LE ISTITUZIONI CENOBITICHE

di GIOVANNI CASSIANO

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JOANNIS CASSIANI ABBATIS MASSILIENSIS

DE COENOBIORUM INSTITUTIS LIBRI DUODECIM

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Epistola s. Castoris aptensis episcopi

 Ad Domnum Cassianum Abbatem massiliensem

Estratto da "Patrologia Latina Database" di J. P. Migne
 pubblicato da Chadwyck-Healey Ltd - 1996

LETTERA DEL BEATO CASTORE, VESCOVO DI APT,

A CASSIANO, ABATE DI MARSIGLIA

 

(Libera traduzione)

Domno sanctitatis speciali gloria decorato, atque per omnia memorando: sed et scientiarum decore pollenti, Patri scilicet Cassiano, Castor in mundo degentium peripsema (I Cor. IV), quae possumus servitutis humillima.

Rationabiliter, Pater, irrationabilibus et elinguibus paedagogi fomenta subveniunt: quia etsi non aequa omnibus moderatio, oppressa humanitate vigere deprehenditur: restat tamen ut his quibus subacta probatur, subigat emolumentum. Non enim omnia possumus omnes; quia non omnium nosse certare. Merito enim sui quisquam jacturam incurrit, qui ea quae potiora capere didicit bona, surripere minime ambigit [Forte satagit]. Diutina namque sunt exercitatione premendi, variisque operibus alendi, quibus aliorum discretio subrogatur. Etenim aliquoties praesumptor sua temeritate succumbit, dum, necessariis usibus apta, sua incongrua industria incertis moderationibus dispertitur.

Al signore decorato di una gloria speciale per la sua santità, illustre in tutta la sua vita, distinto per l'onore del sapere, vale a dire a Cassiano nostro Padre, Castore, il rifiuto di tutti gli uomini (Cfr. 1 Cor 4,13), offre l'omaggio del più umile dei suoi servitori.

La ragione stessa richiede, o Padre, che coloro che non sanno utilizzare la ragione e si trovano incapaci di esprimersi trovino aiuto e soccorso nelle cure affettuose di un maestro. Infatti, nello stato della nostra natura decaduta, non tutti hanno un'adeguata rettitudine. Resta tuttavia il fatto che, accettando di subire una disciplina, l'umanità si mette in grado di conquistare dei vantaggi considerevoli. Nessuno può fare tutto e non tutti conoscono l'arte di combattere. Ma meritatamente incorre nella sconfitta colui che sa dove prendere i beni migliori e trascura di impossessarsene. D'altra parte, quanto devono piegarsi a lunghi esercizi, fortificarsi con lavori molteplici e vari, coloro che sono chiamati a guidare gli altri! Talvolta, il (maestro) presuntuoso soccombe per la sua temerarietà quando, avendo di che soddisfare a tutti i bisogni, spende senza discernimento il suo impegno in direzioni incerte.

Nobis vero idiotis facile per incuriam inepta persuaderi possunt.

 

Te ergo, charissime Pater, qua possumus charitate praevenimus, quo pia ac inexhausta exuberantia, nihil promere sapientibus nobis subvenias, et quibus praeemines exercitiis, sub quibus praepollens mens et membra creverunt, nos neophytos, et mundialis pompae accurationibus illectos excitare non differas.

 

 

Te quidem potissimum Orientalium coenobiorum doctrina expertum tenemus, maximeque Aegyptiorum, et apud Thebaidem fundatorum: praesertim cum et loca Dominica nativitate insignia tua sint illustrata praesentia.

 Quocirca cum sis omnium studiorum Catholicorum disciplina refertus, te quoque convenit nos scientiae inopes, non praeterire. Poscimus namque tuam paternitatem, ut instituta monasteriorum, quae per Aegyptum et Palaestinam florere, ac institui vidisti, et servanda sanxisti, et sicuti ibi a Patribus tradita sunt, simplici sermone in nostro rudi monasterio adhibere complanata non abnuas, et eloquiorum tuorum melliflua suavitate exuberantia verba diffundens, nostra diu arentia corda rigare non differas: ex quo abjecta sterilitate fruges justitiae valeant pullulare.

Ora, ignoranti come siamo, noi potremmo facilmente, per disattenzione, lasciarci persuadere di ciò che non ci conviene.

Io, dunque, vengo da te, carissimo Padre, con tutta la carità che è in me: che la tua abbondanza inesauribile supplisca alla nostra impotenza! Le eccellenti moltitudini che tu oggi presiedi hanno visto crescere i tuoi giovani anni ed aprirsi questa così notevole intelligenza; noi siamo solamente dei neofiti per i quali le vanità del secolo non hanno perso il loro fascino; svegliaci con la descrizione della tua vita, non rimandare!

Noi ti riteniamo l'uomo più istruito sulla dottrina dei monasteri orientali, particolarmente di quelli dell'Egitto e della Tebaide: tu hai illustrato con la tua presenza i luoghi resi famosi dalla Natività del Signore.

 Ma poiché possiedi a fondo tutti i settori della scienza cattolica, hai il dovere di non abbandonarci alla nostra povertà di erudizione. Imploriamo ai tuoi sentimenti paterni di non rifiutare al nostro novizio monastero di spiegargli semplicemente, come i Padri te le hanno insegnate, le istituzioni cenobitiche che hai visto stabilirsi e fiorire in Egitto e nella Palestina e che tu stesso (osservi e) fai osservare. Non tardare nello spargere le tue parole colme di un'eloquenza dolce come il miele e nell'abbeverare i nostri cuori, da tempo aridi, affinché finisca il tempo della sterilità ed abbondino i frutti di giustizia.

Unde reor si quid proficere nos possibile fuerit, te quoque potiori merito munerandum: si paterni laboris obedientia inertium mentes qualemcumque reddiderint habilem servitutem.

Vale, pater Dei servorum, et memento nostri.

Io credo che se riusciremo a fare qualche progresso e se, come risposta al tuo paterno lavoro, la nostra indolenza potrà offrire a Dio un servizio meno indegno, tu ne avrai un'adeguata ricompensa.

Stammi bene! Padre dei servitori di Dio, e ricordati di noi.



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23 dicembre 2018                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net