Paulus Vinfridus

De gestis Langobardorum

Paolo Diacono

Storia dei Longobardi

Patrologia Latina vol. 95 coll. 433-672;

J. P. Migne - Parisiis 1851

Estratto da "Storia dei Longobardi"

di Paolo Diacono

Edizione TEA 1988

LIBER PRIMUS.
(PL 95 0468B) CAPUT XXVI.
De beato Benedicto, et miraculis, et laudibus eius.
LIBRO PRIMO
CAPITOLO XXVI
Di san Benedetto: suoi miracoli, sue lodi

(0468C)
His quoque diebus beatissimus Benedictus Pater, et pius, in loco qui Sublacus dicitur, qui ab urbe Roma quadraginta millibus abest, et postea in castro Cassini, quod Harum appellatur, et magnae vitae meritis, et apostolicis virtutibus effulsit. Cuius Vitam, sicut notum est, beatus papa Gregorius in suis Dialogis suavi sermone composuit. Ego quoque pro parvitate ingenii mei ad honorem tanti Patris, singula eius miracula, per singula disticha elegiaco metro hoc modo contexui:
Ordiar unde tuos, sacer o Benedicte, triumphos,
Virtutum cumulos ordiar unde tuos?
Euge, beate Pater, meritum qui nomine prodis,
Fulgida lux saecli, euge, beate Pater.
Nursia plaude satis tanto sublimis alumno,
Astra ferens mundo, Nursia plaude satis. (0469B)
O puerile decus transcendens moribus annos
Exsuperansque senes, o puerile decus,
Flos, paradise, tuus despexit florida mundi,
Sprevit opes Romae, flos, paradise, tuus.


Sempre in questi anni, dapprima a Subiaco, località che dista da Roma una quarantina di miglia, poi nella cittadella di Cassino chiamata la rocca, il beato, santo padre Benedetto rifulse nei meriti della sua straordinaria vita e delle sue virtù apostoliche. Ne narrò la vita, com’è noto, su un tono di grande dolcezza il beato papa Gregorio nei suoi Dialoghi. E anch’io, nei limiti del mio poco ingegno, ho voluto celebrare tutti i miracoli di tanto padre in distici elegiaci .

Donde cominciare, o consacrato, la celebrazione dei tuoi trionfi,
donde il novero delle tue infinite virtù?
Padre beato, che sin dal nome riveli i tuoi meriti;
fulgida luce del secolo, padre beato.
Manifesta tutta la tua gioia, o Norcia, insigne d’un sì grande figlio
portando al mondo il cielo, o Norcia, manifesta tutta la tua gioia .
O giovanile virtù che superi i tuoi stessi anni,
superiore alla saggezza dei vecchi, o giovanile virtù.
Il tuo fiore, o paradiso, sprezzò i floridi doni del secolo,
sprezzò la grandezza di Roma il tuo fiore, o paradiso.

Vas paedagoga tulit diremptum pectore tristi;
Laeta reformatum vas paedagoga tulit.
Urbe vocamen habens tironem cautibus abdit,
Fert pietatis opem urbe vocamen habens.
Laudibus antra sonant mortalibus abdita cunctis,
Cognita, Christe, tibi laudibus antra sonant.
Frigora, flabra, nives, fers tu tribus impiger annis.
Temnis amore Dei frigora, flabra, nives.
Fraus veneranda placet, pietatis furta probantur,
Qua sacer altus erat, fraus veneranda placet.
Signat adesse dapes Agapes, sed lividus obstat,
Nil minus alma fides, signat adesse dapes. (0469C)
Orgia rite colit, quia Christo commodat aurem,
Abstemium pascens orgia rite colit. (0470A)
Pabula grata ferunt avidi ad spelaea subulci,
Pectoribus laetis pabula grata ferunt.
Ignis ab igne perit, lacerant dum viscera sentes
Carneus aethereo ignis ab igne perit.
Pestis iniqua latens procul est deprensa sagaci,
Non tulit arma crucis pestis iniqua latens.

