San Benedetto e Cormano

Nelle mani di San Benedetto

 Estratto dal libro “Cormano, la sua chiesa, la sua gente” a cura di Giuseppe Baiocchi – Parrocchia SS. Salvatore di Cormano 1992

 

Più di duemila anni fa, tutta la pianura lombarda, paludosa e boschiva, era abitata da tribù celtiche (i Galli Insubri), conquistate da Caio Mario un secolo prima di Cristo. Durante l’Impero romano, soprattutto quando Milano diventa (con Diocleziano e Costantino) capitale d’Occidente, le terre intorno vengono affidate come premio ai soldati che lasciano l’esercito e si trasformano in coloni. La terra veniva divisa in appezzamenti regolari: tracce vaghe di “centuriazione” (la spartizione del territorio classica per la civiltà latina) sono visibili nelle fotografie prese dall’aereo e usate dal Comune per i rilievi urbanistici.

L’insediamento romano sarebbe anche avvalorato dalle memorie di Felice Castiglioni, il parroco che, a fine Settecento, ricostruisce la chiesa: afferma infatti di aver trovato negli scavi stoviglie, cocci e monete di epoca imperiale e una lapide con l’iscrizione COR. MAN., che interpreta come “Cortis. Manlii”, ovvero sede di una guarnigione romana agli ordini di un ufficiale di nome Manlio. Il nome del luogo, “Cortemano”, compare comunque nel primo documento esistente: il testamento di Rotoperto, feudatario longobardo, dell’aprile 745. È appena morto re Liutprando, al trono è salito il giovane Rachis che passerà poi la corona a Desiderio.

L’anziano consigliere di Liutprando divide il suo patrimonio: tra l’altro lascia all’abbazia benedettina di Santo Stefano in Vimercate terre dell'Alto Milanese e dispone che le “decime”, ovvero i redditi che ne derivano, vengano destinate a soccorrere poveri e pellegrini. “In loco Cortemano” Rotoperto aveva una casa gentilizia con tre case tributarie (cascine coloniche): vengono affidate in eredità ai figli e in usufrutto alla moglie Retruda. È forse in mezzo a queste case, sicuramente dotate di una cappella per i riti religiosi, che si dovrebbero situare, secondo una antica tradizione popolare, tramandata per via orale fino a questo secolo, le due campanelle d’oro donate alla Chiesa dalla regina Teodolinda all’epoca della conversione al cristianesimo dell’intero popolo longobardo.

Se in questo primo reperto si attribuisce comunque una presenza benedettina, questa si evidenzia nel documento appena successivo, che è dell’835, quando regna Ludovico figlio di Carlo Magno imperatore, il re dei Franchi che ha sconfitto i Longobardi e ha costruito il primo Sacro Romano Impero. Terre di “Corcomanno” (ma anche di “Paterno”) “in comitatu mediolanensis” (nel territorio di Milano) vengono date in proprietà, con il pagamento di dodici denari d’argento ogni anno, dall’abate Teodorico dell’abbazia di Nonantola (vicino a Modena) al mercante milanese Simpliciano, con diritto di eredità per i suoi figli maschi. Ancora un contratto che riguarda un convento benedettino; e i monaci, che passano secoli a regolare il flusso delle acque, a disboscare i terreni e a impiantare le nuove coltivazioni, sembrano aver distribuito i loro possedimenti in relazione alla distribuzione geografica dei loro insediamenti.

E allora le terre, ma anche le “celle” (piccole chiesette dove i monaci si ritrovano a pregare nelle pause del lavoro sul territorio) passano, per la zona a nord di Milano, al convento di San Simpliciano, dedicato al segretario di Ambrogio che aveva convertito Agostino, e che aveva riassorbito nell’VIII secolo altre presenze religiose (come san “Protaso ad monachos”, sempre in Milano). L’abbazia di San Simpliciano (che ritorna in vari modi su Cormano fino all’anno 1800) è accertata in una lettera di papa Giovanni VIII (anno 880): e all’abbazia di San Simpliciano arrivano ulteriori donazioni di terre a nord della città. Ne ricapitola l’elenco l’arcivescovo Oberto nel gennaio 1147 e ne conferma il possesso all’abate Oprando il papa Alessandro III con una bolla del 12 marzo 1178. In entrambi i documenti si cita la “ecclesia Sancti Salvatoris” di Cormano.


Così celebravo il 21 marzo alle scuole elementari di Cormano.

San Benedetto e Cormano


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21 marzo 2017                a cura di Alberto "da Cormano       Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net