tutti i battezzati non erano obbligati a condurre una vita severamente ascetica, fece la sua comparsa l'istituzione dei cosiddetti figli e figlie del patto o dell' alleanza (υiοί της διαθήκης - benai qeyama e benat qeyama), come risulta dalle opere di Efrem e Afraate, dagli Atti dei martiri e da altri documenti.

Questi sono un'istituzione tipica della chiesa sira. Il termine qeyama (patto o alleanza), resiste alle traduzioni. I testi che lo riportano non lo spiegano mai, né parlano mai dell'istituzione. Sappiamo solo che nella Bibbia sira il termine qeyama serve a tradurre l'ebraico berith, l'alleanza stabilita da Dio con Abramo e Davide.

È molto probabile che un'aggregazione così arcaica godesse di grande elasticità nei fatti. I figli del patto vivevano coi loro familiari o completamente da soli; spesso formavano piccoli gruppi intorno a una chiesa. Tutti dovevano restare celibi, astenersi da vino e carne, portare un abito speciale, ecc. Per la disciplina e il mantenimento dipendevano generalmente dal clero, che per lo più era reclutato tra le sue fila. Pregavano con frequenza. Prendevano parte attiva alle celebrazioni liturgiche. Le figlie del patto solevano servire la comunità cristiana con azioni caritative, come la cura dei malati. A quanto pare l'istituzione del "matrimonio spirituale" o la convivenza di un asceta con una vergine fu tollerata per qualche tempo e in seguito proibita severamente. Si tratta insomma di un monachesimo urbano, simile a quello che fioriva in altre regioni.

Estratto da "Il monachesimo primitivo in Siria e in Palestina" di Fotios Ioannidis. Dal sito www.academia.edu

N.d.T.: Il testo latino utilizza sempre il termine "monachus" per designare i figli (o membri) del Patto. Nel testo italiano compare solo raramente il termine "monaco". 

[2] Questo episodio è raccontato nella Bibbia in un modo non molto chiaro e quindi è stato soggetto a diverse interpretazioni, tra cui questa che riferisce Afraate ed nella quale si attribuisce a Sipporà, moglie di Mosè, la responsabilità dell'ira del Signore contro Mosè.

[3] In Afraate il termine "santità" denota la continenza sessuale di una persona, nonostante sia maritata.

[4] La cosiddetta "Terza lettera apocrifa ai Corinzi" era una volta considerata canonica nella Chiesa siriaca primitiva. Fu poi abbandonata ed il suo testo è ora conosciuto solo da un antico papiro e da traduzioni armene, copte e latine. Il famoso teologo siriaco Efrem l'ha inclusa nel suo "Commento alle Epistole Paoline".

 


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28 ottobre 2019                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net