Per il vaso andato rotto la nutrice s’afflisse;
lieta fu la nutrice per il vaso racconciato .
Colui che da Roma prese il nome, cela il novizio tra le rupi,
Gli porta la ricchezza della santità, colui che da Roma prese il nome .
Gli antri nascosti a tutti i mortali risuonano di lodi;
gli antri a te noti, o Cristo, risuonano delle tue lodi.
Per tre anni sopporti il freddo, le bufere, la neve: senza tregua.
Sprezzi per amore di Dio il freddo, le bufere, la neve.
Anche l’inganno diventa degno di venerazione, si lodano i furti della santità
con cui il santo era nutrito. Anche l’inganno diventa degno di venerazione.
L’agape è segnale del cibo, ma interviene il Maligno;
e tuttavia la fede che nutre segnala l’arrivo delle vivande .
Celebra ritualmente le Orge chi porge orecchio al Cristo;
nutrendo chi digiuna, celebra ritualmente le Orge .
I tirchi porcari portano alle grotte cibi graditi,
con animo lieto portano graditi cibi alle grotte .
Il fuoco è spento col fuoco, i pruni straziano le carni;
il fuoco della carne è spento col fuoco celeste.
L’iniqua peste, anche nascosta, è scoperta dall’avveduto.
Non sopporta il segno della croce l’iniqua peste nascosta .

Lenia flagra vagam sistunt moderamine mentem,
Excludunt pestem lenia flagra vagam.
Unda perennis aquae nativo e marmore manat,
Arida corda rigat unda perennis aquae.
Gurgitis ima calybs capulo divulse petisti,
Deseris alta petens gurgitis ima calybs.
Iussa paterna gerens dilapsus currit in aequor,
Currit vectus aquis iussa paterna gerens.
Praebuit unda viam prompto ad praecepta magistri,
Cursori ignaro praebuit unda viam. (0470B)
Tu quoque, parve puer, raperis nec occidis undis,
Testis ades verax, tu quoque parve puer.
Perfida corda gemunt stimulis agitata malignis,
Tartareis flammis perfida corda gemunt.
Fert alimenta corax digitis oblata benignis,
Dira procul iussus fert alimenta corax.
Pectora sacra dolent inimicum labe peremptum,
Discipuli excessum pectora sacra dolent.
Lyris amoena petens ducibus comitaris opimis,
Coelitus attraheris Lyris amoena petens.

Miti verghe moderatrici trattengono la mente, se erra;
cacciano la peste della distrazione miti verghe .
Un’onda d’acqua perenne sgorga dal sasso natio;
gli aridi cuori bagna l’onda d’acqua perenne .
Dal fondo del gorgo, o ferro divelto dal manico, toma;
risalendo verso l’alto, abbandona il fondo del gorgo, o ferro .
Obbedendo alla paterna esortazione, vola via sull’acqua;
corre portato sull’acqua, obbedendo alla patema esortazione.
L’onda offerse la via a chi era pronto ai comandi del maestro;
a chi non sapeva correre, fu l’onda a spianare la via.
Anche tu, o fanciullo, sei portato dall’onda e non vi anneghi;
sei testimone verace anche tu, o fanciullo .
I perfidi cuori gemono agitati da stimoli maligni;
nel fuoco tartareo i perfidi cuori gemono.
Il corvo porta i cibi offerti da mani benigne;
per divina ispirazione, i cibi letali porta via lo stesso corvo .
Il cuore del santo si duole per la mortale caduta del nemico;
per la morte del discepolo si duole il cuore del santo .
Alle amene rive del Liri giungi dietro grandi condottieri;
dal cielo fosti spinto, venendo alle rive del Liri .

