CATECHESI DI ORSIESI [1]

  Estratto e tradotto da "Pachomian Koinonia 3 - Writing of Saint Pachomius and his Disciples",

a cura di Armand Veilleux O.S.B., Cistercian Publications Inc. 1982

 

Introduzione alle Catechesi di Orsiesi estratta dal testo citato "Pachomian Koinonia 3".

A partire da tre manoscritti, i cui fogli sono stati distribuiti in varie biblioteche, da Parigi, Londra, Vienna e Leida fino al Cairo, L.T. Lefort ha pubblicato un certo numero di frammenti che hanno qualche possibilità di far parte delle Catechesi di Orsiesi ("Oevres de S. Pachôme et de ses disciples", CSCO 160, Louvain 1956). Le abbiamo tradotte qui tutte tranne l'ultima, che Lefort ha attribuito a Orsiesi ma che deve essere restituita a Pacomio. Il primo di questi testi è una Catechesi quasi completa ed è abbastanza nello stile di Orsiesi. Gli altri sono più frammentari. Il settimo, che è una strana diatriba contro l'amicizia malsana, non corrisponde molto alla solita linea di pensiero di Orsiesi. La sua autenticità rimane alquanto dubbia.


 

Catechesi Prima

CATECHESI DEL NOSTRO SANTO PADRE APA ORSIESI, PRONUNCIATA ALL'ORA DEL MATTINO, IL SABATO. NELLA PACE DI DIO. AMEN.

1. Dio ci invita tramite la [bocca del] santo salmista, Davide, Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore (Sal 34(33),12). Fratelli miei, anche noi fissiamo la nostra attenzione sull'amore di Dio per noi; affrettiamoci ad amarlo, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità (1 Gv 3,18). Si dice chiaramente: Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene? Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto (Sal 34(33),13-16).

2. Di quale vita sta parlando, miei diletti? Quali sono i giorni in cui vedere il bene, se non la vita che durerà eternamente nei cielo e nei giorni della gioia del riposo che verrà; quali i giorni dell’albero (della vita), tali i giorni del mio popolo (Is 65,22), secondo la voce del grande Isaia. Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico. Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque, (fratelli) a entrare in quel riposo (Eb 4,9-11). Con buone azioni, impegniamoci in ogni battaglia e non permettiamo al demonio di renderci estranei al regno di Dio con azioni incompatibili con l'onore del cristianesimo ed in particolare con quelle non conformi al nostro santo abito. In effetti, la vita dei nostri santi padri è una vita angelica, che cospargere di profumo il mondo intero (Cfr. 2 Cor 2,14-15). Non dobbiamo quindi permettere ad alcun piacere di oltraggiare il nostro santo abito. Questa breve periodo di tempo (1 Cor 7,29) non deve renderci estranei al tempo che verrà; un piacere che passa rapidamente non deve renderci estranei alla bontà del Signore nella terra dei viventi (Sal 27(26),13). Al contrario, possa il secolo svergognato gioire con noi, [e] non noi gioire con il secolo svergognato, secondo l'ingiunzione del nostro santo Padre, apa Pacomio, che dice, anzi [...].

3 . [...] scagliandoli nel profondo dell'abisso, poiché ognuno viene scagliato al castigo che ha meritato secondo le sue azioni malvagie, mentre i giusti sono accolti nella gioia e nel godimento delle cose buone, nella misura del duro lavoro di ognuno. Stando così le cose, cosa dovremmo fare? Lasciamo scorrere una fonte di lacrime ogni giorno, giorno e notte. Diciamo anche noi con il grande profeta Geremia che piangeva: Chi farà del mio capo una fonte di acqua, dei miei occhi una sorgente di lacrime? (Ger 8,23). Vorrei piangere per i miei peccati giorno e notte. Prima di tutto confessiamo i nostri peccati davanti a questo .. […]. che è pieno di terrore e di lacrime tremanti. Invochiamo la bontà e la misericordia del nostro Dio, mentre siamo in questo esilio di lacrime e prima che la morte si impadronisca di noi. Rendiamoci conto che siamo infelici e miserabili.

