SANTISSIMA CROCE
DEL PATRIARCA
SAN BENEDETTO
ABATE.
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ORIGINE DELLA
MEDAGLIA DI S. BENEDETTO.
Chi
vuol sapere della Medaglia o Croce di san Benedetto, legga l’operetta che ne
scrisse il Rev.mo Padre Don Prospero Guéranger, abbate di Solesme. Noi, per
amore di brevità , ci ristringeremo a qualche piccolo cenno.
La
divozione della Medaglia di s. Benedetto è antica assai, ma sarebbe impossibile
determinare con precisione quando abbia avuto principio. Un fatto che si narra
nella vita di papa san Leone IX, il quale sedette sul trono apostolico dal 1049
al 1054, ci può valere d'argomento a provarne l'antichità. Questo santo
Pontefice, nato nel 1002 e impostogli nome di Brunone, venne, ancor fanciullo,
affidato a Bertoldo vescovo di Toul. Ito una volta a visitare i suoi genitori al
castello di Eginsheim, un velenoso rospo, mentre egli dormiva, venutogli sul
viso, si die' a stringerlo e morderlo orrendamente. Alle grida del giovinetto
accorsi i famigli, non poterono per niun modo vedere lo schifoso animale, il
quale avea sì malconcio Brunone che ne infermò a morte. Penato due mesi, e già
da otto giorni perduta la parola, il giovine, ben desto, vide una scala luminosa
che posando sul suo lettuccio e uscendo per la finestra, parea mettere al cielo.
Un vecchio venerando, in abito di monaco, discese per questa scala, tenendo
nella destra mano un lungo bastone, sopravi una croce. Giunto presso
all'infermo, egli toccò della croce Brunone, che in lui riconobbe il Patriarca
de' monaci d'Occidente. Issofatto per una apertura, fattasi vicin dell'orecchio,
uscì il veleno, e in pochi giorni, rammarginata la piaga, Brunone fu risanato.
Questo fatto, che leggesi nel Mabillon, e si può vedere estesamente descritto
nell'opera citata del Guéranger, ci dimostra che, se s. Benedetto, apparendo a
Brunone con la croce in mano, da lui giovincello fu tosto riconosciuto, già
costumavasi di rappresentare a quel modo il santo legislatore.
Un
altro prodigio che avvenne nel 1647 a Nattremberga in Baviera, quando la badia
di Metten, per la croce di s. Benedetto, andò immune dagli incantesimi di non so
quali stregoni (Vedi il fatto nell'opera
del Guéranger § IV.), ravvivò la divozione de' popoli al santo Patriarca.
Dalla Germania, l'uso della medaglia di s. Benedetto prese incontanente a
diffondersi in tutta l'Europa cattolica , reputandosi tal devozione, difesa
sicura contro gli spiriti infernali.
I
prodigiosi effetti che si ottennero per essa, pareano chiedere che venisse
approvata dal Romano Pontefice; e Papa Benedetto XIV con Breve de' 12 marzo
1742, che comincia Coelestibus Ecclesiae
thesauris, rassicurò la fede de' divoti, e tolse via le incertezze poste in
mezzo da' razionalisti di quel tempo.
PERCHE' L'IMMAGINE DI
S. BENEDETTO SIA
EFFIGIATA SULLA MEDAGLIA DELLA S. CROCE.
L'onore di essere rappresentato sopra una stessa medaglia con l'immagine della
santa Croce (e la effigie del Santo è necessaria perchè alla medaglia si possano
applicare le indulgenze), fu conferito a s. Benedetto, per mostrare l'efficacia
che quel sacro segno ebbe tra le sue mani. S. Gregorio nella vita del santo
Patriarca, ce lo rappresenta discacciare col segno della croce le tentazioni,
spezzare la tazza del veleno, dissipare il fantastico incendio del monastero, e
insegnare a' suoi discepoli di segnarsi con la croce il cuore, per francarlo
dalle suggestioni diaboliche.