Anguis inique furis loco spoliatus, et aris,
Amissis populis anguis inique furis.
Improbe sessor abi, sine dentur marmora muris,
Cogeris imperio, improbe sessor abi. (0470C)
Cernitur ignis edax falsis insurgere flammis,
Nec tibi gemma micans cernitur ignis edax. (0471A)
Dum struitur paries lacerantur viscera fratris,
Sospes adest frater dum struitur paries.
Abdita facta patent, patulo produntur edaces,
Muneris accepti abdita facta patent.
Saeve tyranne tuae frustrantur retia fraudis,
Frena capis vitae, saeve tyranne, tuae.
Moenia celsa Numae nullo vertentur ab hoste,
Turba gravis vertet moenia celsa Numae.
Plecteris hoste gravi, ne lites munus ad aram,
Munera fers aris plecteris hoste gravi.
Omnia septa gregis, praescitum est tradita genti,
Gens eadem reparat omnia septa gregis.
Fraudis amice puer, suado captaris ab Hydro
Hydro non caperis fraudis amice puer.

O iniquo serpente, imperversi furibondo una volta privato del bosco e delle rupi;
una volta perse le genti, o iniquo serpente, imperversi furibondo.
O malvagio che siedi, vattene: lascia che i marmi servano alle mura;
sei vinto da un comando, o malvagio che siedi: vattene .
Un fuoco avido si scorge nascere da false fiamme;
ma da te, gemma splendente, non si vede l’avido fuoco .
Si costruisce una parete e sono lacerate le carni del fratello;
sano e salvo ritorna il fratello mentre si costruisce la parete .
I segreti sono palesi, sono scoperti i golosi;
anche ciò che si accetta segretamente, è palese .
O crudele tiranno, sono lacerate le reti della tua frode;
ormai la tua vita ha un freno, o crudele tiranno .
Le eccelse mura di Numa non verranno abbattute da nessun nemico;
un turbine, dice, abbatterà le eccelse mura di Numa .
Sei colpito dal feroce avversario perché tu non devi sacrificare all’altare;
porti doni all’altare, e sei colpito dal feroce avversario .
Tutto il recinto del gregge, secondo la profezia, è dell’invasore;
gli stessi invasori riparano tutto il recinto del gregge .
O amico della frode, sei preso dall’idra che s’insinua;
non sarai preso dall’idra, o amico della frode .

Mens tumefacta sile, tace, et ne carpe videntem,
Cuncta patent vati, mens tumefacta sile. (0471B)
Pellitur atra fames delatis coelitus escis,
Nihilominus mentis pellitur atra fames.
Pectora cuncta stupent, quod eras sine corpore praesens.
Quod pervisa mones pectora cuncta stupent.
Vocis ad imperium sacris non esse sinuntur,
Intersunt sacris vocis ad imperium
Tellus hiulca sinu corpus propellit humatum,
Iussa tenet corpus tellus hiulca sinu.
Perfidus ille draco mulcet properare fugacem,
Sistit iter vetitum perfidus ille draco.
Exitiale malum capitis decussit honorem,
It procul imperiis exitiale malum. (0471C)
Fulva metalla pius, nec habet, promittit egenti;
Coelitus excepit fulva metalla pius.
Tu miserande cutem variant cui pelle colubrae,
Incolumem recipis tu miserande cutem.
Aspera saxa vitrum rapiunt, nec frangere possunt;
Illaesum servant aspera saxa vitrum.

Mente insuperbita, fa’ silenzio, taci, non rivolgerti a chi ti vede;
ogni cosa è nota al profeta; e tu, mente insuperbita, taci .
È vinta l’atra fame da vivande che discendono dal cielo;
e insieme è cacciata l’atra fame della mente .
Ogni animo sbigottisce perché sei senza corpo, eppur presente;
perché ammonisci sul futuro, ogni animo sbigottisce .
Al comando della voce dovrebbero dare un freno alle loro loquele;
dai sepolcri fuggono al comando della voce.
Al comando della voce, non si permette loro d’assistere ai sacri riti
sono presenti ai sacri riti al comando della voce .
La terra, aperto il suo grembo, restituisce il corpo del sepolto;
obbediente la terra riceve il corpo, aperto il suo grembo .
Il perfido drago incita il fuggitivo ad affrettarsi;
ferma il cammino vietato il perfido drago .
Un male micidiale priva del decoro della capigliatura;
se ne va al suo comando il male micidiale .
Il misericordioso promette al povero l’oro che non ha;
dal cielo riceve l’oro, il misericordioso .
O misero, cui muta la pelle come a mortifero serpente;
ti ritorna com’era un tempo la pelle, o misero .
Su aspri dirupi viene gettato il cristallo e non possono frangerlo;
intatto gli aspri dirupi lasciano il cristallo.