Prendiamoci cura delle nostre anime con ogni diligenza, perché è dell'anima che ci viene chiesto… […] l'altro ci aiuta nel sostegno al nostro corpo. L'anima miserabile è tutta sola quando cade nel peccato; nessun altro le offrirà una mano nelle sue condanne.

4. Ora, miei cari figli, non stimiamo nulla di più prezioso della salvezza [della nostra anima]. Pentiamoci dei nostri peccati passati mentre siamo nella terra del pianto, con le nostre mani e piedi libere e indipendenti, non ancora nella tomba ed in preda ai vermi, e mentre la carne, oggetto di sollecitudine, non si è ancora dissoluta e ridotta in polvere. Dunque, diremo in quel giorno che sono le ricchezze che ci hanno ingannato? Il giudice ci dirà: 'Non hai ascoltato colui che proclama nel Vangelo? Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria anima (o vita)? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria anima (o vita)? (Mt 16,26) Se noi diciamo che è il nemico che ci ha ingannato, egli ci risponderà dicendo: "Eva ha potuto un tempo trarre qualche guadagno per aver detto, Il serpente mi ha ingannata? (Gen 3,13)" Ora, miei cari figli, vigiliamo con la massima attenzione sulla nostra piccola anima; senza dubbio verrà salvata e troverà un po' di riposo .[...]

5. [...] la dottrina? Dove sono la purezza e l'umiltà? Dove sono la pace e la pazienza? Dove sono la dolcezza e l'amore? Dove sono l'istruzione di mio padre e l'insegnamento di mia madre (Pr 1,8)? Dove sono gli uni e gli altri, per farne una corona da mettere sul mio capo (Pr 1,9)? Dove sono i fedeli, i giusti e tutti i santi? Vengano e mi sputino in faccia (Cfr. Dt 25,9), perché non ho seguito i loro insegnamenti. Dove sono i profeti e gli apostoli? Vengano e mi coprano di vergogna, perché ho disobbedito alle loro parole di vita, fino a quando non sarò nell'ultimo giorno e mi sarò arreso alle potenze senza pietà (Cfr. Pr 17,11) ed ai terrori di morte (Cfr. Sal 55(54),5). Ora, che venga il pentimento! Che io possa fare penitenza fino al punto di spargere il mio sangue!

6. Dov'è il mio corpo, quel corpo che Dio mi ha offerto come campo da coltivare (Cfr. 1 Cor 3,9), dove io posso lavorare e diventare ricco? L'ho distrutto, l'ho reso sterile. Ho accumulato in me stesso iniquità e peccati per i quali sarò consegnato alle punizioni. Guai a me, perché sono stato preso come un ladro, incatenato come un assassino, ed ora sono consegnato alle tribolazioni, al dolore ed alla punizione nella fame e nella sete!

7. Io vi assicuro, creature tutte, uomo o donna, grande o piccolo, ricco o povero, che se siamo negligenti e non riusciamo a pentirci, subiremo tutti i tormenti sopra menzionati e ne subiremo anche maggiori di questi. Piangeremo miseramente e nessuno ci ascolterà. Pertanto, continuiamo a implorare il nostro Signore e Dio, Gesù Cristo, giorno e notte, mentre siamo in questo luogo di esilio ed inganno, gridando e dicendo: Abbi misericordia di noi, nostro Signore! Perdonaci, nostro Dio, tutti i misfatti in cui siamo caduti in passato! Concedici la correzione per il futuro, insegnaci una via che ti sia gradita, concedici di poter realizzare il desiderio del tuo cuore! Troveremo misericordia davanti a te quando ci presenteremo a te. Poiché tua è la pienezza della pietà, della misericordia e della gloria, che appartengono al Padre ed allo Spirito Santo dall'inizio e per l'eternità. Amen.

 

Catechesi Seconda

SECONDO DISCORSO, PER IL MATTINO DEI SANTI, IL SABATO. NELLA PACE DI DIO. AMEN.

 

Dio disse al fedele Abramo: Cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te (Gen 17,1-2). Hanno adempiuto questa parola, hanno seguito l'esempio dei santi e Dio ha stretto un'alleanza con loro.

Quanto a noi, fratelli miei, se compiamo la volontà di Dio, se seguiamo l'esempio dei nostri padri benedetti, se siamo senza peccato, Dio veglierà su di noi

[...] custodire le fondamenta della fede di tutti i santi;

 

Catechesi Terza

TERZO DISCORSO DI APA ORSIESI, CHE HA TENUTO LA DOMENICA MATTINA.