I
figliuoli di Si Benedetto operarono, a imitazione di lui, innumerabili prodigi,
pur col segno della croce. Basti accennare s. Mauro che, segnandolo, illumina un
cieco; san Placido che risana molti infermi; s. Ricmiro che libera gli schiavi;
santo Anselmo di Cantorbery il quale fa dileguare gli spettri orribili che
travagliavano un vecchio morente; s. Gregorio VII, che spegne l'incendio di
Roma. Egli è dunque convenientissimo che nella medaglia della santa Croce si
ponga la effigie del santo Patriarca.
INDULGENZE DELLA
MEDAGLIA DI S. BENEDETTO.
La
medaglia vuol essere benedetta da' Padri dell'Ordine, e della formola prescritta
per la benedizione, non si può far senza. Le indulgenze che si possono lucrare
da chi porta divotamente la medaglia, sono le seguenti:
1.
Indulgenza Plenaria,
nelle solennità di Natale, dell'Epifania, di Pasqua, dell'Ascensione, della
Pentecoste, della ss. Trinità, del Corpo del Signore, dell'Immacolata
Concezione; della Natività, della Annunziazione, Purificazione, Assunzione della
B. V.; di tutti i Santi, e di s. Benedetto. A guadagnare queste indulgenze,
oltre le condizioni generali, è necessario esercitare abitualmente, che viene à
dire almeno una tolta per settimana , una delle pratiche seguenti: Recitare la
Corona di Nostro Signore, o il Rosario, o la terza parte del Rosario, o
l'Ufficio divino, o il piccolo Ufficio della Santa Vergine; l'Uffizio de' morti;
i sette Salmi di penitenza; i Salmi Graduali; insegnar la Dottrina Cristiana a'
fanciulli o agl'ignoranti visitare i prigionieri, o gl'infermi negli ospedali;
soccorrere i poveri; udir la Santa Messa , o celebrarla i sacerdoti.
2.
Indulgenza Plenaria
in punto di morte.
3.
Indulgenza Plenaria,
quale la concede il Sommo Pontefice con la benedizione papale a S. Pietro in
Vaticano, il Giovedì santo e il giorno di Pasqua; per ehi confessato e
comunicato in que' due medesimi giorni pregherà per l'esaltazione di Santa
Chiesa e per la conservazione del Sommo Pontefice.
4.
Indulgenza
e remissione della terza parte delle
pene de' peccati, a colui che pe' suoi buoni esempi e consigli avrà indotto un
peccatore a far penitenza.
5.
Indulgenza,
di vent'anni, una volta la settimana,
a chi pregherà ciascun giorno per l'estirpazione delle eresie.
6.
Indulgenza
di sette anni e sette quarantene a chi
avrà soddisfatto alle diverse opere pie indicate al numero 1, nelle feste minori
di Nostro Signore e della SS. Vergine, e nei giorni di S. Giuseppe, di S. Mauro,
di S. Placido, di S. Scolastica e di S. Geltrude.
7.
Indulgenza
di sette anni e sette quarantene a chi
assiste alla Messa pregando per la prosperità de' principi cristiani: a chi
digiuna il venerdì o il sabbato: a chi recita il Rosario o la Corona
dell'Immacolata Concezione, pregando Maria SS. ad ottenergli la grazia di vivere
e morire senza cadere in peccato grave: e a chi accompagna il SS. Sacramento
agl' infermi.
Molte altre indulgenze minori, accordate a' devoti della medaglia di S.
Benedetto, si possono vedere nel Breve Pontificio, che è riportato nell'opera
del Guéranger.
SPIEGAZIONE DELLE LETTERE DELLA CROCE DI S. BENEDETTO.
Le
quattro lettere de' lati, cioè C. S. P. B. significano, Crux Sancti Patris
Benedicli.
Le
cinque del tronco C. S. S. M. L. valgono, Crux Sancta Sit Mihi Lux.
Le
cinque nelle braccia N. D. S. M. D. esprimono, Non Daemon Sit Mihi Dux.
Le
quattordici nel giro cioè V. R. S. N. S. M. V. S. M. Q. L. I. V. B. fanno questo
senso: Vade Retro, Satana, Nunquam Suade Mihi Vana. (Si crede che S. Benedetto
pronunciasse queste parole quando fu tentato nel deserto di Subiaco). Sunt Mala
Quae Libas, Ipse Venena Bibas. (Queste si credono dette dal S. Patriarca, quando
i suoi nemici gli porsero la tazza avvelenata).