Cur prome conde times stillam praebere lecyti?
Dolia certe fluunt, cur prome conde times?
Unde medela tibi spes est cur nulla salutis,
Qui semper metuis unde medela tibi?
Ah miserande senex! (0472A) hostili concidis ictu,
Ictu sed resipis ah miserande senex!
Barbara lora manus ignaras criminis arcent,
Sponte sua fugiunt, barbara lora manus.
Ille superbus equo reboans clamore minaci,
Stratus humi recubat ille superbus equo.
Colla paterna ferunt exstincti viscera nati,
Viventem natum colla paterna ferunt.
Omnia vincit amor, vinxit soror imbre beatum
Somnus abest oculis, omnia vincit amor.
Simplicitate placens instar, petit alta, columbae
Regna poli penetrat simplicitate placens.
O nimis apte Deo mundus cui panditur omnis
Abdita qui lustras, o nimis apte Deo.
Flammeus orbis habet iustum super aethera nantem,
Quem pius ussit amor flammeus orbis habet. (0472B)

Perché, o dispensiere, temi d’offrire l’ampolla dell'olio?
Scorre l’olio nelle giare: perché, o dispensiere, temi ?
Donde la medicina per te che non hai speranza di guarigione?
Poiché sempre tremi, donde la medicina per te?
O misero vecchio, cadi per un colpo nemico;
ma dal colpo risorgi, o misero vecchio .
Barbare corregge trattengono le mani ignare del delitto;
spontaneamente si sciolgono le barbare corregge dalle mani.
Superbo del suo cavallo urlava minaccioso;
a terra giace chi già era superbo del suo cavallo .
Le spalle paterne portano il corpo del figlio morto;
vivo il figlio portano le spalle paterne .
L’amore vince ogni cosa; la sorella vince l’acqua beata;
se ne va il sonno dagli occhi: ogni cosa vince l’amore .
Piacendo per la sua semplicità, quale colomba si dirige verso l’alto;
giunge nel regno dei cieli, piacendo per la sua semplicità .
O tu così unito a Dio, ogni mondo ti si dispiega,
tu che riveli gli arcani, o strettamente unito a Dio.
Il cielo in fiamme sostiene il giusto che muove per l’etere;
chi arse di pio amore, il cielo in fiamme ora sostiene.

Ter vocitatus adest testis novitatis habendus,
Charus amore patris ter vocitatus adest.
Dux bone bella monens exemplis pectora firmas,
Primus in arma ruis, dux bone bella monens.
Congrua signa dedit vitae consortia linquens,
Ad vitam properans congrua signa dedit.
Psalmicen assiduus nunquam dabat otia plectro,
Sacra canens obiit psalmicen assiduus.
Mens quibus una fuit tumulo retinentur eodem,
Gloria par retinet mens quibus una fuit.
Splendida visa via est facibus stipata coruscis,
Qua sacer ascendit splendida visa via est. (0472C)
Rupea septa petens nacta est errore salutem,
Errorem evasit rupea septa petens:
Poemata parva dedit famulus pro munere supplex,
Exsul, inops, tenuis, poemata parva dedit.
Sint precor apta tibi coelestis tramitis index,
O Benedicte pater, sint precor apta tibi.

Hymnum quoque singula eiusdem Patris miracula continentem metro Iambico Archilochico ita texuimus.