1. Lo Spirito Santo disse in un'esortazione: Figlio mio, onora il Signore con le tue sincere fatiche ed offrigli le primizie di tutti i tuoi frutti di giustizia, affinché i tuoi granai si riempiano di frumento ed i tuoi tini di vino (Pr 3,9-10 LXX).

2. In che senso si riferisce a granai e tini? Senza dubbio parla dei granai e dei tini dell'anima, quelli che gli agricoltori della giustizia riempiono di vino spirituale attraverso i loro sforzi ed il loro sudore, accettati come prezzo dei frutti dei sentimenti religiosi. Il santo Apostolo, infatti, ci vuole convincere a proposito di una tale impostazione, voi siete campo di Dio, edificio di Dio (1 Cor 3,9). Anche per noi è motivo di orgoglio il prendersi cura della vigna della nostra anima, così come piace a Dio, non piantando in essa (semi di) specie diverse (Dt 22,9), vale a dire, non permettendo che il male si immischi con il bene che è in noi. Piuttosto, poiché siamo parte della vera vite, Cristo Gesù, nostro Signore, abbiamo Dio Padre come nostro contadino secondo la parola del nostro Salvatore che dichiara, Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore (Gv 15,1). Ed ancora, Salomone aveva una vigna a Baal-Amon (Ct 8,11).

3. Affrettiamoci anche a riempire i nostri granai di frumento degno del cielo ed a riempire i vostri tini di vino (Gl 2,24) con il profumo di Cristo (2 Cor 2,15), grazie agli insegnamenti del nostro padre benedetto e giusto, Apa Pacomio, di tutti gli altri nostri santi padri e di quelli che sono ancora con noi oggi. Infatti, essi sono sorgenti dell'acqua della vita che irrigano le loro piantagioni in crescita (Qo 2,6), vale a dire, noi [che siamo ...] spirituali, irrigando la vigna delle nostre anime con pensieri meritevoli del cielo e con sentenze che esalano la loro dolcezza. Perché essi, cioè gli apostoli ed i profeti, saltano per i monti, balzano sulle colline (Ct 2,8). E anche a noi viene detto: Fuggi, fratello (letteral. "amato") mio, simile a gazzella o a cerbiatto sopra i monti dei balsami! (Ct 8,14).

4. Beati anche noi di poter partecipare alla grazia dei nostri santi padri, secondo la santa voce di Baruc, Beati siamo noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto (Bar 4,4). Ed ancora, Te beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore (Dt 33,29)? Quanto a noi, fratelli miei, rispettiamo l'insegnamento dei nostri padri (Cfr. Pr 6,20). Non abbandoniamolo, conserviamolo per tutta la vita. Seguiamo la fragranza del loro amore e del loro santo stile di vita in Cristo, in modo che anche noi possiamo camminare con grande gioia per la grazia dello Spirito Santo, dicendo: "Ci possano accogliere nel luogo che è stato preparato per noi!"

 

Catechesi Quarta

QUARTO DISCORSO, LA DOMENICA MATTINA. I FRATELLI DEVONO STARE SEDUTI, PER ESSERE ATTENTI ALLA PAROLA. IN PACE. AMEN.

1. Lo Spirito di Dio dice nella sua bontà: Non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo. Non dire al tuo prossimo: «Va’, ripassa, te lo darò domani» (Pr 3,27-28). Con queste parole lo Spirito Santo in realtà ci insegna a non rimandare le cose di giorno in giorno, ma a fare alla nostra anima tutto il bene possibile, in modo di adornarla con ogni virtù degna del cielo, in modo di vestirla con brillanti abiti secondo quella gradevole voce, In ogni tempo siano candide le tue vesti e il profumo (letteral. "l'olio") non manchi sul tuo capo (Qo 9,8). Dobbiamo adornarla con ornamenti come una sposa, guarnirle la testa con un diadema come ad uno sposo e dire anche noi, con la parola dei profeti, mentre esultiamo con il santo Isaia, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli. (Is 61,10).