La
croce † significa il segno della Redenzione , col quale il SS. Patriarca
Benedetto operò per ispirazione divina le maggiori maraviglie nel corso de' 63
anni che visse su questa terra.
EFFETTI CHE PIAMENTE
SI CREDONO DELLA SANTA CROCE IMPRONTATA NELLA MEDAGLIA DI S. BENEDETTO.
La
potenza della Croce è verità storica, e domma di nostra religione. Non dee
perciò far maraviglia ad alcuno, che noi c'impromettiamo assai di bene dalla
medaglia di 8. Benedetto nella quale è effigiato il segno della Redenzione.
Adoperiamo adunque con fede questa medaglia, ogni volta che abbiamo a temere le
insidie del nemico infernale. Numerosi fatti e incontestabili ci rivelano quanto
efficace divozione sia questa. Se noi la useremo anco in quelle cose che si
attengono alla vita materiale dell'uomo, noi proveremo la virtù della santa
Croce, e il potere di S. Benedetto. Infatti gli spiriti infernali (o taceremo
noi queste cose, perchè altri, non veggendo più là della materia , vorrà farsene
beffe?) gli spiriti infernali, diciamo, si valgono, a danno dell'uomo, degli
animali che lo servono, del cibo ond'ei si nutre: e la loro malefica
intervenzione assoggetta talvolta l'uomo a infermità, o le prolunga. Or
l'esperienza ha dimostrato, che il valersi religiosamente della medaglia, fece
sovente cessare i malefizi, alleviò le infermità, ed anche risanolle alcuna
volta.
Le
grazie che si credono ottenere per la medaglia, sono specialmente queste:
1.
Discaccia dagli umani corpi qualunque opera diabolica; ed ove sarà collocata
questa S. Croce, non avrà accesso l'infernale nemico. Il P. Guéranger narra
parecchie liberazioni di ossessi, avvenute ne' secoli scorsi e nel nostro.
2.
Siccome da' mali dello spirito, libera altresì i devoti da' mali temporali, dai
pericoli, dalle infermità, segnatamente dal mal caduco, dal mal di pietra e da
altri.
3.
Reca agli afflitti, tentati, disperati, consolazione, fortezza e sollievo in
vita ed in morte.
4.
Libera gli animali dalle malattie. (Vedi il Guéranger, paragr. XI. Racconta
prodigi avvenuti in questi ultimi anni.)
MODO DI VALERSI DELLA
CROCE IMPRONTATA NELLA MEDAGLIA DI S. BENEDETTO:
Si
porterà appesa al collo, o' in altro modo sopra la persona.
Si
potrà collocare alle porte delle case o delle camere.
Si
potrà applicare alla parte addolorata, in caso d'infermità.
Si
potrà infondere nell'acqua, dove bevono gli animali, quando siano ammalali.
In
tutte le occorrenze di doversi valere della medaglia, si reciteranno cinque
Gloria Patri alla Passione di N. S. G. C., tre
Ave alla B. V. Maria, ed un
Pater a S. Benedetto: le quali preghiere si consiglia di recitare ogni
giorno, per godere più abbondantemente del frutto di questa divozione.
Tutto ciò è stato ricavato dalla vita di S. Benedetto scritta da S. Gregorio
Papa e Dottore; e da altri scrittori dell' Ordine monastico.
MEMORIA DEL GLORIOSO TRANSITO
DEL SANTISSIMO PATRIARCA BENEDETTO.