Tre volte chiamato s’avanza chi testimonierà il nuovo;
caro all’amore del padre, tre volte chiamato s’avanza .
Buon condottiero e sprone alle battaglie, rinfranca gli animi con l’esempio;
per primo corri alle armi, buon condottiero e sprone alle battaglie.
Segni cospicui lasciò, uscendo dalla società dei viventi;
procedendo verso la vita, segni cospicui lasciò .
Assiduo salmista, non dava mai riposo al plettro;
cantando sacri inni se n’andò l’assiduo salmista.
Poiché ebbero in comune gli intendimenti, giaceranno nello stesso sepolcro;
pari gloria per chi ebbe un intendimento comune .
Una splendida strada e piena di faci corrusche:
dove il santo ascese, una splendida strada apparve .
Verso rupestri chiostri volò dall’errore alla salvezza;
fuggì dall’errore verso rupestri chiostri.
Un povero poema compose il supplice servo in offerta:
esule, misero, umile, un povero poema compose.
Ricevilo, ti prego, o guida alla via del cielo;
o padre Benedetto, ricevilo, te ne prego.

Abbiamo composto anche un altro inno, in metro giambico archilocheo , che esalta tutti i miracoli del santo:

Fratres alacri pectore,
Venite concentu pari,
Fruamur huius inclytae,
Festivitatis gaudiis. (0473A)
Hac Benedictus aurea
Ostensor arcti tramitis,
Ad regna conscendit Pater,
Captans laborum praemia,
Effulsit ut sidus novum,
Mundana pellens nubila.
Aetatis ipso limine,
Despexit aevi florida.
Miraculorum praepotens,
Afflatus alti flamine,
Resplenduit prodigiis
Venturo saeclo praecinens. (0473B)
Laturus esum pluribus,
Panis reformat vasculum,
Arctum petens ergastulum,
Exstinxit ignes ignibus.

O fratelli, con alacre animo
a questo coro comune venite
affinché di quest’inclita festa
il gaudio di noi tutti sia.
Da qui movendo Benedetto
e mostrandoci la difficile via,
agli aurei regni Sali
.a ricevere il premio delle fatiche.
Lui che come nuova stella
allontanando le nubi del mondo
alle soglie stesse della vita splendette
sprezzando i fiori del mondo.
Potentissimo nei miracoli
ispirato dall’alto spirito
risplendette di prodigi
le cose venture al secolo profetando.
Darà nutrimento a molti
chi racconcia il vaso del pane;
cercando un angusto carcere
estinse il fuoco con il fuoco.

Fregit veneni baiulam
Crucis per arma cymbiam,
Coercuit mentem vagam,
Leni flagello corporis.
Funduntur amnes rupibus.
Redit calybs e gurgite,
Currit per undas obsequens,
Peplo puer vitat necem.
Virus patescit abditum,
Mandata praepes efficit,
Hostem ruina conterit.
Cedit fremens leo grave. (0473C)
In imo fit moles levis:
Rogus migrat fantasticus,
Fractum revisit sospitas,
Excessus absentum patet.
Rector vafer deprenderis,
Inique possessor fugis;
Futura praenoscemini.
Arcana cor non contigit.

Spezzò il vaso del veleno
con l’arma della croce,
vinse una mente distratta
con il mite flagello del corpo.
I fiumi scendono dalle rupi,
riaffiora il ferro dal lago,
chi obbedisce può correre sull’onde,
col mantello un fanciullo evita la morte.
Scopre il veleno nascosto,
beneaugurante dà gli ordini,
deprima l’ira nemica,
cede il leone fremente la preda.
Moli pesantissime divengono leggere,
s’allontana il rogo immaginario,
la salute ritorna al ferito,
si conoscono gli eccessi degli assenti.
Abile , guida, sei ripreso;
iniquo oppressore, fuggi:
il futuro è prevedibile,
gli arcani il cuore non tocca.

