San Martino di Braga (o di Dumio)

 

- Biografia e opere

- Detti dei Padri Egiziani in italiano

- Detti dei Padri Egiziani in latino con italiano a fronte

 

Lo sviluppo del monachesimo spagnolo nel sec. V fu interrotto dall’invasione di Vandali, Svevi e Visigoti, ma, dopo il consolidamento della situazione politica, ebbe un continuo incremento, che nel sec. VII portò a una fioritura veramente considerevole. Come in Italia, così anche in Spagna conservò la sua importanza l’eremitismo, soprattutto nelle Baleari e nelle montagne dell’Asturia e della Galizia; ma tuttavia il punto di forza risiedeva negli istituti cenobitici, rapidamente crescenti in numero, che devono la loro origine sulle prime a vescovi e monaci e, dopo la conversione di re Reccaredo al cattolicesimo (589), anche alla casa reale regnante.

Subito dopo il 506 fu fondato il monastero di san Martino di Asán (sulle pendici meridionali dei Pirenei a nord di Huesca), il cui abate Vittoriano si adoperò attivamente, erigendo filiali monastiche a lui soggette, per la diffusione del monachesimo fino alla metà del secolo (m. 558). Ancora più importante fu l'attività di Martino di Braga, originario della Pannonia, il quale intorno al 550 venne in Galizia dalla Palestina, e vi diede vita al monastero di Dumio, che egli stesso resse come abate fino alla sua elezione a vescovo di Dumio (556). Con una silloge di detti di padri egiziani, da lui tradotta e rielaborata, che può aver adoperato come «regola», egli diede al suo monastero un indirizzo orientale, che lo rese affine al monachesimo martiniano della Gallia.

Estratto da "Storia della Chiesa Vol. III" di Karl Baus. Inizio del capitolo: Il monachesimo spagnolo. Editoriale Jaca Book, 1992


San Martino di Braga

Il sarcofago di san Martino di Braga situato nella chiesa parrocchiale di Dumio a Braga.

Qualche autore afferma che la scena scolpita in bassorilievo sul sarcofago potrebbe rappresentare lo stesso san Martino e la sua comunità monastica. La figura centrale con l'aureola rappresenta il Santo in posizione orante, situato dietro un altare reticolato, a sua volta inquadrato nell'arco centrale di un edificio ed attorniato da due paia di archi minori. Ai due lati, in ogni riquadro, si collocano nove personaggi, quattro in primo piano e cinque in secondo piano, vestiti con abiti pieghettati, con maniche larghe, che sembrerebbero casule (o pianete).

Estratto e tradotto da "A igreia sueva de Dume e o tumulo dito de São Marthino", Nucleo de Arqueologia da Universidade do Minho, Junta de Freguesia de Dume - 2006


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19 giugno 2018       a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net