2. Per quanto riguarda noi, fratelli miei, è una grande felicità ereditare la benedizione dei nostri padri (Cfr. 1 Pt 3,9). Ora, quindi, esistono due tipi di indigenza: l'una è quella del corpo; l'altra dell'anima. Se è una mancanza di pietà trascurare coloro che sono in cerca di cose corporali e non dare loro ciò che è necessario per il loro corpo, è molto peggio se trascuriamo colui che è nell'indigenza dell'anima. Poiché il nutrimento e le vesti sono necessità del corpo, ma l'anima richiede un nutrimento spirituale ed una veste brillante, vale a dire la purezza, l'orgoglio degli angeli, che ogni persona deve provvedere alla propria anima. In effetti, lo Spirito di verità non parlava solo di un'indigenza visibile, ma anche di quella dell'anima, che non deve essere trascurata. Al contrario, ciascuno si impegni ad accumulare per sé nutrimento spirituale e vesti spirituali. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio (Sal 67(66),7). E poi diremo con fiducia, Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque (Mt 25,20). Poiché chiunque lotterà sentirà questa dolce voce proveniente dal Signore, Bene, servo buono e fedele..., sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone (Mt 25,23).

 

Catechesi Quinta

IL QUINTO DISCORSO DI NOSTRO PADRE APA ORSIESI. LA DOMENICA SERA.

Lo Spirito di Dio ci insegna, tramite Salomone il saggio, a costruire la casa delle nostre anime su ampie e solide fondamenta. Perché è così che inizia un uomo ricco quando ha deciso di costruire una bella casa per se stesso, preparando tutti i materiali per la casa - oro, argento, legno, ferro e pietre - al fine di porre saldamente le fondamenta con pietre intatte (Cfr. Dt 27,6) e di legare l'intera struttura della casa con dei ferri. La decorazione dei muri [...] di oro e argento, brillante di [....] in modo che tutti coloro che la vedono ammirino le finiture della casa. Così disse lo Spirito di Dio, indicando a tutti noi che ognuno deve edificare la casa della sua anima con una decorazione che non sia terrena, ma con una degna del cielo; non con oro o argento, ma con il sangue di [...] immacolato, Cristo [... ha tolto di mezzo] il documento scritto steso contro di noi (Cfr. Col 2,14); lui che per amor nostro ha accettato di essere percosso in modo che noi, da parte nostra, crocifiggiamo la carne con le sue passioni ed i suoi desideri (Gal 5,24); colui al quale è stato dato il vino mescolato [con fiele] (Mt 27,34), in modo che, da parte nostra, [respingiamo] il fiele del peccato; lui che ha gustato la morte per tutti noi, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo (Eb 2,14), in modo che il peccato non regnasse [...] il corpo che Gesù trasse da Adamo [...] ; lui che risuscitò dai morti, così [...] la speranza della risurrezione [...] che non ha costruito [...] la forza della nostra [...] il santo [...].

 

Catechesi Sesta

1. [...] nel tuo cuore. Se il sole, la luna e le stelle che illuminano tutta la terra sono stati creati dalla parola della tua bocca, allora chi sarà in grado di pensare riguardo a te, che sei il creatore, come esisti, come sei nella realtà? O quale bocca sarà in grado di benedirti così come tu sei benedetto?

2. Quando avrai pensato a tutte quelle meraviglie ed alle grandi cose che Egli ha creato con la sua parola (Cfr. Sal 34(33),6) e, d'altra parte, avrai pensato alla tua piccolezza - poiché ti ha creato mentre tu non esistevi, lui l'Onnipotente ed Eterno, affinché tu potessi esistere (Cfr. Dt 32,6) e, se non ti avesse fatto, anche il tuo ricordo non esisterebbe - dopodiché non smettere mai incessantemente di benedirlo, dicendo: "Sia tu benedetto, o Signore, che mi hai plasmato dalla terra quando non esistevo". Dichiara ciò fino a quando non sia completamente svanito il pensiero blasfemo che il demone aveva gettato nel tuo cuore; in questo modo benedirai il Signore, prontamente e con gioia. Non essere afflitto ogni volta che questi pensieri impuri attraversano la tua mente; in seguito il diavolo, che ti mette alla prova, ti lascerà e dirà: "Io lo importuno con questi pensieri malvagi per punirlo, ed ecco che invece progredisce ancora di più, benedicendo Dio invece di maledirlo". Questo è il modo in cui l'avversario fu vinto, in ogni momento e in ogni cosa, da tutti i santi che benedicevano il Signore che li aveva tratti dal nulla all'esistenza.