Fundantur aedes somniis,
Tellus vomit cadavera,
Dracone frenatur fugax,
Aether pluit numismata.
Vitrum resistit cautibus,
Manant olivo dolia,
Vinctum resolvit visio,
Vitam receptant funera. (0473D)
Tanti potestas luminis,
Voto sororis vincitur,
Quo plus amat quis plus valet. (0474A)
Enare quem cernit polum
Non ante seclis cognitum
Noctu iubar effulgorat,
Quo totus orbis cernitur,
Flammisque subvehi pius.
Haec inter instar nectaris
Miranda plectro claruit.
Nam pinxit apte lineas
Vitae sacrae sequacibus,
Iam dux alumni sat potens,
Adsis gregis suspiriis,
Gliscat bonis hydrum cavens,
Sit callis ut sequax tui.

Si fondano in sogno le dimore,
dalla terra riaffiorano i morti,
dal drago è trattenuto il fuggitivo,
il cielo piove monete.
Il vetro resiste alle rocce,
le giare si riempiono d’olio,
la visione libera il prigioniero,
i morti risuscitano a vita.
Il potere di una tal luce
è vinto dal voto della sorella:
tanto più ama chi più vale.
La si scorge volare per il cielo.
Ignoto prima nei secoli
di notte irraggia splendore;
là donde tutta la terra è visibile,
pio sale tra le fiamme.
Inoltre cantava con il plettro
canti dolci come nettare;
tracciò per i suoi seguaci
abilmente le strade d’una santa vita.
Mirabile guida al discepolo,
rispondi ai sospiri del gregge
perché si rafforzi nel bene fuggendo il serpente
e sia seguace della tua via.

Libet me breviter referre quod beatus Gregorius papa minime in huius sanctissimi Patris Vita descripsit. (0474B) Denique cum divina admonitione a Sublacu in hunc, ubi requiescit, locum, per quinquaginta ferme millia, adventaret, tres eum corvi, quos alere solitus erat, sunt circumvolantes secuti, cui ad omne convivium, usque dum hic veniret, duo angeli in figura iuvenum apparentes, ostenderunt ei quam viam arripere deberet. In loco autem isto, quidam Dei servus tunc habitaculum habebat, ad quem divinitus ita dictum est:

E vorrei qui riferire brevemente almeno un episodio che il beato papa Gregorio omette nella sua Vita di questo beatissimo padre.
Quando, per premonizione divina, da Subiaco venne al luogo dove ora riposa, tre corvi che egli era solito nutrire, lo seguirono per circa cinquanta miglia volandogli attorno; a ogni bivio, finché non fu giunto sul posto, due angeli, apparendogli sotto specie di giovani, gli mostrarono la via da prendere. E a un servo di Dio, che qui aveva allora una sua casupola, dal cielo fu detto:

Hiis tu parce locis, alter amicus adest; Huc autem, hoc est in Cassini arcem perveniens, in magna se semper abstinentia coarctavit; sed praecipue quadragesimae tempore inclusus, et remotus a mundi strepitu mansit. (0474C) Haec omnia ex Marci poetae carmine sumpsi, qui ad eumdem Patrem huc veniens aliquot versus in eius laudem composuit, quos in his libellis, cavens nimiam longitudinem, minime descripsi. Certum tamen est hunc egregium Patrem vocatum coelitus ob hoc ad hunc fertilem locum et cui opima vallis subiacet, advenisse, ut hic multorum monachorum, sicut et nunc Deo praesule facta est, congregatio fieret. His cursim, quae omittenda non erant, narratis, ad nostrae seriem revertamur historiae.

« Allontanati da questi luoghi. Un altro amico s’avvicina ».
Una volta giunto alla rocca di Cassino, visse sempre in grande astinenza e, soprattutto nel tempo di quaresima, rimaneva chiuso e lontano dallo strepito del mondo. Sono tutti particolari che desunsi dal carme del poeta Marco: venendo a vivere in questi luoghi, accanto al padre Benedetto, compose in sua lode alcuni versi che, dovendomi guardare dalla lunghezza, non posso riportare. Certo fu per volontà divina che l’insigne padre venne in questa fertile terra sotto cui giace una valle ferace, a fondarvi una congregazione di molti monaci, com'è ora diventata sotto la guida di Dio.
Narrate rapidamente queste cose che non si potevano omettere, ritorniamo al nostro racconto.

 


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5 luglio 2020                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net