Il
S. Patriarca apparve una volta a S. Geltrude, illustre sua figlia. Rapita di
ammirazione nel contemplare le grandezze di S. Benedetto, la Vergine gli
raccordò il glorioso passaggio di lui, quando nella chiesa di monte Cassino, il
21 marzo del 543, dopo ricevuto il Corpo e il Sangue del Signore, egli sorretto
a braccia da' suoi discepoli, ritto in pie' come un atleta, rese la santa anima
a Dio, recitando un'ultima preghiera. Geltrude osò allora domandargli, che ei
degnasse di confortare della sua presenza, in punto di morte, ciascuna delle
Religiose che abitavano il monastero di cui ella era badessa. E il santo
Patriarca le rispose dolce e autorevole, come solea favellare quaggiù: - « Chi
mi renderà omaggio pel favore onde Iddio si degnò onorare i miei ultimi momenti,
io prometto di assisterlo, io medesimo, all'ora di sua morte. Io gli sarò
difesa, facendolo non temere le insidie de' demonii. Fortificato della mia
presenza, egli sfuggirà gli agguati de' nemici dell'anima sua, e il cielo
s'aprirà per lui » (S. Gertrudis,
Insinuationes divinae pietatis. Lib. IV Cap. XI.).
Una
sì preziosa promessa fatta da tal servo di Dio, e annunziata da sì nobile sposa
del Salvatore degli uomini, ispirò a' figli di S. Benedetto il pio pensiero di
comporre una preghiera speciale, tolta quasi per intero da S. Gregorio, per
assicurare a chi vorrà recitarla, il benefizio che egli degnossi promettere. La
preghiera è questa:
ANTIPHONA.
Stans in Oratorio dilectus Domini Benedictus, Corpore et Sanguine Dominico
munitus, inter discipulorum manus imbecillia membra sustentans, erectis in
coelum manibus, inter verba orationis spirituam efflavit. Qui per viam stratam
palliis et innumeris coruscam lampadibus, coelum ascendere visus est.
V.
Gloriosus apparuisti in conspectu Domini,
R.
Propterea decorem induit te Dominus.
OREMUS.
Deus, qui pretiosissimam mortem
SanctisSimi Patris Benedicti tot tantisque privilegiis decorasti;
concede, quaesumus, nobis, ut cuius memoriam recolimus, eius, in obitu nostro,
beata praesentia ab hostium muniamur insidiis. Per Christum etc.
Chi non sa leggere potrà dire tre Pater ed Ave.
ORAZIONE
AL
GLORIOSO PATRIARCA S. BENEDETTO.
S.
Benedetto, mio caro padre, vi prego per quella dignità, con la quale il Signore
si degnò di sì glorioso fine onorarvi e beatificarvi; che vogliate trovarvi
presente alla mia morte, eseguendo in me tutte quelle promesse fatte alla
vergine santa Geltrude.
ORACULA
A
DEO PER ANGELUM SS. P. BENEDICTO ENUNCIATA.
1.
Ordo tuus usque ad finem mundi stabit,
2.
Ultimis temporibus in Ecclesia Romana fidelissime regnabit, et plurimos in fide
confortabit.
3.
Nullus in Ordine tuo morietur nisi in statu salutis. Quod si male incipiat
vivere, et non desistat, confundetur: vel ab eo ejicietur, aut per se egredietur.
4.
Omnis qui Ordinem tuum persequetur, nisi resipiscat, vita ei breviabitur, vel
mala morte morietur.
5.
Omnes qui Ordinem tuum diligent, bonum finem consequentur.
Ex monumentis Sacrae Insulae Lyrinensis, quae fusius refert Arnaldus Wion in
Chronolog.
LE ROSE DI S.
BENEDETTO
Lo
spinaio di Subiaco, monumento della maschia virtù del giovine Benedetto, fa nel
1223 visitato da s. Francesco d' Assisi, il quale orò e pianse dinanzi a que'
pruni, e v'innestò due pianticelle di rose. Quelle spine furono così mutate in
rosaio che vigoreggia pur di presente; e i devoti che si recano a' monasteri di
Subiaco, salgono altresì a visitare, presso lo speco di san Benedetto, lo
spinaio prodigioso. Esso produce ogni anno rose candide e vermiglie, che in
molte delle lor foglie mostrano effigiato un serpentello. Il fiore disseccato e
ridotto in polvere si distribuisce ai divoti che se ne valgono nelle loro
infermità, e ben di sovente ne ottengono alleviamento del male o guarigione.
Col permesso de' Superiori Ecclesiastici.
Ora, lege et labora |
San Benedetto |
Santa Regola |
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13 novembre 2013 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net