3. Quanto alla perseveranza nella preghiera, specialmente di notte, agisci secondo le tue forze. Non dimentichiamo ciò che sta scritto riguardo al Signore, passò tutta la notte pregando Dio (Lc 6,12). Inoltre, quando preghi, se non vuoi essere negligente o distratto da molti pensieri, quando stendi le tue braccia non affrettarti a lasciarle cadere al tuo fianco perché, attraverso la fatica ed il dolore, questi pensieri termineranno e sarà come se tu vedessi il Signore che stai pregando, come sta scritto a proposito di Mosè, si rimase saldo, come se vedesse l'invisibile (Eb 11,27).

4. Inoltre, quando preghi, accusati di frequente, dicendo: "Signore, Dio benedetto, perché ho vissuto tutto questo tempo ignorandoti? Fin dall'infanzia non sapevo che sei tu che mi hai formato nel grembo materno (Gb 31,15), che sei tu che mi hai nutrito in tutti i modi e che il respiro della mia vita era nelle tue mani senza che io lo sapessi". Subito dopo gli chiederai qual è la sua intera volontà, affinché Lui possa insegnarti ad adempierla (Cfr. Sal 143(142),10) e tu possa amarlo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso (Lc 10,27), secondo il suo comandamento. Gli chiederai anche dei frutti dello Spirito Santo, che ci doni il modo di acquisirli: sia la purezza del corpo, sia la purezza di cuore, sia la misericordia, sia la bontà [...].

 

 

Catechesi Settima

ECCO GLI INSEGNAMENTI CHE IL NOSTRO SANTO PADRE APA ORSIESI HA PRONUNCIATO SU ciO' CHE GLI CAUSA ANGUSTIA E SU QUELLA COSA CHE È L'AMICIZIA (PARTICOLARE).

1. Sono tentato di parlare a causa della sconforto del mio cuore, ma sono anche tentato di tacere a causa delle mie mancanze, che mi accusano. I sentimenti del mio cuore mi tormentano perché io parli, ma i miei fallimenti si frappongono, spingendomi a tacere. È meglio per me parlare piuttosto che tacere; io parlerò della grandezza del monachesimo, che è caduto in declino.

2. O monachesimo, alzati e piangi su te stesso; alzati e piangi sul tuo rispettabile abito che sarà indossato da coloro che sono paragonabili a dei suini ed a dei muli! O monachesimo, alzati e piangi sui tuoi piccoli bambini che hanno deflorato la loro verginità e sui tuoi giovani che, come loro, l'hanno persa. Sorgi e piangi sui tuoi grandi uomini, una volta grandi e che si glorificavano del tuo abito; ma ecco, stanno per morire in un modo sconvolgente a causa della bellezza dei giovani che hanno sedotto! Sorgi e piangi per quelli che vengono da noi, per timore che anche loro non siano stati irretiti da quelli che sono diventati uno scandalo per loro!

3. O uomo, allontanati dai più piccoli di te stesso e sfuggirai a tutte le tribolazioni, a tutte le afflizioni, a tutte le prove ed a tutte le malattie, sia qui che nell'aldilà. Tutta la perversità, tutto il male, tutto il peccato, tutta la spudoratezza, tutta la cecità sono il destino di chi cerca un (essere) più piccolo di lui. D'altra parte, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro,…, ciò che è virtù (Fil 4,8), ogni gioia nello Spirito, ogni carità ed ogni misericordia, tutta la volontà di Dio e di Gesù, Figlio di Dio, - siano sulla testa di colui che si allontana da chi lo desidera ardentemente.

4. O perversa amicizia, detestata da Dio e dai suoi angeli! O sorriso malvagio, il cui gusto è quello del fiele! Che tu sia maledetta, amicizia di cui parlo e che sarà perseguita dall'ira di Dio! O perversa amicizia, il cui sorriso è stato la rovina non solo di dignitari, sacerdoti, superiori di uomini, superiori di donne, che si glorificavano nel loro brillante abito e nelle parole (che uscivano) dalla loro bocca!

5. Ti scongiuro davanti a Dio, fratello mio, allontanandoti dall'amicizia perversa. Ma forse risponderai e dirai: "Così mi stai insegnando l'inimicizia!" No davvero; ma, al contrario, sii in pace con il tuo prossimo a causa di Dio e del comandamento (Cfr. Eb 12,14). Ma tu guardi da una parte e dall'altra con ansia, stai in guardia fino a quando non trovi il momento propizio, quindi gli dai ciò che è nascosto in un lembo interno della tua veste, in modo che anche Dio e il suo Cristo riversino la loro rabbia e la loro ira su di te e su di lui; dopo non ci sarà alcun modo per te di andare da una parte o dall'altra. Davvero, o insensato, se non c'è da vergognarsi nella tua amicizia, perché ti vergogni ed hai paura di parlare apertamente con lui?

6. O perversa amicizia! O fiele senza dolcezza! O malattia incurabile! Voglio dire colui che ama uno più piccolo di se stesso. Quale padre - colui che sopporta qualcuno che gli dice: "Questo è mio figlio" e gioca con la sua stessa morte! Intendo dire colui che desidera deflorare la sua verginità. Quale fratello - colui che non viene in aiuto di qualcuno di cui dice: "Questo è mio fratello", quando lo vede andare verso la morte, e non solo non gli insegna, ma ride e si rallegra per la sua rovina! Cosa dovrei dire o cosa dovrei lasciare non detto riguardo a questo amore pestilenziale? Io parlo di coloro che ieri erano orgogliosi ed istruivano gli altri, mentre attualmente sono irrigiditi come pecore in questa peste molto malvagia. Oppure parlerò di quelli che non sono ancora guastati da questa peste malvagia e da questo prurito?

7. Forse pensate, fratelli miei, che la disgrazia di una simile amicizia sia una cosa da niente. Colui che ignora questa disgrazia si renda conto di cosa sia la disgrazia dell'inferno con le sue punizioni, per non essere trascinato nelle amicizie malvagie dal linguaggio infantile, dal loro portamento impudente, dall'aspetto mutevole dei loro occhi malvagi, dalla lucentezza della loro faccia, dal ticchettio dei loro piedi, dalla loro abituale ghiottoneria. Al contrario, o fratello, non prestare attenzione al loro malvagio contegno e ricorda che questa bellezza ingannevole passerà e perirà nella terra; quanto a te, ti accadrà una grande afflizione perché hai gustato quel miele la cui amarezza è più grande di ogni altra cosa.

8. Pensiamo, fratelli miei, al tempo che ci sta sfuggendo rapidamente (Cfr. Qo 9,11). Non sperperiamolo con questi piaceri ingannevoli. Al contrario, ricordiamo i nostri padri, che furono risoluti in tutta la loro esistenza senza cedere a questi piaceri malvagi. Pensiamo, fratelli miei, che in ogni caso un giudizio verrà emesso. Se, da una parte, un uomo muore in gioventù, io credo che non sfuggirà al seguente rimprovero: "Se a questa (giovane) età tu hai vissuto in questi peccati, quali sarebbero state le tue abominazioni se tu avessi vissuto a lungo?" E, d'altra parte, se moriamo in tarda età senza aver rinunciato al peccato, il seguente rimprovero ci sarà fatto: "Dopo così tanto tempo non hai ancora rinunciato al peccato!" Quale vergogna cadrà su di noi! Noi che non abbiamo rinunciato al peccato, a questa affezione pestilenziale e spregevole [...]

 

9. [...] sappi che ti sei smarrito in questa umanità. Non imputare quindi il tuo smarrimento a colui chi ti invita alla vita; non imputare la tua negligenza a colui che ti conduce alla luce (Cfr. Lam 3,2); a colui che ti risveglia dal sonno (Cfr. Gv 11,11) non imputare la tua negligenza; a colui che ti rimprovera non imputare la tua caduta. Colui che ti ha tirato fuori dal letamaio (Cfr. Lam 4,5), non metterlo nello sterco insieme a te. Rendendolo simile a te, attirerai su di lui la tua putrida amicizia. Piuttosto, ascoltami, io creerò un'ostilità ed una barriera tra la tua amicizia e la sua.

10. Alcuni dalla cerchia dei tuoi amici escono con un viso truccato; indossano una fascia attorno al volto; si mettono questa cosa nera sugli occhi con il pretesto della malattia; hanno innumerevoli anelli attaccati al loro fazzoletto (soudarion) e frange sulla cintura che si agitano dietro di loro, saltellanti come vitelli dalla stalla (Ml 3,20). Spesso si lavano tutti nudi senza necessità; indossano scarpe morbide ai piedi - uscì ansimando nell’ardore del suo desiderio (Ger 2,24) ancheggiano in mezzo alla gente; accolgono il loro amico con una risata fragorosa (Cfr. Sir 21,20), quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola (Qo 7,6). Si costruiscono delle alcove; adottano le abitudini dei corvi e degli avvoltoi che sono nel mondo (Cfr. Sof 2,14 LXX), rendendosi paragonabili a loro riguardo al cibo: carogne e selvaggina marcita. Riempiono le loro alcove con ogni tipo di trasgressione (Cfr. Ez 8,9). La parola del profeta si realizzerà in loro: "la morte si è introdotta nelle vostre alcove" Ger 9,20). A volte si sparge anche la voce che il superiore verrà per ispezionare le alcove nelle quali si trovano le abominazioni di Israele (Cfr. Ez 8,1-18); corrono in disordine per portarle via dalle alcove e seppellirle nel terreno (Cfr. Is 2,10) o gettarle altrove, e invitano gli uomini ad entrare e ad essere onorati. Chi gioirà in quel momento? Coloro che vivono una vita di rinuncia. Chi riderà di lui? Coloro che saranno presi dalla paura a causa delle trasgressioni che egli ha commesso o che hanno scoperto essere opera sua. Chi [sarà] tra quelli che ridono di te? Coloro che osservano i precetti dei loro padri, che sono legati insieme nella fede e che camminano splendenti nella fiducia di Cristo (Cfr. Fil 8).

11. Tale, quindi, è la natura della tua amicizia. Ora scopri com'è l'amicizia delle persone del cielo. Innanzitutto, si attaccano a uomini che dominano il ventre, che sono pieni di saggezza, che hanno imparato la prudenza, che sono perfetti, che sono adorabili, che sono desiderosi di ascoltare attentamente, che sono fermi nella fede della Koinonia, che cercano la pace e la santificazione (Eb 12,14), che non accusano nessuno, che non si rallegrano della caduta di nessuno, che non alienano i sentimenti di nessuno nei confronti dei compagni e che non temporeggiano per evitare le prove della tribolazione, ma perseverano nel fare ciò che è gradito a Dio,

12. Ed ora, uomo negligente, ritorna alle profondità della divinità, cammina in queste, non smettere di camminare in esse; incatenati con i legami di vita, affinché la tua anima possa ritornare al suo riposo (Sal 116(114-115),7). Smetti di odiare il giusto e di suscitare amarezza nelle persone rispettabili da cui sei stato separato con queste parole: "non ci sono peccatori nell'assemblea dei giusti" (Sal 1,5). Se impari un linguaggio umile, se sarai cortese con i tuoi fratelli; se rifiuti l'arroganza della tua disobbedienza, i tuoi responsabili saranno contenti di te. Smetti di colpire [i tuoi fratelli con la spada della tua] lingua; allontana da te la parola detta in Geremia: "Saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca" (Ger 9,7). Ogni volta che sei negligente, tu cadi come le foglie (Cfr. Is 64,5), perché manchi di direzione.

13. Ed ora, rinuncia al peccato. Forse, istruendoti, noi siamo come colui che incolla cocci, che sveglia un dormiglione da un sonno profondo (Sir 22,9). Fai attenzione a non essere classificato tra quelli che [...].

 

Il resto manca.

 


[1] Nota del traduttore. Il testo originale è completo di molte note con riferimenti ad altri testi di Pacomio, Teodoro, Orsiesi ed altri.

Le citazioni bibliche in corsivo sono tratte dalla Bibbia CEI oppure sono tradotte dalla versione dei LXX, dove questa è indicata.

 


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6 dicembre 2019                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net